Durante la giornata di lunedì 25 aprile qualcuno ha vergato un simbolo comunista, falce e martello, sulla lapide di Piazza dell’Unità. Con stupore abbiamo letto che il presidente della sezione ANPI della Bolognina auspica che vengano individuati gli autori del gesto.
Forse questo signore ha tralasciato di leggere il testo inciso sulla lapide che avrebbe dovuto commemorare la battaglia della Bolognina per la Liberazione della città.
Violentando qualsiasi nesso logico quel testo accosta la gloriosa battaglia del 1945 alla svolta di Achille Occhetto, che avviò il percorso che ha trasformato il PCI in quello che oggi è il partito autoritario di Renzi. L’allora segretario del Partito Comunista chiamò la sua svolta a destra “svolta della Bolognina”, infangando chi per quelle strade aveva combattuto per ben altri ideali di giustizia ed equità sociale. Altro paragone intollerabile è il richiamo alla caduta del muro di Berlino, in modo provocatoriamente antistorico. Che quel fatto sia avvenuto in modo pacifico e lineare è un enorme falso ideologico.
L’unificazione nel segno dell’economia capitalista non ha pacificato nessuno, basta guardare ciò che accade oggi nell’est europeo. La lapide partigiana non è stata sfregiata dal simbolo comunista ma da coloro che manipolano la storia per opportunismo. Al presidente dell’ANPI della Bolognina suggeriamo che le persone che hanno posto il simbolo raffigurante falce e martello sulla lapide della vergogna, hanno agito in difesa della memoria e del sangue partigiani, memoria e sangue che quella lapide quotidianamente offende. Sperare che queste persone vengano individuate ci sembra francamente un desiderio piuttosto fascista.
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oinofrio
anche nell’ANPI,sempre più infiltrati.
Daniele
Ormai anche l’ANPI, con mio grande dolore, si è accodata al carrozzone di Renzi perdendo in questo dignità e memoria; se deve andare avanti così meglio che l’ANPI scompaia, io da parte mia non rinnoverò la sua tessera.