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Ravenna. Sabato la manifestazione contro il rigassificatore

La regione Emilia Romagna – a guida PD – ed il governo Meloni, in continuità con il governo Draghi e le direttive UE, stanno provando ad inserire un nuovo rigassificatore nel porto di Ravenna, proprio mentre la regione viene colpita da uno dei peggiori disastri meteorologici degli ultimi anni che ha portato alla morite di due persone: alla faccia della tanto decantata transizione ecologica e della sicurezza degli abitanti del territorio.

Il rigassificatore di Ravenna è solo una tessera di un più generale rimaneggiamento delle filiere energetiche: infatti mentre nei paesi NATO si interrompono i legami energetici con la Russia per portare avanti la guerra, l’Italia prova a candidarsi come perno dell’”autonomia strategica” europea e dell’economia di guerra cercando diventare l’hub del gas in arrivo dagli stati uniti, dal Nord Africa e dal Medio Oriente.

La catastrofica alluvione che proprio in questi giorni ha colpito l’Emilia Romagna – causando due morti – ci mostra quanto governo e regione siano i diretti responsabili della catastrofe ambientale: si continuando a fare grandi investimenti sul fossile ma nessuno per la sicurezza idrogeologica.

Le proteste contro le grandi opere ecocide che stanno infiammando l’Europa – in Germania a Luzerath per la cava di carbone, in Francia contro il grande bacino a Saint Soline- ci indicano la strada da seguire: far scoppiare anche qui la scintilla della lotta ecologista contro questo modello di sviluppo che sta distruggendo il pianeta.

Il corteo partirà alle 14 da piazzale Farini (di fronte alla stazione ferroviaria) e percorrerà via Carducci, via Mariani, via Guidone, piazza Caduti, via Guerrini, via d’Azeglio, piazza Baracca, via Cavour e piazza del Popolo

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