«Non è sufficiente lamentarsi sui social, mettere un like ad un post o commentare “bravissimi”, certo fa piacere, ma non basta! In questa situazione non si può delegare, non si può pensare “ci pensano loro”, non esiste un loro, esiste un noi! Noi tutti, cittadini e amici della Valle Galeria, è il momento di agire e partecipare».
Iniziava così la chiamata postata sui social dal Comitato Valle Galeria Libera qualche giorno fa per alzare l’attenzione sulla battaglia che si sta svolgendo sul Monte Carnevale, a due passi dalla discarica di Malagrotta. Questa bellissima Valle infatti è stata scelta dal Comune di Roma tra una serie di 11 siti (5 dei quali però individuati nella Valle stessa…) dove costruire la nuova discarica di Roma.
Il sito prescelto si trova a soli 600 metri in linea d’aria da quella tristemente famosa di Malagrotta, la più grande del Vecchio continente (240 ettari), chiusa sì dall’ex sindaco Marino nel 2013 (attualmente attivo il Tmb), ma non ancora bonificata, né sostituta dal presidente della Regione nonché segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti nel nuovo Piano rifiuti regionale, ultimo dei quali stilato dall’ex governatrice Renata Polverini e risalente al 2011, quando però Malagrotta era ancora in funzione.
E costruire la “Malagrotta 2” lì in effetti non si potrebbe, oltre a essere una vera beffa per un territorio già martoriato che ospita circa 30.000 residenti.
Questa è la battaglia che “il popolo della Valle” sta portando avanti, riuscendo a costruire una manifestazione di 4 mila persone nello scorso gennaio e rilanciando per un’estate e un autunno di lotta.
Il pericolo è che sfruttando le troppo numerose “via libera in deroga” concesse in questo paese, il progetto della New Green Roma srl (Ngr) cominci prima ancora che la cava sia sottoposta al Via (Valutazione di impatto ambientale), salvo poi non poter tornare più indietro nel momento in cui il Via confermasse quanto già affermato dai tecnici del Comune e dalle perizie fatte svolgere dal Comitato stesso, e cioè l’irregolarità di un’eventuale nuova discarica nella zona.
Per questo domenica scorsa, 12 luglio, c’è stato un’incontro pubblico al presidio fisso di via Malnome (giorno e notte, organizzato su turni in base alle disponibilità) montato dai residenti per spiegare lo stato dell’arte della battaglia, mentre nella serata di giovedì il concerto dei The Alvermans ha fatto da colonna sonora allo splendido tramonto che illumina la Valle e all’occasione di incontro, cena e dibattito, oltre che di autofinanziamento, tra le varie anime che danno corpo alla mobilitazione.
Tutto rispettando le regole imposte dal lascito della pandemia, con misurazione della temperatura, mascherina obbligatoria, gel disinfettante per le mani, distanziamento tra non congiunti assicurato, divisione tra corridoio d’entrata e d’uscita sia per prendere il cibo che all’ingresso.
«Nel corso dell’incontro si è prospettata, dopo gli ultimi accadimenti l’esigenza di tornare a manifestare sotto la Regione Lazio», si legge nel comunicato successivo all’assemblea di domenica. L’obiettivo è chiaro, e più volte ripetuto: no a Malagrotta 2!
Di seguito, alcuni scatti del concerto.
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