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Mobilitazione spontanea dei marittimi di Torre del Greco

Tre giorni fa c’è stato un sussulto di malcontento popolare da parte dei marittimi della città.

Si sono riuniti al Teatro S.Anna, nella zona portuale per discutere dei drammi della loro categoria: dalle paghe basse, ai problemi concernenti la Cassa Marittima (che dal 75% è stata ulteriormente decurtata fino al 60% per malattia) fino alla più importante: il riconoscimento della loro categoria nel campo del “Lavoro usurante”.

Perché essere marittimo in Italia è obbiettivamente un lavoro usurante, checché ne pensi chi li accusa di “rubare i soldi dello stato” usufruendo della Cassa Marittima (diventato ultimamente un’ammortizzatore sociale per la loro categoria).

Siamo andati al loro presidio in piazza Santa Croce del 18 Gennaio e ci siamo interfacciati con la platea presente.

Ciò che più di tutto saltava all’occhio era la disillusione e il determinismo di certi discorsi: dall’abbandono dei sindacati confederali (perché si, ci hanno raccontato anche questi scenari), fino al fatidico “questi vogliono parlare col sindaco, ma il sindaco non può risolvere un c***o“.

Abbiamo ascoltato le storie di persone che lasciano la loro famiglia e decidono di lavorare in mare, dove tutto è incerto, e dove ancora più incerte sono le paghe e numerosi sono gli straordinari.

Una situazione dove i “migranti che lavorano a meno di noi” , a detta dei nostri interlocutori, non contava nulla: il problema come sempre è il padrone che impone i suoi canoni, e chi non si adegua viene sostituito con qualcuno disposto a lavorare per meno.

Una situazione dove sono costretti a dormire in delle scatole per sardine chiamate “camere”, dove le loro tredicesime non venivano percepite dalle loro famiglie, ma intascate dalle aziende.

Una situazione predatoria di “cane mangia cane” dove si ha paura perfino di mettere una firma su un ipotetico questionario e dove la paura e l’amore per la famiglia ti fa accettare anche di rientrare nell’ormai sempre più comune “girone degli sfruttati”.

Tra le voci discordanti (perché in quanto autonomi, cioè non legati a sigle, è normale che non siano d’accordo fra loro) però, abbiamo intercettato delle richieste comuni: stipendi più alti, maggiori tutele, orari di lavoro umani e soprattutto riportare dignità ad una categoria che anche per effetto della globalizzazione (e anche delle ruberie di certi “armatori”) ha perso gran parte del proprio potere di acquisto.

È importante intercettare certe categorie di lavoratori, perché il loro benessere è la chiave per una società davvero “giusta ed equa”.

Perché, al contrario di una retorica occidentalista che ci vede come “area sviluppata del mondo e oasi della libertà“, queste situazioni ci dimostrano quanto si sbagliano certi “teorici”.

Perché tutte le teorie sul garantismo e l’assistenzialismo senza pratica sociale sono vane!

* Potere al Popolo Torre del Greco

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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