Contro il governo degli aumenti, per natale vogliamo lo stop al carovita e il salario minimo!
Per la mobilitazione del 18 dicembre contro il carovita, stamattina siamo stati a volantinare dentro il Centro Lame, la grande IperCoop del quartiere Navile, piena di gente per le spese prima di Natale, che ha accolto con molto interesse il nostro semplice messaggio, per cui l’aumento dei beni necessari e delle bollette non le devono pagare i consumatori e i lavoratori.
Nell’unico paese in Europa in cui salari e stipendi sono inferiori di quelli di 30 anni fa, il governo vuol far pagare la stangata dell’inflazione in arrivo ai consumatori delle fasce popolari, ovvero lavoratori, disoccupati, precari, studenti e pensionati.
Si prepara infatti un inverno di incrementi significativi per i prezzi dei beni di prima necessità e per le bollette di luce e gas. Le ultime rilevazioni statistiche condotte dall’Istat sull’indice nazionale dei prezzi al consumo segnalano una allarmante accelerazione dell’inflazione che si assesta al +3,8% su base annua, con gli aumenti più ingenti per i prodotti alimentari, i servizi relativi ai trasporti e le utenze domestiche.
A fronte di una situazione critica per milioni di lavoratori, cittadini e famiglie, la riforma dell’IRPEF favorisce solo i redditi alti e medio alti e non dà sgravi adeguati a contrastare il carovita per chi guadagna meno di 35.000 lordi annui, ovvero l’80% dei contribuenti.
A una finanziaria lacrime e sangue, si è anche aggiunto il diniego, contro il caro-bollette, a ogni ipotesi di contributo di solidarietà da applicare ai redditi alti, confermando ancora una volta che redistribuzione della ricchezza e solidarietà sociale sono temi tabù per tutti i partiti dell’arco parlamentare.
Non accettiamo questa gestione economica da parte del governo e della maggioranza parlamentare: servono interventi risolutori di segno opposto rispetto alla tendenza ormai trentennale di scaricare verso le fasce più deboli il peso delle crisi economiche.
Noi di Potere al Popolo Bologna saremo presenti nei prossimi mesi nei quartieri, nelle piazze, nei luoghi di lavoro, negli spazi di socialità per informare la cittadinanza su una serie di proposte concrete per la difesa del potere d’acquisto delle classi popolari:
– L’introduzione del salario minimo di 10 Euro netti orari.
– L’estensione del Reddito di Cittadinanza per chi è a rischio povertà
– Una vera riforma progressiva dell’Irpef, che avvantaggi l’80% dei contribuenti e che aumenti l’imposizione fiscale per i redditi alti.
– Un imposta patrimoniale sulle grandi ricchezze il cui gettito sia usato per la riduzione delle accise sul gas domestico.
– Il ripristino della scala mobile.
– La calmierazione dei prezzi dei prodotti di prima necessità.
– L’estensione dei bonus sociali (per le utenze domestiche, per i trasporti pubblici)
Organizziamoci per un reale contrasto all’aumento dei prezzi!
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