Lunedì a Roma l’Asia-Usb e il Movimento per il Diritto all’Abitare hanno manifestato per dire “No alla vendita di 7500 alloggi pubblici”.
La manifestazione è avvenuta questa mattina presso la sede centrale dell’Ater di Roma, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica, per contrastare l’applicazione del Piano Casa risalente al 2014, con la firma di Matteo Renzi e Maurizio Lupi. Questo Piano prevede la vendita di quasi 7500 alloggi che in realtà vengono venduti con un iter poco trasparente.
“Va cambiato il ruolo dell’ATER, il ruolo degli enti rispetto ad una politica pubblica, bisogna valorizzare il patrimonio esistente, bisogna fare una nuova politica pubblica della casa.” Così riporta Angelo Fascetti, responsabile USB, una volta conclusa la riunione con il direttore dell’Ater.
Uno dei punti che oggi sono stati discussi in riunione è proprio quello dell’impossibilità da parte di alcune persone di acquistare l’immobile. “Chi non può comprare può essere spostato”. USB sta chiedendo la modifica di questa norma ormai già da tempo.
Altro punto di discussione è il pessimo stato delle case popolari al momento. “Queste case popolari cadono a pezzi. Non esiste una manutenzione né ordinaria né straordinaria”, riferisce Michelangelo Giglio, altro rappresentante Asia USB.
“Stop alla vendita dell’Ater” è una protesta contro la vendita di alloggi popolari che vedono venir meno la loro principale funzione sociale. Chi non acquista rischia di vedersi trasferire in un altro luogo e in un’altra casa.
Questo comporta dei gravi danni a chi vive in quel contesto sociale perché si tratta di sradicare un nucleo familiare dal luogo in cui risiede, allontanandolo dalle sue abitudini e dalle persone che lo circondano.
L’Asia-Usb e il Movimento per il diritto all’abitare sono scesi in piazza per difendere il diritto alla casa e per garantirlo.
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