Il 14 luglio ha inizio il processo che vede imputato il carabiniere che a marzo 2020 sparò il 15 enne Ugo Russo alle spalle mentre scappava da un tentativo di rapina con un’arma giocattolo.
In questi lunghi 3 anni che ci separano dall’omicidio di Ugo la lotta per avere verità e giustizia continua ancora, nonostante il pesante clima di censura e di narrazione distorta da parte di istituzione e media, che hanno puntato tutto sulla criminalizzazione della vittima e del contesto sociale ed economico in cui viveva, con la legittimazione indiscussa dell’uso della violenza e della forza delle forze dell’ordine al di sopra dello Stato di diritto in cui dovremmo trovarci.
Insomma si diventa colpevole di essere troppo giovani in una città metropolitana che nulla offre per una vera emancipazione materiale e sociale, malgrado i proclami di inclusione sociale di cui si riempie la retorica di governo locale e nazionale.
Il destino di Ugo Russo è comune a tanti e a troppi, basta ricordare il caso di Davide Bifolco al Rione Traiano e oltre i confini dell’Italia l’omicidio del giovane Nahel a Nanterre in Francia dimostrano quanto il giardino dei diritti del mondo occidentale sia intriso di barbarie.
La rabbia e sete di giustizia urlano ancora!
Giustizia per Ugo, per Nahel, per tutti!
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