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Roma. La gentrificazione a Testaccio si affida ai bulldozer. Picchetto antisfratto per fermarli

Nel quartiere di Testaccio in via Paolo Caselli 1, stamattina vogliono sgomberare una famiglia che vive dagli anni ’50 in alloggi costruiti su terreno comunale, perche’ dopo oltre 70 anni il comune vuole riprendersi l’area senza trovare una soluzione alternativa nonostante sia stato fatto un ricorso al TAR e lo stesso ancora deve pronunciarsi. L’Asia Usb ha organizzato un picchetto popolare per bloccare lo sfratto della famiglia. Momenti di tensione si sono registrati con gli agenti della polizia di Roma Capitale.

Non si tratta di case popolari ma di casette costruite da privati nel dopo guerra sul terreno comunale per il quale gli inquilini hanno sempre pagato le indennità previste e richieste. Ora, improvvisamente, dopo 70 anni, diventano ‘abusive’, e la Giunta Raggi ordina lo sgombero al fine di recuperare l’area, ignorando che siamo in presenza di un diritto acquisito e che lì ci vivono famiglie: una di quelle sotto sfratto ha tre figli e ci vive dal 1987.

Ma a Testaccio, il primo quartiere operaio di Roma nato nell’Ottocento a ridosso dell’area industriale di Ostiense-Porto Fluviale, da anni è in corso una gentrificazione selvaggia che ha espulso gli abitanti appartenenti alle classi popolari per sostituirli con ceti sociali più ricchi e con affitti schizzati alle stelle.

Entrano cosi in azione i “cowboy” agli ordini di Roma Capitale che ‘ripristinano la legalità’ calpestando i diritti dei cittadini che hanno bisogno di una casa: li si sbatte in mezzo alla strada, siano giovani o anziani, donne con bambini, nella totale indifferenza e senza soluzioni alternative.

Questi esecutori del ‘ripristino della legalità’ agiscono nonostante all’ordinanza di sgombero sia stato opposto un ricorso al Tar, che non è ancora stato discusso.

La Giunta Raggi, invece di dare a Roma un politica per la casa, alimenta l’emergenza abitativa sbattendo per strada famiglie con figli senza soluzioni alternative!

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