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Pubblichiamo un Report della Casa del Popolo “Raffaele Perna” e del Comitato Civico di San Giovanni a Teduccio circa un importante incontro, svolto lo scorso 15 novembre, con alcuni funzionari e tecnici dell’Assessorato Regionale all’Ambiente della Regione Campania.

Il contenuto di questo Report potrà sembrare eccessivamente tecnico ma – come militanti ed attivisti che, da sempre, si battono contro la devastazione ambientale dell’area Orientale di Napoli – abbiamo avviato una Inchiesta sul campo circa i fattori di pesante inquinamento che insistono nelle acque del Golfo di Napoli.

Una condizione materiale che oltre a negare, concretamente, il sacrosanto diritto alla balneabilità (prioritariamente ai settori popolari della società) è fonte di preoccupazione per le innumerevoli conseguenze sanitarie per la popolazione tutta.

Questa nostra Inchiesta ha impattato prima con l’Azienda “ABC – Acqua Bene Comune” (richiamiamo al precedente Report) ed ora ha investito il ruolo e la funzione dell’Ente/Regione. Stiamo – insomma – risalendo la “catena delle responsabilità” per individuare i vari punti di crisi che hanno determinato questa accertata situazione di vero e proprio scempio ambientale del Golfo di Napoli.

Ovviamente la prossima tappa sarà Palazzo San Giacomo, quindi l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Napoli, dove chiederemo conto dei ritardi, delle inadempienze e della palese disinformazione che arriva ai cittadini ed alla città.

Buona lettura ed appuntamento alle prossime iniziative di mobilitazione.

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Questa mattina, in continuità con il percorso intrapreso lo scorso 9 ottobre (vedi comunicato/report della Casa del Popolo Raffaele Perna del 10 ottobre), si è tenuto un presidio dinanzi all’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania in via Alcide De Gasperi a Napoli.

L’iniziativa, organizzata da Potere al Popolo e dal Comitato Civico di San Giovanni, riguardava la questione della bonifica delle acque, della loro balneabilità e dell’inquinamento del mare lungo la linea di costa di Napoli Est, con particolare attenzione alla sesta Municipalità. L’evento ha visto la partecipazione di diversi attivisti.

La delegazione, composta da Enzo Morreale (Comitato Civico di San Giovanni), Mimmo Cordone (Potere al Popolo) e Adolfo Vallini (attivista ambientalista e dirigente di USB), è stata ricevuta dall’ing. Rosario Manzi, responsabile del “ciclo integrato delle acque della Regione Campania”, e dal direttore generale dell’Ente Idrico Campano, dott. Giovanni Marcello, che ci ha raggiunto qualche minuto più tardi.

L’ing. Manzi ha chiesto di illustrare le problematiche, riferendo di aver ricevuto e letto la nota che avevamo inviato in precedenza al vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola.

In apertura Mimmo Cordone ha esposto i motivi della richiesta di incontro. Ha ricordato un primo confronto avuto con “ABC – Acqua Bene Comune” sulle competenze in materia di acque reflue e marine, evidenziando poi che la popolazione della VI Municipalità e di Napoli Est ha vissuto un’estate piuttosto travagliata, caratterizzata da notizie quotidiane riguardanti la balneabilità del mare: un giorno favorevoli e il successivo sfavorevoli. Questa situazione altalenante inquieta chi da sempre si batte per le bonifiche dei suoli e delle spiagge di Napoli Est, lottando per un mare pulito e fruibile.

L’ingegnere Manzi ha illustrato l’insieme delle iniziative intraprese per affrontare le problematiche riguardanti Napoli Est:

1) La Regione Campania, insieme ad ABC, ha organizzato un Tavolo Tecnico dedicato alle criticità di Napoli Est. Il Tavolo è stato convocato dall’Ente Idrico Campano, quale Ente di Governo dell’ATO Unico Regionale, in conformità alla legge 152/2006 (Testo Unico Ambientale), che definisce i principi della gestione del servizio idrico integrato.

2) Ci sono varie tematiche. La prima riguarda l’adeguamento del depuratore di Napoli Est, per il quale sono in corso le procedure relative all’appalto gestite dal Commissario Unico Straordinario per la depurazione. Le procedure concorsuali, inizialmente previste in scadenza per la fine di settembre, sono state prorogate di qualche giorno. Il Commissario, sebbene inizialmente poco propenso, ha concesso la proroga.

La sua perplessità derivava dall’urgenza di completare l’adeguamento dell’impianto di Napoli Est, considerato che il mancato adeguamento comporta per lo Stato una sanzione comunitaria di 10 euro per abitante equivalente all’anno, cifra che, secondo quanto indicato dalla delegazione, confermata dall’ing., ammonta a 24.000 euro per ogni giorno di ritardo.

3) Attualmente il depuratore di Napoli Est, che necessita di adeguamento, è gestito dalla Regione Campania tramite la SMA Campania. Il depuratore sversa le acque trattate in mare attraverso una condotta sottomarina situata di fronte al litorale di Pietrarsa.

4) L’attuale depuratore è di tipo chimico-fisico e non biologico, motivo per cui deve essere adeguato. Dopo molti anni e innumerevoli difficoltà, si sta finalmente procedendo: in vent’anni si sono succeduti tre commissari e, finalmente, è stata indetta la gara per l’adeguamento dell’impianto.

Il funzionario ha inoltre precisato che il Commissario, per la realizzazione del progetto, si avvale di risorse sottratte al Fondo Sviluppo e Coesione della Regione Campania, riducendo così i fondi disponibili per altre attività.

5) Sulla questione della balneabilità durante l’estate, che ha visto il Comune di Napoli alternare dichiarazioni di balneabilità a divieti in rapida successione, l’ingegnere Manzi ha precisato quanto segue: si è verificato un problema sul Collettore Vesuviano a causa di una serie di lavori di “sollevamento” (Ottaviano e Villa) eseguiti dal Comune di Napoli, lavori che in precedenza non erano previsti e sono stati avviati in modo imprudente.

Questi interventi, realizzati dal Comune, erano anch’essi legati all’infrazione comunitaria che interessa tutto il litorale di Napoli Est, e non soltanto il depuratore. Un problema fondamentale è l’assenza di fognature dal Corso Garibaldi verso il basso, in particolare lungo via Marina e le aree limitrofe, dove il sistema fognario è inesistente. Da questo punto di vista, il Comune di Napoli si trova in condizioni pessime.

Manzi ha comunque precisato che, seppur lentamente, il Comune sta procedendo con l’esecuzione delle opere necessarie.

6) Ad ABC è stato assegnato il Servizio Idrico Integrato e la gestione delle fognature, presa in carico da poco. Tuttavia, le opere di collettamento delle fognature restano di competenza del Comune di Napoli.

7)  Il funzionario è tornato a parlare delle opere di sollevamento eseguite dal Comune di Napoli sulla “finestra di troppo pieno”, un sistema progettato per “derivare le acque superiori alla 5 volte la portata media nera proveniente nel collettore”, che sfocia nell’alveo Volla. Tale finestra, in precedenza, non era mai stata utilizzata.

A seguito di sollecitazioni, è stata effettuata una verifica, scoprendo che i liquami non trattati arrivavano direttamente in mare. Il funzionario ha espresso perplessità sulla modalità adottata dal Comune per l’immissione dei liquami nella condotta, che non venivano convogliati verso il depuratore. Alla richiesta della delegazione di specificare il periodo in cui questo è avvenuto, il funzionario ha risposto che ciò si è verificato prima dell’estate di quest’anno.

Ha inoltre riferito che il suo ufficio si è attivato, ordinando alla SMA, tramite un apposito ordine di servizio, di realizzare una paratoia mobile necessaria per il corretto funzionamento dell’impianto, risolvendo così il problema. Successivamente è stato verificato che l’intervento ha avuto effetto, in quanto le analisi dell’ARPAC, che in precedenza registravano inquinamento delle acque a giorni alterni in base alle correnti, hanno mostrato risultati migliorati.

Questo rappresenta un primo passo per rimediare a un intervento inadeguato, che il Comune ha attribuito alla complessità del progetto e alla presenza di piloni autostradali. Alla domanda della delegazione su dove fosse stata collocata la paratoia, è stato risposto che si trova nel collettore Ottaviano, presso via Argine, sotto il centro commerciale Neapolis, vicino all’ex Whirlpool.

8) Infine, il funzionario ha ribadito che l’accorgimento progettuale (la paratoia) è stato realizzato in collaborazione con tutti gli enti competenti e con il Comune di Napoli.

Vi sono ulteriori aspetti legati al corretto funzionamento della rete fognaria. Presso la Darsena Marinella, il Comune di Napoli sta realizzando un piano per il collettamento di tutte le acque che confluiscono in questo punto. La delegazione ha fatto notare che, sulla mappa consultabile sul sito dell’ARPAC, risultano oltre venti scarichi fognari.

Il funzionario ha confermato questa osservazione, ricordando che, in questo caso specifico, la competenza spetta al Comune di Napoli, che sta lavorando per trovare una soluzione. Ha inoltre auspicato che ABC possa occuparsi della questione, considerando che l’azienda si è mostrata propensa ad assumere sia la realizzazione che la gestione degli impianti. Tuttavia, il Comune di Napoli intende completare direttamente i lavori già avviati, al fine di garantire continuità e di evitare ulteriori ritardi legati a un eventuale passaggio di consegne.

9) Insieme all’Ente Idrico Campano stiamo lavorando per dirottare tutte le linee di finanziamento disponibili al Comune di Napoli, al fine di eseguire gli interventi previsti, che purtroppo registrano “gravi ritardi”. Le cause di tali ritardi sono molteplici e includono rescissioni contrattuali e richieste di ulteriori fondi, i quali sono vincolati a specifiche tempistiche. Questa situazione rende necessaria una riprogrammazione degli interventi. In accordo con l’Ente Idrico Campano, stiamo valutando di affidare i finanziamenti riprogrammati ad ABC, con l’obiettivo di completare gli interventi e chiudere tutti gli scarichi.

10) Su Corso San Giovanni sono in corso lavori sulle fogne, poiché molte condotte presentavano perdite, tracimavano e i liquami finivano in mare. Si precisa che si tratta di un intervento di ristrutturazione del sistema fognario e non di un nuovo collettamento di scarichi precedentemente sversati direttamente in mare.

11) La delegazione ha chiesto chiarimenti riguardo allo scarico della condotta che immette in mare l’acqua proveniente dal depuratore di Napoli Est, interrogando se tale sversamento possa essere considerato illegale e se produca problemi di impatto ambientale. Il funzionario ha risposto affermando che lo scarico in mare non è illegale, in quanto la vecchia Direttiva prevedeva la depurazione chimico-fisica, che consentiva tale sversamento in attesa dell’adeguamento dell’impianto.

Per quanto riguarda l’impatto delle acque provenienti dal depuratore, il funzionario ha ammesso che il problema esiste e che le acque devono essere trattate. Ha spiegato che la depurazione chimico-fisica lascia una notevole quantità di ammoniaca e azoto (nitrati), sottoprodotti del refluo organico, che possono essere abbattuti solo con l’adeguamento dell’impianto.

La delegazione ha sottolineato che la procedura di infrazione e la condanna della Corte di Giustizia Europea per il mancato adeguamento del depuratore e per gli scarichi fognari risalgono al 2012, e che, a distanza di 12 anni, la situazione resta ancora critica.

Nel frattempo, è sopraggiunto il direttore dell’Ente Idrico Campano, dott. Giovanni Marcello.

La delegazione ha posto il problema che nella scorsa estate, atteso che molti cittadini lamentavano le precarie condizioni del mare, nonostante la campagna di propaganda con la quale si sosteneva che il mare del litorale sangiovannese era ritornato balneabile e che eventuali problemi ancora aperti sarebbero stati risolti nel giro stretto di qualche giorno.

Il Direttore,dott. Marcello, ha affermato che l’Ente Idrico non ha rilasciato dichiarazioni in tal senso.

La delegazione sulla base delle informazioni scaturite dall’incontro odierno rileva che i tempi per recuperare la balneabilità delle acque purtroppo non sono brevi visto l’insieme delle opere da realizzare, e che quanto prospettato durante la scorsa estate non era nell’ordine delle cose.

Il Direttore è intervenuto sostenendo che la problematica dell’area non è “strutturale ma puntuale”, poiché le infrastrutture, attraverso l’attività del tavolo tecnico,sono tutte funzionanti.  Ogni eventuale disfunzione è dovuta eventualmente alla pioggia, al “troppo pieno”, che  tracimando ha portato un po’ di sporco a mare.  I sopralluoghi effettuati sull’alvei Sannicandro e Volla hanno evidenziato che non ci sono scarichi di reti fognarie diretti a mare.

A tali affermazioni, la delegazione ha osservato che l’esperienza diretta e la documentazione disponibile indicano che, tuttora, dagli alvei fuoriesce un liquido scuro e maleodorante.

Il direttore ha precisato che dall’alveo Volla, in condizioni di tempo asciutto, fuoriescono esclusivamente 250 litri di acqua di falda al secondo.

Alle rimostranze della delegazione, il direttore ha ribadito che la situazione dell’alveo Volla è stata risolta, invitando la delegazione a fornire prove che dimostrino che dagli alvei continuano a fuoriuscire liquami. Tuttavia, le obiezioni riguardanti il fatto che, nei pressi degli alvei Volla e Sannicandro, il mare sia risultato costantemente inquinato anche durante l’estate scorsa, e nelle precedenti, sono state ignorate. La balneazione, infatti, è stata inibita dalla Regione Campania e dal Comune di Napoli tramite ordinanze basate sui dati forniti dall’ARPAC. Il direttore dell’Ente Idrico Campano ha replicato che il suo ufficio non ha competenza sulla balneazione.

Sulla base di questi presupposti e alla luce della discussione precedente, il prosieguo del confronto è diventato piuttosto problematico. Si omette,poiché ininfluenti, di riportare i toni della  polemica.

L’ing. Manzi ha ricostruito la storia e la funzione dell’acqua di falda che fuoriesce dall’alveo Volla, utilizzata in passato per l’agricoltura, e ha affermato che “sono state fatte le analisi” e che l’acqua dell’alveo Volla è “bianca”.

La delegazione, invece, ha ribadito che il mare è ridotto a una fogna, ma tale affermazione è stata energicamente rigettata dai funzionari. L’ing. Manzi ha tuttavia riconosciuto che restano ancora da completare i lavori di collettamento, a causa dei quali i liquami continuano a essere sversati in mare.

La delegazione ha quindi proposto di effettuare un sopralluogo congiunto sul litorale sangiovannese.

Dopo una discussione piuttosto animata e polemica, i funzionari regionali hanno riconfermato le argomentazioni già esposte. In un caso, il Direttore ha dovuto ammettere che fino a pochi mesi fa “c’era il Volla che portava acqua sporca a mare. Qui non c’è discussione su questo… Nel 2024, oggettivamente, l’alveo Volla portava acqua di reti fognarie a mare, non c’è discussione su questo. Dopodiché è stata intrapresa un’azione, proprio perché erano state segnalate queste situazioni, di approfondimento tecnico sull’alveo Volla. Ci siamo recati sul posto e abbiamo individuato scarichi ancora attivi, c’erano delle situazioni… Dopodiché quelle situazioni sono state rimosse.Quindi, con questi interventi, abbiamo evitato che l’acqua proveniente dal collettore di Levante, che doveva essere convogliata all’impianto di depurazione, si riversasse in mare in condizioni di tempo asciutto, quindi non in caso di pioggia. Questa era una situazione inaccettabile e non conforme alla legge. Abbiamo eliminato questo scarico, per cui oggi, e anzi già subito dopo agosto, posso dire che, dalle attività tecniche svolte, dall’alveo Volla non esce più acqua proveniente da reti fognarie in tempo asciutto. Quando non piove. Quando piove, io non posso garantirlo”.

Nel corso della discussione si è accennato ai problemi derivanti dal SIN, alle bonifiche dei fondali e del litorale, e alla immissione delle “acque bianche” in mare che, in alcuni casi, potrebbero essere illecitamente inquinate durante il tragitto verso il litorale. È stata ribadita l’esigenza di completare al più presto i lavori di collettamento sulla linea di costa della città di Napoli, affidati al Comune.

Infine, i funzionari hanno dichiarato formalmente la loro disponibilità a proseguire il confronto.

Napoli, 15 novembre 2024

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