Disoccupate le strade dai sogni
Per contenerli in un modo migliore
Possiamo fornirvi fotocopie d’assegno
Un portamonete, un falso diploma, una ventiquattrore
Disoccupate le strade dai sogni
Ed arruolatevi nella polizia
Ci sarà bisogno di partecipare, ed è questo il modo
Al nostro progetto di democrazia
Claudio Lolli, Disoccupate le strade dai sogni.
Simone Isaia sta ancora in carcere. Simone Isaia deve essere liberato!
Fuori dalla città partenopea questo nome è quello di un perfetto sconosciuto ma a Napoli la figura di Simone incarna il moderno untorello metropolitano da neutralizzare e rinchiudere in carcere tra quattro mura aspettando mirabolanti redenzioni e reinserimento nella “società civile”.
Simone Isaia, 32 anni, di Casalnuovo, provincia di Napoli sarebbe il presunto autore del rogo con cui è stata “distrutta” l’opera di “arte contemporanea” – la Venere degli Stracci – realizzata da Michelangelo Pistoletto ed installata nel giugno scorso in Piazza Municipio.
Nei giorni scorsi il Tribunale del Riesame ha respinto – con una procedura straordinariamente ed insolitamente veloce – l’istanza di scarcerazione presentata dalla difesa di Simone.
A nulla è valso l’impegno del Garante Regionale per i Diritti dei Detenuti, Samuele Ciambriello, che ha reperito la disponibilità di una struttura sociale che è disposta a “garantire la residenza” a Simone considerando che – tra i motivi del dispositivo con cui la Procura della Repubblica ha disposto la detenzione in carcere – c’è l’assenza di una “residenza stabile”.
Simone Isaia è stato – sbrigativamente – classificato come “clochard/senza fissa dimora/sbandato”ed è diventato, anche grazie ad una sconsiderata ed indecente grancassa mediatica, il nemico numero uno dell’arte, del decoro e della città/vetrina.
Dalle prime ore successive al rogo la vigente interpretazione normalizzatrice e disciplinante – ossia la moderna sociologia borghese – con cui vengono classificati i comportamenti di tutte le persone che sopravvivono la metropoli nelle pieghe del disagio mentale, economico e sociale ha elevato la figura di Simone come l’incarnazione del piromane, del fobico e del novello barbaro.
Insomma per giorni Simone Isaia è stato il target verso cui scaricare malamente l’esecrazione montante per l’atto impuro consumato verso una sacra icona dell’arte contemporanea.
Tutti a guardare, scandalisticamente, il dito del gesto eclatante e nessuno che abbia posto il tema – quanto meno il rovello, il dubbio – verso una condizione umana di grande sofferenza, di estraneità e di accertata incomunicabilità tra Simone e “il resto del Mondo”.
Del resto il Tribunale del Riesame nei giorni scorsi ma l’intera struttura normativa e figurativa con cui si amministra la Giustizia non poteva lasciarsi scappare la ghiotta occasione per continuare ad agitare come una clave l’antisociale populismo penale attorno ad un gesto che ha bucato l’informazione per cui Simone Isaia deve continuare a sopravvivere nell’unico luogo in cui non dovrebbe stare: in un carcere e, soprattutto, nell’inferno del carcere di Poggioreale a Napoli!
Giudici togati, giornalisti arruolati, amministratori locali ridotti al rango di “amministratori di condominio” e ciò che residua della “illuminata borghesia cittadina” – ridotta oramai ad una mucillagine indistinta e senza prospettive – tutti uniti nell’utilizzo strumentale dello scalpo di Simone per pompare, ulteriormente, veleno razzista, differenzialista e classista.
A rompere questo vergognoso coro forcaiolo è stata non solo, come sempre, la meritoria opera di Samuele Ciambriello ma una Petizione on Line che, in questi giorni, sta raccogliendo un numero crescente di adesioni.
Un testo in cui si chiede di mettere fine al “clima di eccitazione successivo al rogo della Venere degli Stracci” e di consentire la liberazione dal carcere di Simone Isaia. Una Petizione sottoscritta – tra gli altri – anche dall’autore dell’opera andata distrutta, Michelangelo Pistoletto.
Sabato prossimo – 12 agosto – a Napoli, alle ore 11, sarà effettuato un SIT/IN per Simone organizzato dalla Associazione “Liberi di Volare”, con l’adesione di altre associazioni che si occupano di carcere, di marginalità e di solidarietà attiva. Un SIT/IN a cui parteciperà Potere al Popolo e numerosi altri attivisti politici e sociali.
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