L’8 ottobre L’Unione Sindacale di Base avanza una proposta per Roma, fondata su tre pilastri che dovranno reggere l’azione politico-sociale dei prossimi anni, sia per chi agisce dentro la società, tra i lavoratori, nei quartieri, tra gli abitanti e sia per chi assume funzioni di governo: la centralità delle periferie, il rafforzamento dell’intervento pubblico con un massiccio piano di assunzioni ed internalizzazioni ed un’efficace lotta alle disuguaglianze sociali.
Su queste direttrici è possibile costruire un programma per i prossimi anni che non solo stabilisca come utilizzare i fondi che arriveranno per fronteggiare la crisi del Covid ma indichi anche quali devono essere le finalità di una riforma istituzionale che riconosca a Roma il ruolo e i poteri specifici di città Capitale.
Chi vuole riproporre il vecchio modo di gestire la città, le alleanze ed i patti con i poteri forti che hanno condizionato la storia della capitale, non si riconoscerà in questa proposta. Tantomeno chi soffia sul fuoco della xenofobia per scaricare la rabbia che è cresciuta tanto in questi anni. Ma c’è forse un pezzo di città che sente l’esigenza del riscatto e che è disposta a misurarsi con la nostra proposta.
Sono state invitate le forze sociali e politiche della città
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