La Giunta regionale, a seguito dell’attuale fase di emergenza sanitaria e della conseguente difficoltà economica, ha approvato misure straordinarie per il sostegno agli affitti. Tali misure consistono nello stanziamento di 43 milioni di euro, ma di questi solo la metà sarebbero fondi aggiuntivi, mentre il resto consisterebbe nell’anticipo di fondi ordinari, che erano già insufficienti prima della crisi che stiamo vivendo.
A fronte di così pochi soldi, i criteri e le modalità di ripartizione del fondo lasciano esclusa una larga fetta di popolazione. Il contributo, inoltre, durerà solo 3 mesi e non potrà superare il 40% delle tre mensilità. Con riferimento ai dati ufficiali del Ministero delle Finanze, solo a Roma almeno l’11% delle abitazioni sono in locazione. Stiamo quindi parlando di una consistente parte della popolazione che nell’attuale contesto si trova in difficoltà e che non avrà accesso a queste misure.
L’emergenza casa in questa città era già presente ben prima della crisi: prima responsabile della situazione è la speculazione dei grossi proprietari immobiliari che per decenni si sono ingrassati alle spalle della popolazione. La fine di una vera politica residenziale pubblica si è accompagnata alla dismissione della proprietà residenziale pubblica in favore del privato (che non si è ancora arrestata, infatti è previsto un’ulteriore vendita di 5.000 alloggi). La liberalizzazione dei canoni prevista dalla legge 431 del ’98 ha fatto da contesto legislativo per tutto questo, in perfetta tendenza con la deregulation in ogni settore in favore del libero mercato che è cominciata ormai negli anni Ottanta.
A fronte dell’incapacità del Governo di dare risposta alla questione affitti (l’unico provvedimento preso è stato il blocco degli sfratti fino a fine giugno) questi fondi stanziati ci sembrano insufficienti verso le centinaia di migliaia famiglie in affitto nel Lazio e a Roma.
Il sindacato Asia-Usb, i movimenti per il diritto all’abitare e Noi Restiamo, così come altre realtà, hanno lanciato una campagna per il blocco degli affitti per giovani precari e studenti senza reddito; siamo convinti che sia urgente chiedere risposte strutturali non tampone, che vadano oltre l’emergenza: per questo diamo pieno sostegno ed appoggio a questa iniziativa ed alle altre che verranno in futuro.
Dalla crisi sanitaria stiamo arrivando ad una vera e propria crisi sociale. Servono quindi scelte coraggiose e risposte strutturali da parte del governo e di tutte le istituzioni, tra queste Potere al Popolo! ha chiesto l’erogazione di un reddito d’emergenza per chi non ha o ha visto crollare le sue fonti di reddito, da finanziarsi con un imposta straordinaria del 10% sui patrimoni del 10% più ricco della popolazione.
Oggi l’amministrazione regionale, il cui presidente è anche segretario di uno dei partiti di governo, dovrebbe intervenire seriamente per garantire a tutti il diritto alla casa.
Non bastano pochi soldi stanziati in fretta perché incalzati dall’emergenza, ma un intervento di programmazione pubblica, che possa calmierare gli affitti in modo strutturale, per non continuare ad ingrassare i soliti speculatori immobiliari e garantire, finalmente, un vero diritto alla casa per tutte e tutti.
Smettere di svendere il patrimonio pubblico, estendere il diritto all’abitare e recuperare le abitazioni sfitte, sono delle necessità non più rimandabili, ma la politica attuale della Regione è quella della dismissione delle case popolari (come quelle di Testaccio e San Saba, fatto che abbiamo già denunciato nei mesi scorsi).
La casa è un diritto, servono risposte subito per poterci rimanere in sicurezza.
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