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Una nuova occupazione abitativa a Bologna

Dopo più di un mese di tendata nel cortile delle case popolari sfitte di Via Regnoli, il sindacato inquilini ASIA-USB ha dovuto aprire tre appartamenti per dare un tetto a due famiglie sfrattato dalle case popolari e in stato di necessità.

Come Potere al Popolo concordiamo con e sosteniamo la necessaria occupazione abitativa, una pratica legittima nel solco internazionale dei Diritti Umani e della Costituzione italiana a fronte di una tragedia abitativa ormai strutturale da anni e non più emergenziale che ancora oggi con una amministrazione “progressista” si esprime in tanti sfratti spesso eseguiti anche con la forza e nell’espulsione di famiglie a basso o zero reddito, con all’interno persone malate e/o disabili/ anziane e minori, precarie o disoccupate, fuori dalla città di Bologna.

Nel Consiglio di Quartiere San Donato – San Vitale, coerente con il vantato “progressismo”, è iniziato subito l’iter di interrogazioni di stampo securitario del partito di opposizione Fratelli d’Italia, che vede problemi di “legalità” o “criminalità” solo quando riguarda famiglie di lavoratrici e lavoratori, possibilmente poveri, senza cittadinanza italiana o fissa dimora.

Ovviamente viene dimenticata ogni “legalità” quando si tratta di commistioni col crimine organizzato, come testimoniano inchieste e processi sull’infiltrazione mafiosa su tutta la Via Emilia!

La Consigliere di quartiere Francesca Fortuzzi commenta oggi: “La casa è prima di tutto un diritto umano, che a Bologna non viene garantito da una gestione di Acer, che ricordiamo non è proprietaria degli immobili ma esegue le direttive del Comune e della Regione, indirizzata a tenere vuoti ancora oggi molti degli appartamenti pubblici e ristrutturare solo quello che può essere alienato al patrimonio popolare e venduto a privati.

L’occupazione di ASIA oltre a dare un tetto a persone a cui non sono garantiti né i diritti umani né quelli costituzionali, prevalenti sulle mere leggi ordinarie, punta giustamente l’indice sul problema del patrimonio pubblico lasciato sfitto e sul problema degli sfratti o la scadenza di progetti di percorsi “per l’abitare” senza di fatto poter garantire alcuna soluzione abitativa.

Questa è disumanità. È come lasciar affogare in mare chi costretto ad emigrare. Ogni alibi posto è di fatto irricevibile”.

Le interazioni tra ASIA-USB e la vice-sindaca Clancy, con delega alla casa, che avrebbe dovuto garantire soluzioni (ne ha facoltà e giustificherebbe il lauto stipendio percepito) e non porsi come “mediatrice”, testimoniano i limiti del “piano per l’abitare” del Comune di Bologna.

Prevale ancora il disinteresse di questa Amministrazione al recupero degli alloggi popolari sfitti, più interessata invece a costruire nuovi palazzi e con piani che sembrano garantire più i costruttori che gli inquilini come in particolare le fasce lavoratrici e precarie che, ahinoi, continuano ad essere lasciate in balia del feroce mercato degli affitti privati ancora fuori da ogni controllo.

Ribadiamo dunque la nostra solidarietà alla nuova occupazione in Cirenaica ed esortiamo all’annullamento di quelle leggi ordinarie regionali che consentono sfratti disumani.

Il diritto alla casa va garantito come diritto umano e serve un intervento immediato di recupero per le centinaia di alloggi popolari sfitti che, nel frattempo, sono soggetti alla malagestione di Acer che li lascia in stato di abbandono e degrado.

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1 Commento


  • Binazzi Sergio

    a bologna la cosiddetta giunta di ” sinistra ” si occupa solo dei salotti per benestanti di galleria cavour ecc.. è se ne fregano altamente dei poveri senza casa e lavoro.

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