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Questione abitativa ancora fuori dalle priorità. Venerdi in piazza al Pantheon

Venerdì 18 ore 17.30 in occasione del dibattito sulla Legge di Bilancio è stato convocato un appuntamento di lotta in Piazza del Pantheon e si terranno presidi nella stessa giornata in altre città italiane.

Mentre sono stati respinti gli emendamenti che chiedevano una proroga del blocco degli sfratti, la presidente del Senato ha bloccato anche un emendamento utile a mettere fine allo scandalo dei Piani di Zona per l’edilizia residenziale pubblica già approvato dalla Commissione Bilancio. In questi giorni stanno per essere approvati dal Parlamento i vari Decreti Ristori e inizia la discussione sulla Legge di Bilancio, ma dalle proposte avanzate non si intravede nessuna inversione di rotta sulle politiche abitative, se non interventi minimi che vedono il solito regalo ai proprietari con il finanziamento del contributo all’affitto, un impegno irrisorio sul piano nazionale.

Saltata dunque una mini proroga degli sfratti e dei pignoramenti fino al 31 marzo (la stessa data della fine del blocco dei licenziamenti, ndr) si continua a non affrontare alla radice il dramma della casa che vive il nostro paese, aggravatosi in questo periodo di crisi pandemica, ed anzi ad aggraverlo.

Centinaia di migliaia di famiglie e tantissimi studenti fuori sede non ce la fanno a pagare gli affitti e le utenze a causa della perdita del lavoro e del reddito, nei provvedimenti al vaglio del Parlamento non viene affrontato questo problema. Si tratta di quei lavoratori che già prima della pandemia avevano difficoltà a pagare l’affitto di casa perché vivevano con stipendi da fame, precari o – come molti studenti – di lavoretti in nero per integrare i costi per lo studio.

Negli ultimi anni tutti gli istituti che fanno ricerca ci hanno più volte segnalato l’aumento vertiginoso delle disuguaglianze e della povertà nel nostro paese: ma con la crisi pandemica, che si trascinerà ancora per un lungo periodo, questa situazione è ulteriormente peggiorata.

Per affrontare seriamente questa situazione occorrono scelte chiare e radicali, un’inversione di rotta che metta in campo le risorse necessaria a rilanciare la politica pubblica per la casa, che risponda ai bisogni delle famiglie in difficoltà, dei giovani, dei disoccupati, dei precari:

1 – un nuovo piano decennale di un milione di case popolari;

2 – istituzione di un fondo per finanziare la politica abitativa con impegno di almeno il 3% dei bilanci dello stato, delle regioni e dei comuni; utilizzo di tutti i fondi ex-Gescal e del Recovery Fund;

3 – blocco del pagamento degli affitti e delle utenze;

4 – blocco degli sfratti, dei pignoramenti e degli sgomberi per tutta la durata della pandemia;

5 – tutela dei proprietari mutuatari insolventi della casa che abitano, come prevede la legge 199/2008 all’art. 1-quater;

6 – reddito di emergenza incondizionato per tutti coloro che hanno perso reddito o sono senza lavoro, integrato di una quota destinata all’affitto e alle utenze; stesso strumento può essere utilizzato per i piccoli proprietari che vivono degli affitti della casa;

7 – un provvedimento che impedisca di intimare sfratti per le morosità accumulate durante il periodo dell’emergenza sanitaria;

8 – sostenere questi provvedimenti con la tassazione del patrimonio tenuto sfitto dalle grandi proprietà immobiliari e, con aliquote specifiche, degli affitti brevi (B&B).

Per sostenere questi punti l’Asia-Usb, la Federazione del Sociale dell’Usb e la rete giovanile Noi Restiamo hanno convocato una mobilitazione sul piano nazionale per il 18 dicembre. A Roma l’appuntamento sarà alle 17.30 in piazza del Pantheon e davanti al Parlamento, nelle altre città davanti alle prefetture, perché è giunta l’ora che le risorse economiche vengano messe a disposizione delle famiglie e di chi vive il dramma della casa e non per finanziare le grandi imprese.

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