Oggi 12/05 alle 10:30. In questi giorni abbiamo assistito a iniziative di protesta del mondo studentesco in tutta Italia contro il caro affitti. Come ovvio e naturale tutto è partito da Milano, probabilmente la città italiana in cui il costo dell’abitare è maggiormente insostenibile.
Siamo contenti che il Sindaco Sala abbia aperto un tavolo con alcuni rappresentanti degli studenti sul tema, ma su questo vogliamo dire chiaramente, prima degli esiti del tavolo, che il canale concordato non è e non sarà mai la soluzione.
Non lo è certamente per le migliaia di persone, studenti, lavoratori, pensionati e disoccupati, per i quali anche il canone concordato è insostenibile. La soluzione è una sola: aumentare l’offerta abitativa pubblica per tutti gli abitanti e l’offerta di studentati pubblici per gli studenti.
Decenni di canone libero ci hanno dimostrato che non esistono circoli virtuosi nel mercato delle locazioni, la proprietà edilizia piccola o grande che sia sceglie il canale concordato solo quando guadagna almeno quanto guadagnerebbe col canone libero.
I canoni privati nella nostra città sono totalmente scollegati dal livello dei salari, in un contesto generale in cui i prezzi delle locazioni aumentano ininterrottamente da un decennio a fronte di una conclamata stagnazione salariale.
Se Milano è solo la punta dell’iceberg delle difficoltà abitative degli studenti, gli studenti sono solo la punta dell’iceberg del problema strutturale che è il diritto negato di avere un’abitazione. Questa situazione produce ogni giorno tragedie individuali che compongono tutte insieme una situazione di emergenza strutturale abitativa diffusa che colpisce migliaia di persone.
Il giorno 15/05 Sadek e sua moglie, genitori di due bambini, verranno sfrattati per morosità dalle casa in cui hanno abitato per anni. A nulla è servito rivolgersi ai servizi sociali, presentare domanda di casa popolare, avere il riconoscimento, per ora solo sulla carta ad entrare in un alloggio temporaneo, a oggi, a soli 4 giorni dall’esecuzione forzata, già rinviata diverse volte grazie ai nostri picchetti anti sfratto, Sadek non sa dove andrà a dormire con la sua famiglia.
Gli stessi uffici che si occupano dell’emergenza abitativa non hanno nemmeno a disposizione strumenti per programmare un’accoglienza in albergo se non il giorno stesso dello sfratto. Anche l’eventuale collocazione in albergo, qualora arrivasse, sarà solo per 10 giorni, dopodiché nessuno sa dove questa famiglia andrà a dormire.
La situazione di Sadek è esemplificativa di come venga gestita l’emergenza abitativa a Milano, le risposte del Comune, come il recente protocollo siglato con la prefettura, sono totalmente inadeguate.
Rivendichiamo l’apertura di un tavolo per discutere urgenti provvedimenti coraggiosi, che introducano meccanismi di graduazione degli sfratti, vincolando il numero delle esecuzioni alla possibilità di ricollocare i nuclei familiari incapaci di accedere al mercato privato.
Urgono strumenti normativi che permettano agli uffici di programmare gli interventi per tempo rispetto all’esecuzione dello sfratto.
Urge abrogare la legge 431/1998 che ha liberalizzato i canoni, lasciando la classe lavoratrice in balia del mercato con il conseguente aumento spropositato degli affitti e del tutto spropositato al potere relae d’acquisto dei salari.
Urge che sia Milano a fare da apripista, la città d’Italia dove è necessaria la percentuale più alta dello stipendio per far fronte alle spese abitative.
Urge che le istituzioni si schierino chiaramente a favore del diritto all’abitare a scapito della rendita e della speculazione sulla casa.
Non c’è più spazio per posizioni ambigue. Per tutti questi motivi chiamiamo un presidio pubblico per OGGI, 12/05/2023, ORE 10:30, PIAZZA DELLA SCALA, MILANO. il presidio è aperto a tutte le realtà solidali con Sadek e con le rivendicazioni che da anni, in assenza di un’interlocuzione vera col Comune, portiamo avanti, in mezzo alle persone, nei nostri quartieri e nelle case della classe lavoratrice.
Anche per questo scenderemo in piazza il 26 maggio nella giornata dello sciopero generale, contro il caroaffitti, carovita e in difesa il diritto all’abitare.
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In questi giorni abbiamo assistito a iniziative di protesta del mondo studentesco in tutta Italia contro il caro affitti.
Come ovvio e naturale tutto è partito da Milano, probabilmente la città italiana in cui il costo dell’abitare è maggiormente insostenibile. Siamo contenti che il Sindaco Sala abbia aperto un tavolo con alcuni rappresentanti degli studenti sul tema, ma su questo vogliamo dire chiaramente, prima degli esiti del tavolo, che il canale concordato non è e non sarà mai la soluzione. Non lo è certamente per le migliaia di persone, studenti, lavoratori, pensionati e disoccupati, per i quali anche il canone concordato è insostenibile. Per non parlare del fatto che la logica degli sgravi fiscali con cui incentivarlo non sono una concessione alla classe lavoratrice, ma un modo per tutelare la rendita dei privati, pesando sulla collettività in termini di minori entrate nelle casse pubbliche, che vuol dire meno servizi, che sono salario indiretto.
La soluzione è una sola: aumentare l’offerta abitativa pubblica per tutti gli abitanti e l’offerta di studentati pubblici per gli studenti.
Decenni di canone libero ci hanno dimostrato che non esistono circoli virtuosi nel mercato delle locazioni, la proprietà edilizia piccola o grande che sia sceglie il canale concordato solo quando guadagna almeno quanto guadagnerebbe col canone libero.
I canoni privati nella nostra città sono totalmente scollegati dal livello dei salari, in un contesto generale in cui i prezzi delle locazioni aumentano ininterrottamente da un decennio a fronte di una conclamata stagnazione salariale.
Se Milano è solo la punta dell’iceberg delle difficoltà abitative degli studenti, gli studenti sono solo la punta dell’iceberg del problema strutturale che è il diritto negato di avere un’abitazione.
Questa situazione produce ogni giorno tragedie individuali che compongono tutte insieme una situazione di emergenza strutturale abitativa diffusa che colpisce migliaia di persone.
Il giorno 15/05 Sadek e sua moglie, genitori di due bambini, verranno sfrattati per morosità dalle casa in cui hanno abitato per anni.
A nulla è servito rivolgersi ai servizi sociali, presentare domanda di casa popolare, avere il riconoscimento, per ora solo sulla carta ad entrare in un alloggio temporaneo, a oggi, a soli 4 giorni dall’esecuzione forzata, già rinviata diverse volte grazie ai nostri picchetti anti sfratto, Sadek non sa dove andrà a dormire con la sua famiglia.
Gli stessi uffici che si occupano dell’emergenza abitativa non hanno nemmeno a disposizione strumenti per programmare un’accoglienza in albergo se non il giorno stesso dello sfratto. Anche l’eventuale collocazione in albergo, qualora arrivasse, sarà solo per 10 giorni, dopodiché nessuno sa dove questa famiglia andrà a dormire.
La situazione di Sadek è esemplificativa di come venga gestita l’emergenza abitativa a Milano, le risposte del Comune, come il recente protocollo siglato con la prefettura, sono totalmente inadeguate.
Rivendichiamo l’apertura di un tavolo per discutere urgenti provvedimenti netti, che introducano meccanismi di graduazione degli sfratti, vincolando il numero delle esecuzioni alla possibilità di ricollocare i nuclei familiari incapaci di accedere al mercato privato.
Urgono strumenti normativi che permettano agli uffici di programmare gli interventi per tempo rispetto all’esecuzione dello sfratto.
Urge abrogare la legge 431/1998 che ha liberalizzato i canoni, lasciando la classe lavoratrice in balia del mercato con il conseguente aumento spropositato degli affitti e del tutto spropositato al potere reale d’acquisto dei salari.
Urge che sia Milano a fare da apripista, la città d’Italia dove è necessaria la percentuale più alta dello stipendio per far fronte alle spese abitative.
Urge che le istituzioni si schierino chiaramente a favore del diritto all’abitare a scapito della rendita e della speculazione sulla casa. Non c’è più spazio per posizioni ambigue.
Per tutti questi motivi chiamiamo un presidio pubblico per OGGI 12/05/2023, ORE 10:30, PIAZZA DELLA SCALA, MILANO. il presidio è aperto a tutte le realtà solidali con Sadek e con le rivendicazioni che da anni, in assenza di un’interlocuzione vera col Comune, portiamo avanti, in mezzo alle persone, nei nostri quartieri e nelle case della classe lavoratrice.
Anche per questo scenderemo in piazza il 26 maggio nella giornata dello sciopero generale, contro il caroaffitti, carovita e in difesa del diritto all’abitare.
Asia USB Milano
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