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Cassano d’Adda. La Moratti regala un altro pezzo di sanità ai privati

Per questa mattina l’ USB ha convocato un presidio di protesta a Cassano d’Adda davanti l’Ospedale in via Quintino di Vona n 41

La Moratti (Assessore Regionale al Welfare!) sarà a Cassano d’Adda per inaugurare una struttura riabilitativa privata. E già questa in un paese normale sarebbe una notizia.

Inaugurarla in un territorio dove la riabilitazione all’interno dell’ospedale pubblico è frenata dalla “carenza di personale” motivo per cui i posti letto chiusi in occasione della pandemia, non sono ancora stati riaperti, desta più di qualche sospetto: d’altronde la lunga storia di politici ed amministratori lumbard (Formigoni, Mantovani, Rizzi, per citare i più noti) condannati a vario titolo per operazioni poco chiare nell’ambito della sanità regionale induce a guardare con sospetto a questo ennesimo episodio di commistione tra impresa privata e pubblica amministrazione.

Un’operazione che in questo caso arreca un danno evidente alla sanità pubblica, anche perché in questo caso, c’è pure l’aggravante che la struttura privata viene inaugurati nei locali di proprietà dell’Azienda Ospedaliera Pubblica, concessi per vent’anni.

Una scelta avvenuta senza alcun confronto né con le organizzazioni sindacali né, peggio ancora, con la cittadinanza. Ad oggi la struttura pubblica ha potenzialmente  tutte le competenze per poter ampliare l’offerta sanitaria alla cittadinanza, invece, ancora una volta gli amministratori della sanità pubblica, nella logica del Comitato d’affari, hanno anteposto il profitto alla salute, privilegiando il privato a danno del pubblico.

Infatti, La domanda che sorge spontanea è: ma non sarebbe stato più razionale, più giusto, più adeguato assumere il personale mancante e rilanciare la sanità pubblica, riaprendo il reparto di riabilitazione dell’ospedale? Ricordiamo che sul  presidio ospedaliero di Cassano d’Adda si concentra la Riabilitazione polispecialistica ( cardiologica, pneumologica, neuromotoria) che accoglie pazienti dopo interventi  cardiaci, con problematiche polmonari e di  neuromotoria, sia  neurologiche che ortopediche  (con postumi di ictus  schemiche o emorragiche, o con protesi)

A questo punto, ci chiediamo quando verranno riattivati i 23  posti letto chiusi per fronteggiare la pandemia, pur temendo che questa sia stata la scusa perfetta per chiuderli definitivamente malgrado un  bilancio economico che produceva utili per  tutta la ASST Melegnano e della Martesana. Posti letto che verranno persi assieme alle tante professionalità sanitarie: mediche, infermieristiche, fisioterapiche,  Operatori socio sanitari, destinati, probabilmente, ad iniziare anch’essi una carriera da precari dentro la sanità privata.

Una storia triste che si è ripetuta troppe volte, particolarmente in Lombardia e alla quale nessuno vuole mettere fine, malgrado la pandemia e gli effetti catastrofici della strage nella nostra regione, abbiano detto chiaramente che è necessario rilanciare la sanità pubblica, investendo soprattutto sui territori e ridurre l’inutile sanità privata che ha prioritario interesse nel profitto.

Per tutte queste ragioni, l’USB, insieme ad altre forze sindacali e sociali, terrà un presidio dalle ore 9.00 presso l’Ospedale di  Cassano d’Adda in Via Quintino di Vona n 41

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