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Roma. La “guerra tra gli ultimi” sulle case popolari

L’ennesimo tentativo di impedire l’assegnazione di un alloggio pubblico ai legittimi aventi diritto, passati per la graduatoria comunale, è l’ennesima circostanza che dimostra come il mancato riconoscimento del diritto alla casa e la mancata gestione da parte degli enti gestori dell’edilizia pubblica dei propri alloggi, generi mostri in grado di alimentare continuamente la cosiddetta “guerra fra gli ultimi”.

Partiamo dai dati.

  • GRADUATORIA: in graduatoria ci sono 14.000 nuclei familiari in attesa dell’assegnazione di un alloggio popolare (alcuni da quasi un decennio). A questi vanno aggiunti tutti coloro i quali stanno per essere sfrattati, causa morosità e/o finita locazione, che ancora non hanno fatto la domanda e/o superato l’istruttoria (4.500 sfratti pre-covid, cui si aggiungeranno dal 2022 quelli relativi agli ultimi due anni). Infine vanno aggiunte tutte le domande che per vizi di forma (una data scritta male, un documento mancante etc…) non hanno superato l’istruttoria. Una stima verosimile del fabbisogno di case popolari a Roma, al netto delle circa 75 mila esistenti, si aggira attorno alle 40.000 unità. Un deficit di più del 50% sul patrimonio esistente.
  •  GESTIONE AMMINISTRATIVA: gli uffici del Comune di Roma sono lenti nella lavorazione di qualsiasi istanza, compresi riconsegna degli alloggi e loro riassegnazione. Ad esempio circa 300 alloggi messi a disposizione dall’Ater non sono ancora stati assegnari: quanti sono quelli vuoti di proprietà del Comune di Roma?
    Le assegnazioni col contagocce danno la sensazione che a prendere casa siano dei “privilegiati”, invece si tratta di cittadini che ne hanno diritto e da anni attendono in lista, proprio come tutti gli altri, ostaggio di un Bando che non assicura il Diritto (alla Casa) in quanto tale ma interviene (sempre con lentezza) sulle emergenze. Con questo modus operandi la graduatoria è uno strumento per fare attendere le famiglie all’infinito e non per assicurare il diritto alla Casa.
  • GESTIONE MANUTENTIVA: gli interventi sono pochi ed i soldi stanziati insufficienti (https://bit.ly/3Fg9YoQ). Questo vale sia per il Comune che per l’Ater. Le promesse di scontare in fattura eventuali interventi migliorativi degli alloggi assegnati non sempre vengono mantenute. La lentezza della macchina amministrativa e la pesantezza delle procedure burocratiche hanno un peso rilevante anche sotto questo aspetto.

Quanto successo a San Basilio ieri è figlio di questi dati. La guerra fra poveri, cui di tanto i in tanto siamo costretti ad assistere, è il risultato di inquilini che si sentono abbandonati, di cittadini estenuati da anni e anni di attesa per l’assegnazione di un alloggio. Questo suscita proteste indirizzate verso chi sta peggio, anziché nei confronti dei veri responsabili della cancellazione di qualsiasi politica abitativa pubblica. In un contesto generale in cui aumenta il lavoro precario e povero ed a fronte del carovita generale di tutti i beni di prima necessità, delle utenze, dei carburanti. Laddove la Casa potrebbe rappresentare salario indiretto, viene usata come strumento di distrazione, utile a creare ulteriore divisione fra le classi popolari ed i ceti meno abbienti: mutuatari contro inquilini, inquilini contro inquilini delle case popolari, assegnatari contro occupanti e via discorrendo.

Asia-Usb invita tutte le Istituzioni a riflettere sul momento drammatico che le famiglie stanno vivendo e a rendersi conto della deriva che decenni di abbandono e trascuratezza hanno provocato.

Noi rimarremo sempre a fianco degli inquilini e degli abitanti, in prima fila per l’ottenimento e la difesa del Diritto alla Casa.

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