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Sgomberata l’Accademia di belle arti di Napoli

La Digos all’alba, con metodi da Dina cilena, sgombera l’Accademia di Belle Arti di Napoli, occupata un mese fa dagli studenti.

Immediata e piena solidarietà viene espressa, dalle lavoratrici e dai lavoratori in Assemblea Permanente al Teatro Mercadante Occupato, ai giovani compagni che, nel corso di questo mese, con la loro azione, rivendicavano il diritto ad una didattica in sicurezza e in presenza, considerando il particolare percorso di studi che hanno intrapreso.

Un percorso che, in molti casi – come le lezioni laboratoriali – non consente l’utilizzo della Dad.

Identificati, gli studenti sono poi stati denunciati per uso improprio di bene culturale. Con la Magistratura che ha inviato la scientifica a repertare eventuali danni, di cui gli studenti dovranno ovviamente rispondere.

Una studentessa è stata addirittura condotta in questura perché sprovvista di documenti.

Ci si aspetterebbe un intervento da parte delle istituzioni dell’Accademia in solidarietà coi propri studenti, difronte a questa ennesima azione repressiva da parte degli organi dello Stato. Ma forse al direttore Lori, barricatosi nelle sue stanze, è chiedere troppo.

Il corpo docenti, del resto, aveva votato no all’occupazione. E d’altra parte, l’Accademia, nelle sue alte sfere amministrative e dirigenziali, aveva anche difeso il regista Stefano Incerti, accusato, un anno fa, di molestie continuate ai danni delle studentesse.

Le politiche securitarie dei governi e delle amministrazioni locali del nostro paese stanno, ormai da anni, in coincidenza con la macelleria sociale inaugurata con l’introduzione in Costituzione del Fiscal Compact, e aggravatasi durante la pandemia, procedendo ad una scientifica cancellazione di ogni voce critica che possa levarsi alta, in dissenso contro il sistema neoliberista.

Oggi, ne abbiamo avuta l’ennesima dimostrazione!

Un sistema criminale e colpevole, lo diciamo chiaro, di omicidio di massa per mezzo devastazione ambientale.

Siamo noi ad accusare voi. E statene certi, prima o poi dovrete risponderne. Le lotte proseguono unite. Chi tocca uno tocca tutti!

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