Calenda contro lo sciopero dei trasporti.
La carriera da ministro di Carlo Calenda si è infranta sulla forza conflittuale di USB nelle trattative Alitalia ed ex Ilva. Questo avrebbe dovuto consigliargli maggiore cautela, invece di attaccare lo sciopero di una categoria, quella degli autoferrotranvieri, che ha dato un enorme contributo nei lunghi mesi della pandemia e che oggi chiede, alla riapertura delle scuole e al ritorno al lavoro, maggiore sicurezza per i cittadini e per gli stessi lavoratori.
L’infelice sortita elettorale, con tanto di richiesta di precettazione, contro lo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale proclamato per venerdì 17 settembre da USB, sarà respinta al mittente dagli elettori che si schiereranno senza indugio a fianco del personale del TPL.
Calenda spaccia luoghi comuni contro lavoratori che tanto hanno dato alla comunità in questi anni drammatici: nell’ultimo biennio i lavoratori del TPL hanno scioperato due volte per quattro ore, altro che “non se ne può più”.
Nell’ultimo biennio i lavoratori del TPL hanno assicurato il servizio anche nella totale assenza delle più elementari misure contro il contagio; in un settore ormai schiavo di appalti e subappalti il salario è tutto tranne che assicurato, altro che “stipendificio”; e la favoletta dello sciopero al venerdì per fare la settimana cortissima, come se nel fine settimana i mezzi pubblici non circolassero, è roba di cui vergognarsi.
Vergogna, Calenda!
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