Bancarotta SRL è il primo spazio sociale a essere sgomberato a Bologna sotto il sindaco Lepore. Lo sgombero mette a nudo i rapporti dentro l’alleanza di centrosinistra e il problema di democrazia. Collot: “I Cittadini che pongono problemi politici vengono considerati dei provocatori”.
I fatti
Nel 2019 una cordata di associazioni col nome di Bancarotta SRL partecipa e vince un bando per uno spazio comunale in via Fioravanti 12. Della cordata fanno parte il collettivo di XM24 (sgomberato con tanto di ruspa da via Fioravanti 24 pochi mesi dopo l’assegnazione), il Circolo Granma, lo Sportello Sociale della Bolognina, Concibò, 20Pietre, e una serie di associazioni e gruppi informali attivi nel quartiere Navile e in città.
Una delle prerogative di tale “cordata” fu proprio quella di unirsi in un’ottica cooperativa e collaborativa anziché di competizione per l’assegnazione ad un’unica associazione, come solitamente accade per questo tipo di bandi.
Dopo vittoria al bando, che ricordiamo auspicava “la sperimentazione di forme mutualistiche e collaborative di vicinato” e di nuove forme di gestione degli spazi pubblici, inizia una lunga trattativa tra Banca Rotta e il Comune il quale, dopo le belle parole spese, presenta ai vincitori un contratto di locazione in piena regola da firmare, come una qualsiasi agenzia immobiliare.
Dopo vari incontri, in cui apparentemente si fanno passi avanti, l’amministrazione sparisce senza addurre motivazione alcuna per più di un anno, nonostante vari solleciti da parte dei vincitori del bando.
L’impasse viene rotta lo scorso 12 Marzo, quando un corteo parte da Piazza dell’Unità e arriva ad aprire lo spazio di via Fioravanti. Le numerose attività dentro bancarotta hanno però vita breve: il 7 Aprile lo spazio viene sgomberato dalla polizia, la sera un corteo di trecento persone percorre le vie della Bolognina protestando contro lo sgombero.
Il 5 Aprile la vicesindaca Emily Clancy ( Coalizione Civica) aveva convocato d’urgenza Bancarotta proponendo una fuoriuscita volontaria per tornare al tavolo delle trattative.
Clancy, Lepore, Collot
Questo primo sgombero di uno spazio sociale a Bologna sotto il nuovo sindaco ha messo in grande fibrillazione la sinistra cittadina, soprattutto Coalizione Civica che si fa vanto di venire da una storia di spazi sociali e occupazioni.
La vicesindaca Clancy affida a un lungo comunicato su Facebook la sua posizione, in cui risponde anche a un’attivista di Bancarotta che a Radio Città Fujiko aveva dichiarato ome l’incontro tra vicesindaca e realtà sociali fosse servito a lavare solo la coscienza della vicesindaca. Secondo Clancy infatti: “nessuno si spenderebbe per una mediazione se sa già che avrà esito negativo”.
Il giorno dopo lo sgombero, il consigliere di quartiere di Potere al Popolo Pietro Pasquariello è intervenuto chiedendosi quale sia il ruolo di Coalizione Civica e della Vicesindaca Clancy.
Ricordando il corteo e la continuazione delle lotte, dice: “Noi di Potere al Popolo diciamo che non si chiude così questa lotta, saremo solidali con questo percorso politico fino all’ultimo”.
Sabato 9 aprile li stesso Lepore è intervenuto per mettere tutti i puntini sulle i: gli occupanti di Bancarotta secondo il sindaco sono in torto senza nessuna ragione, anzi la stessa occupazione sarebbe un falso orchestrato solo per mettere in difficoltà l’amministrazione, e la decisione di sgomberare non era conosciuta dalla vicesindaca Clancy perché non di sua competenza.
Il Resto del Carlino ha riassunto titolando “Lepore blinda la maggioranza“, forse sarebbe più corretto scrivere “Lepore blinda Clancy fuori dalle decisioni“.
Intervistata da Repubblica, la portavoce nazionale di Potere al Popolo, Marta Collot, commenta la presenza di Coalizione Civica al governo della città: “Hanno raccontato che si poteva spostare a sinistra il PD, ma è solo una favola, basta un’occupazione per far scoppiare questa bolla di sapone”.
E alla domanda sull’illegalità dell’occupazione: “Il conflitto e la lotta devono essere considerati elementi di avanzamento e invece sono percepiti come fastidiosi. Ma non tutti son d’accordo con sia ‘santità’ Lepore”.
Il secondo sgombero di Lepore, e il primo
Questo di Bancarotta SRL è il primo sgombero di uno spazio sociale, ma la prima occupazione abitativa era già stata sgomberata l’antivigilia di Natale. Si trattava degli appartamenti pubblici aperti da ASIA-USB il giorno dello sciopero generale del sindacalismo conflittuale del 11 ottobre.
Anche allora, nonostante negli appartamenti vivessero delle persone, la difesa dell’amministrazione era stata che l’occupazione fosse fasulla e quindi si potesse procedere tranquillamente in pieno inverno. Sulla vicenda La vicesindaca Clancy, che ha la delega alla casa, aveva proposto la stessa soluzione: fuoriuscita volontaria in cambio di un tavolo.
E gli sgomberi non sono l’unico capitolo aperto a sinistra. C’è il passante di mezzo, cioè l’allargamento della tangenziale, approvato con pochi abbellimenti “green” che neanche sulla carta sono sufficienti per compensare l’impatto dell’opera.
Come dicono tutti gli oppositori del progetto, 2 miliardi di investimento sulla tangenziale sono la certificazione che non si lavorerà seriamente alla necessaria riduzione del traffico privato, soprattutto per le migliaia di cittadini costretti ogni giorno a entrare e uscire in macchina da Bologna per lavoro.
Ci sono poi le tante vertenze sui progetti edilizi che stanno spuntando come funghi, come i tre grattacieli di Piazza Lambrakis.
Un problema di democrazia
Infine c’è un problema generale di democrazia a Bologna, anche sindacale. Lo può testimoniare l’Unione Sindacale di Base che, dalla vicenda di Via Zampieri passando per le questioni del carovita e le vertenze come quella dei lavoratori del Parcheggio Tanari, ha trovato costantemente un muro da parte delle istituzioni locali.
Per scavalcare questo muro sono necessarie settimane di mobilitazioni. Anche una tranquillissima protesta di SGB davanti alla sede di Coalizione Civica, sul tema delle assemblee per i dipendenti del Comune, viene attaccata come una “provocazione fascistoide” e non una legittima critica alla seconda forza politica dell’amministrazione.
Vale ancora la pena ricordare che il piano per la “logistica etica” lanciato da Lepore per l’Interporto di Bologna (dopo l’ennesimo incidente mortale), nasce coi sindacati concertativi lasciando fuori quelli conflittuali, realmente rappresentativi nel settore della logistica.
Dopo mesi di lotta politica e sociale è stato parzialmente risolto il problema creato dallo scippo di un posto in consiglio di quartiere San Donato ai danni della lista di Potere al Popolo. È stata finalmente attuata la sentenza del Tar, e Francesca Fortuzzi è stata finalmente insediata.
Ma anche durante la prima seduta del Consiglio si segnala un problema democratico, infatti il Consiglio ha dovuto rimandare la discussione del parere sul Bilancio Comunale e del programma di mandato perché alla consigliera di Potere al Popolo non erano stati consegnati i documenti in discussione entro le 72 ore necessarie per regolamento.
Non è un caso se queste difficoltà emergono proprio nell’autoproclamata città più progressista d’Italia, dove si “sperimenta” l’allargamento della coalizione a sinistra.
Le virgolette sono d’obbligo perché in realtà stiamo assistendo all’ennesima replica della coalizione di centro-sinistra in cui gli alleati di sinistra ed ecologisti possono solo subire le decisioni del PD e accontentarsi, se ci sono, di distribuire le briciole.
E in questo caso sono anche obbligati a esporsi pubblicamente su ogni passaggio per confermare la fedeltà assoluta a Lepore.
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