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La Lombardia chiude un pronto soccorso. USB: ma che follia è?

La direzione strategica della Asst Melegnano-Martesana – riteniamo in accordo con la Regione Lombardia – ha deciso di sospendere dal 14 marzo scorso, in piena emergenza sanitaria, il pronto soccorso di Vaprio d’Adda.

Un atto incomprensibile e all’apparenza di assoluta irresponsabilità, trattandosi di una struttura ospedaliera dotata del servizio di radiologia che garantiva oltretutto esami strumentali e un laboratorio analisi.

Un punto di intervento sanitario situato, strategicamente, ai confini del territorio bergamasco dove si sono sviluppati i maggiori focolai del contagio che ha portato, come tristemente noto, gli ospedali della zona al collasso, non essendo in grado di reggere l’elevato numero di pazienti da assistere.

Non risultano chiare le ragioni di questa scelta, per la quale non siamo stati in grado di reperire atti sul sito aziendale e che è stata comunicata al sindacato attraverso una nota informativa, ma della quale non risulta essere stata data notizia all’utenza attraverso una modifica della Carta dei Servizi.

In ogni caso, a prescindere dalle ragioni della scelta, rimane il quadro di una sanità pubblica regionale costretta, per far fronte all’emergenza, a scegliere in quali servizi impiegare il poco personale a disposizione.

Scelte che sono determinate da altre scelte, come quelle di tagliare fondi, posti letto, personale e servizi e che, a loro volta, hanno costretto il personale a scelte ancora più drammatiche: chi salvare e chi lasciar morire. Un sistema sanitario che deve compiere questo tipo di scelte non è degno di un paese civile.

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