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Napoli. I crolli e l’indifferenza del Comune

L’altro giorno c’è stato il crollo di un cornicione della Galleria Principe (fortunatamente senza feriti) – l’ennesimo segno di una città che si sta sgretolando sopra le nostre teste e sotto i nostri piedi. Contemporaneamente due voragini in due zone cittadine popolatissime: nei pressi di via Foria e all’Arenella.

In un territorio e una città già fragili a causa della mancata manutenzione è sotto gli occhi di tutti l’estrema vulnerabilità con un clima in cambiamento in cui i fenomeni avversi diventano sempre più violenti e improvvisi.

Al di là di questi scenari, rimane il fatto che come molte infrastrutture e beni artistici e culturali della città, la Galleria Principe è oggetto di speculazioni di cui non si prospetta alcun beneficio per la collettività.

Circa due anni fa l’amministrazione comunale insieme a Regione e Governo (allora Draghi) firmarono un piano da 90 milioni di euro per la ristrutturazione di alcuni immobili del Centro Storico tra cui la Galleria. Leggiamo di “Restauro delle facciate interne, della pavimentazione e dei porticati della Galleria Principe di Napoli da 10 milioni di euro”.

Oggi la galleria è invasa da piante che crescono tra i calcinacci e reti di contenimento all’interno della stessa, oltre alla pioggia che entra all’interno. La situazione è quindi inevitabilmente peggiorata rispetto a 2 anni fa, nonostante incessanti periodi di chiusura intermittenti che non hanno portato a progressi nei lavori di ristrutturazione e manutenzione.

Non v’è dubbio che questi fatti verranno utilizzati a pretesto per far avanzare il processo di privatizzazione della galleria, invece che per determinare una presa in carico delle proprie responsabilità da parte del Comune.

L’ultima è l’apertura del Bar ScottoJonno, tanto decantata da Manfredi e cosiddetti “intellettuali” come De Giovanni, per i quali questo doveva diventare fucina di lavoro e presidio culturale della Galleria.

E’ da considerare e sottolineare che in galleria negli anni realtà sociali e politiche, come il nostro Civico 7 Liberato, hanno organizzato rassegne musicali, dibattiti e presentazioni di libri.

Non solo si va verso la privatizzazione di un bene artistico – culturale che dovrebbe appartenere alla comunità, ma si aprono locali di lusso che fanno da vetrina a una città sempre più turistificata che dietro l’angolo non riesce però nemmeno a garantire condizioni di vivibilità ai senza tetto. Rispetto a quest’ultima problematica, l’insipienza istituzionale sta determinando casi di violenza come quello verificatosi nei pressi del Duomo, invece di lavorare per fornire soluzioni socialmente sostenibili.

Viene da chiedersi cosa sta aspettando l’amministrazione comunale, che continua ad essere completamente assente da quando è stata eletta a risolvere i gravi problemi di questa città, in prima battuta quelli infrastrutturali.

È tempo di risposte!

#lacittànegata #galleriaprincipe

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