È stato approvato dalla Giunta di Roma Capitale il tanto atteso Piano Casa. Uno strumento di cui la città dell’infinita emergenza abitativa e dall’altissimo numero di sfratti a fronte di decine di migliaia di case vuote, ha un disperato bisogno.
Asia Usb accoglie con favore l’approvazione del Piano Casa cittadino, frutto di anni di lotta ed impegno militante e politico sia del sindacalismo conflittuale che dei Movimenti per il diritto all’abitare.
Al suo interno sono presenti ambiti che finora, nonostante le nostre richieste e denunce, non erano mai stati presi in considerazione dalle varie amministrazioni, come ad esempio le questioni degli alloggi degli enti previdenziali o dei Piani di Zona. Questo è un chiaro risultato della capacità e l’impegno espresso in questi anni da questo Sindacato e lo rivendichiamo con orgoglio.
Il Piano dovrà essere sottoposto al parere della Commissione e ad al voto dell’Aula ed è quindi suscettibile di modifiche. Auspichiamo che queste ci siano e siano migliorative. Innanzitutto perché ci sono dei punti specifici del Piano Casa con cui non siamo d’accordo.
Ad esempio contestiamo il passaggio del recupero di Patrimonio attraverso gli sgomberi e la promessa di tutela ad eventuali fragilità ci sembra insufficiente, specie alla luce degli sgomberi cui abbiamo assistito negli ultimi mesi. In alcuni casi infatti non sono state risparmiate famiglie composte da persone a basso reddito con figli minori o da disoccupati (vedi il caso del sig. Borla a San Basilio).
Rimane comunque un indirizzo generale condivisibile, l’inizio di un percorso, quello di risolvere le emergenze in atto e al contempo recuperare ed ampliare patrimonio pubblico disponibile, il tutto in un’ottica che è quella di garantire il Diritto alla Casa. Meno convincente a nostro avviso la creazione di un ufficio denominato “Agenzia dell’Abitare”.
È vero che vi è ad oggi una difficoltà nel reperimento di alloggi sul mercato in mancanza di determinate garanzie, ma non vorremmo che si ricreassero alcune dinamiche già viste in passato, all’interno delle quali si sono inseriti soggetti che poco hanno a che fare col Diritto alla Casa, e che anzi sulla questione abitativa hanno speculato in lungo e largo.
Inoltre non possiamo non sottolineare che, almeno tecnicamente, esiste già una struttura deputata all’applicazione delle Politiche Abitative cittadine, e questa struttura, il Dipartimento, è fortemente sotto personale ed orientata più all’ostracismo che alla risoluzione dei problemi.
Ad oggi, nonostante sia passato più di un anno dalla votazione della delibera sull’emergenza (n. 104 del 1 aprile 2022), non si è ncora approntato un regolamento che la renda operativa garantendo quindi il passaggio da casa a casa per chi subisce uno sfratto esecutivo.
Anche la riforma del cosiddetto welfare abitativo è in quest’ottica un ulteriore indirizzo di fondi verso il settore privato, quasi a legittimare la richiesta di affitti salatissimi, mentre nel dibattito pubblico corrente la calmierazione di questi rappresenta la maggiore istanza proveniente dai ceti popolari.
In un’ottica di emergenza può andar bene rendere più agevole l’uso di fondi per le morosità o le garanzie, ma nel lungo periodo occorrerà dedicare tutte le risorse all’ampliamento del patrimonio di edilizia pubblica ed al potenziamento degli uffici, unico vero strumento a portata dell’Amministrazione per assegnare velocemente gli alloggi, calmierare il mercato e trascinare Roma fuori dalla crisi abitativa.
Infine, Asia-Usb, si propone di vigilare e se necessario lottare, affinché il Piano Casa, nei suoi punti strategici più importanti, cioè l’ampliamento del Patrimonio e la risoluzione delle emergenze in corso, oltre che nell’eventuale potenziamento delle strutture comunali coinvolte, venga applicato e non rimanga un quaderno di promesse non mantenute.
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