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Roma. Quale futuro per il VI municipio se non si affronta il tema dei rifiuti?

Mercoledì si è tenuta un importante iniziativa organizzata dai comitati e dalle associazioni che si battono contro il TMB di Rocca Cencia. Tra i relatori tanti esperti, tecnici, realtà del territorio e il FAI.

L’iniziativa era finalizzata a far emergere un nuovo modello alternativo per l’agro romano ed il municipio, a partire da una gestione dei rifiuti differente e dalla valorizzazione della zona archeologica di Gabii.

Se da una parte è fondamentale mettere al centro la filiera agroalimentare, così come il potenziamento delle attività culturali della zona, il VI municipio, quello con i redditi medi più bassi di Roma, meriterebbe degli interventi strutturali in particolare sul lato della gestione dei rifiuti.

Una visione alternativa viene da Maria Vittoria Molinari dell’Asia – USB, che durante l’iniziativa ha parlato di un rapporto con il territorio che deve essere re-immaginato, proprio partendo dalla questione dei rifiuti, la cui gestione deve essere rimessa in discussione e non può essere affidata ancora a grandi gruppi privati come è stato fino oggi.

In questo modo, non si è fatto l’interesse dei cittadini, ma si sono arricchiti gli imprenditori che della “monnezza” hanno fatto il proprio oro, con buona pace della salute dei territori.

Già nel PNRR del governo si nota la grande contraddizione tra il rilancio del turismo, definito centrale, ed i nuovi impianti a biogas e biometano considerati ugualmente strategici.

L’impianto di Rocca Cencia è considerato di importanza capitale per le istituzioni, che vorrebbero ulteriormente potenziarlo tramite un intervento di revamping a scapito della salute degli abitanti della zona e rendendo impossibile la valorizzazione della zona archeologica di Gabii. Tale zona rappresenta invece una ricchezza del territorio e che in troppi non conoscono.

Tra Regione e Campidoglio è in corso un braccio di ferro proprio sul tema del revamping di Rocca Cencia, così come della discarica di Monte Carnevale (Valle Galeria), che sa molto di campagna elettorale più che di effettiva visione alternativa dell’intero ciclo dei rifiuti.

Ciclo che invece dovrebbe tornare ad essere affare pubblico per il pubblico, ossia in favore degli abitanti che vivono la città, con al centro un sistema di produzione e riciclaggio eco-socio-sostenibile, e non le discariche o gli impianti mostro.

È necessario che tutta la città prenda coscienza dei disastri provocati da questi impianti e della battaglia condotta per il diritto alla salute, a cominciare dal TMB di Rocca Cencia che avvelena da anni gli abitanti del VI municipio.

Nella settimana del G20 sul “Global Health Summit” a Roma, il valore della vita e della salute contro l’inquinamento ha un’occasione in più per essere ribadita.

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