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Bologna in piazza per salute e Reddito

Centinaia di persone hanno risposto ieri sera alla chiamata della Federazione del Sociale Emilia-Romagna e si sono radunate in piazza a Bologna, tra la fontana del Nettuno e Piazza Maggiore.

Sotto il titolo CI CHIUDETE IN CASA? DATECI I SOLDI PER VIVERE, la piazza bolognese ha risposto alle mobilitazioni di Napoli e di tante altre città italiane dove la gestione della crisi sanitaria ha portato in piazza settori di società che restano particolarmente colpite dalle chiusure parziali a cui non è abbinata nessuna forma di sostegno. L’intervento iniziale di USB lo dice chiaro: “Non vogliono fare le chiusure necessarie perché non vogliono essere costretti a dare i soldi per il reddito, perché come a Marzo sono ancora sotto il tallone di Confindustria”.

A seguire interviene un infermiere che attacca direttamente il presidente Bonaccini, che come presidente della conferenza stato-regioni sta facendo l’alfiere del “chiudere meno possibile, nessuna garanzia per nessuno”. La rabbia dell’infermiere è precisa, attacca Bonaccini perché parla dei respiratori “come se fossero delle aspirapolveri”, come se per usarli non ci volesse personale qualificato, assunto stabilmente, invece dell’esercito di precari sottopagati che tiene faticosamente in piedi il sistema sanitario.

La stessa Piazza Maggiore è stata attraversata in questi giorni da tante mobilitazioni, in cui si sono mescolate rivendicazioni più che legittime contro la (non) gestione della crisi a quelle di categorie che rivendicano solo di tenere aperto e fatturare in barba ai malati e ai morti. USB rivendica ai microfoni dei media locali che è “una piazza diversa” rispetto a quelle di chi, come Confabitare, ha manifestato per il diritto di sfrattare. Lo striscione del sindacato recita “salute e reddito per tutti”, un altro striscione senza firma “La crisi la paghino i ricchi, nessun ricatto tra reddito e salute”.

Quello della Federazione del Sociale e con l’organizzazione giovanile Noi Restiamo “Precari sul lavoro, precaria la sanità, la generazione tradita non ci sta”. Presente anche Potere al Popolo che interviene rivendicando il finanziamento del reddito necessario tramite la tassazione di chi, da Amazon in giù, ha fatto profitto sulla crisi.

Gli interventi delle strutture organizzate sono pochi, lasciano spazio a interventi di infermieri, precari del mondo delle cooperative, lavoratori della ristorazione, studenti. La richiesta è continua: salute e reddito, le chiusure si fanno sempre più necessarie ogni giorno che si lascia diffondere il contagio senza intervenire, ogni giorno si fa più necessario che chi ha già sofferto il primo lockdown, con contratti precari mai rinnovati o contratti “stabili” che stanno ancora aspettando la cassa integrazione d’Aprile, riceva un reddito per non essere costretto a scegliere tra il rischio di contagio e il rischio di non arrivare alla fine del mese.

Come ricorda l’intervento di Noi Restiamo, Bologna è una città in cui il mercato immobiliare ha spinto gli affitti a livelli esorbitanti, ora precari e studenti rischiano di nuovo di trovarsi senza reddito e di dover pagare le centinaia di euro di affitti e utenze, col blocco degli sfratti fino al 2020. Un problema che colpisce anche settori che prima della crisi sanitaria e sociale erano messi un po’ meglio e avevano acceso un mutuo, si trovano ora di fronte alla stessa possibilità di non poter più pagare ogni mese.

Piazza Maggiore ieri sera ha dato una scossa alla città di Bologna che finora aveva visto protagonisti i settori con le richieste più corporative. Le centinaia di persone in piazza si sono riconvocate per il prossimo giovedì, promettendo che non sarà la fiammata di una sera.

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