Potrebbe sembrare una barzelletta ma a volte la realtà ci mette di fronte al paradosso per cui il prossimo 25 ottobre, nel centro di Bologna, i palazzinari scenderanno in piazza per manifestare contro il blocco degli sfratti previsto fino al 31 dicembre dal Decreto Rilancio.
Una decisione che l’APE, l’Associazione Proprietà Edilizia- Confedilizia Bologna, definisce “illiberale e populista”, contraria al “dettato costituzionale e al diritto naturale (nrd alla proprietà privata?) ma anche al semplice principio del buon senso”.
Insomma, mentre le terapie intensive si stanno riaffollando, mentre il reddito di migliaia di persone è appese a un filo a causa della crisi economica e sanitaria, mentre nonostante la crisi passata (e quella in previsione per i prossimi mesi) c’è chi non solo non diminuisce gli affitti esorbitanti nella maggior parte delle città italiane, ma addirittura rivendica il diritto continuare a sfrattare per poter continuare a speculare e costruire nuovi palazzi da affittare a prezzi ancora più alti.
Sembra un mondo alla rovescia, in cui i lavoratori che attaccano le scelte di pessima gestione della crisi sanitaria vengono sospesi dal posto di lavoro, gli studenti che protestano contro l’apertura di hotel di lusso per studenti vengono denunciati, un mondo in cui mentre le 643 persone più ricche del mondo (tra cui i proprietari di Amazon, Tesla, Facebook, Microsoft) hanno aumentato la loro ricchezza di quasi 900 miliardi, da marzo a settembre, 50 milioni di lavoratori perdevano il lavoro (tra cui precari, lavoratori della gig economy, stagionali, studenti e studenti-lavoratori).
Ma infondo non è da ora che il mondo gira alla rovescia, la lotta di classe esiste ed è in salute, dal basso ma anche dall’alto. E mentre questa crisi sanitaria ha messo in evidenza gli enormi fallimenti del sistema capitalistico, la manifestazione di domenica prossima avrà se non altro il pregio di mettere in evidenza che non siamo tutti sulla stessa barca, anzi, siamo su due navi completamente diverse, e che in comune abbiamo solo il mare su cui nuotiamo e che dobbiamo difendere.
“Ringraziamo i facinorosi manifestanti di aver chiarito una volta per tutte che anche durante una pandemia globale ed una conseguente crisi economica, non possono proprio aspettare a buttare per strada famiglie e persone”, è il commento di ASIA USB alla notizia sui social.
Ma precisa anche “non si tratta di negare che la mancanza di un’entrata mensile come quella di un affitto possa rappresentare una difficoltà per piccoli proprietari (se l’affitto percepito rappresenta il reddito, per quest’eventualità però sono stati messi in campo diversi ammortizzatori), si tratta di evidenziare che la rendita immobiliare non può valere più del diritto alla casa per tutti e tutte!”
Anche fuori dai social invece, attivisti di ASIA USB e di Noi Restiamo, hanno voluto mandare questo messaggio, ai palazzinari e alla città:
https://www.facebook.com/noirestiamo.bologna/videos/3538637079528186/
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