Venerdì 9 Aprile, a partire dalle ore 16:30 fino alle ore 19:00, in Piazza Municipio, secondo appuntamento con i “Venerdì della freva”. Iniziative di lotta in appoggio all’Assemblea Permanente che, dal 27 Marzo, si tiene nel ridotto del Teatro Mercadante di Napoli, occupato da alcune lavoratrici e lavoratori dello spettacolo e della cultura. Per domani, hanno garantito la loro presenza in solidarietà Ascanio Celestini e Murga Los Espositos Figli di Partenope.
In questo momento di silenzio forzato, vogliamo riprenderci la voce per le strade della nostra città, provando a recuperare il valore provocatorio e politico delle nostro lavoro, dei nostri linguaggi, della nostra creatività, utilizzando conoscenze e abilità professionali.
Ci teniamo a sottolineare con forza che non si ha la pretesa di replicare, con queste iniziative, dinamiche e contenuti tipici dello spettacolo: che sia un allestimento teatrale, un concerto, un recital, una performance.
Non vogliamo sostituirci a quegli spazi adesso chiusi agli artisti e soprattutto al pubblico. Intendiamo, invece, far emergere quelle contraddizioni che da sempre investono, con effetti escludenti, autoreferenziali ed elitari, il nostro settore. E vogliamo farlo partendo da noi stessi.
Come i colleghi e compagni di lotta francesi, riteniamo che la nostra mobilitazione debba oltrepassare le sole rivendicazioni del settore culturale. Un’intera classe sociale – quella lavoratrice – sta soccombendo sotto i colpi delle politiche di austerità imposte dall’Europa. E nel nostro settore questo disastro è ancor più evidente.
La logica dei ristori una tantum, il cui scopo sarebbe quello di tamponare il disastro economico generato dalla gestione criminale e classista di questa pandemia da parte delle classi dirigenti, si è dimostrata totalmente insufficiente e inaccettabile, sia nei modi che nei tempi con cui è stata orchestrata .
Si chiede in pratica ai lavoratori di vivere con poco più di 400 euro al mese, senza alcuna prospettiva futura credibile e tranquillizzante. La gestione della pandemia da parte del governo sta ancor più impoverendo i precari e sta colpevolmente addossando il prezzo della crisi sui ceti popolari. Tradizionalmente più svantaggiati.
Richiediamo pertanto forme di sostegno al reddito per tutte e tutti. Che garantiscano una continuità di salario nei momenti di non lavoro. Contributi figurativi per il 2020 e 2021. Dimezzamento delle Giornate Minime per il raggiungimento dell’anno contributivo. Abrogazione del DL Franceschini, con le sue logiche quantitative e mercantili.
Abbiamo seguito l’esempio dei francesi, e rilanciamo l’invito a occupare i luoghi di cultura per tenere alta l’attenzione su una protesta che riguarda il futuro di tutti coloro che vivono esclusivamente del loro lavoro, senza rendite e senza entrate alternative.
Non lasciamo la rabbia seduta sui divani. Usiamola insieme a tutti i nostri strumenti: microfoni aperti, strumenti musicali, libertà di espressione!
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