Il novembre, a pochi giorni dall’anniversario dello sbarco del Granma a Cuba nel 1956, è stato ricordato il pensiero di Fidel Castro e il ruolo di Cuba in America latina e nel mondo come faro per l’antimperialismo dei popoli del sud globale, guida nei processi democratici e progressisti e esempio concreto di costruzione di una nuova società e del Socialismo.
L’iniziativa si è tenuta a Milano nello “Spazio Ribelle” con la presenza e l’intervento del Console generale della Repubblica di Cuba a Milano Marcos Hernandez Sosa e di Luciano Vasapollo della Rete dei Comunisti, con la partecipazione di decine di giovani di Cambiare Rotta e di studenti dell’Opposizione Studentesca d’Alternativa, nonché di simpatizzanti e attivisti delle associazioni di solidarietà verso l’isola caraibica.
Nell’introduzione si è presentato il ciclo di incontri “L’antimperialismo nel XXI secolo in Africa e America Latina” che si è voluto inaugurare proprio con l’incontro su Cuba.
Nel passaggio di fase storica che vede la fine dell’unipolarismo e l’emergere di nuovi protagonisti sul piano internazionale, è stato posto l’accento da un lato sulle caratteristiche non lineari e spesso violente di questo passaggio, come confermato dall’aspra competizione economica, dalle ingerenze politiche e sempre più spesso militari messe in campo dai paesi occidentali tramite la NATO, dall’Ucraina al genocidio perpetrato in questo mese e mezzo in Palestina; dall’altro allo scontro, colpo su colpo, che si consuma nel continente americano fra “socialismo e barbarie”, cioè fra gli USA e i popoli che si autodeterminano proseguendo e dando vita a sempre nuovi processi democratici e progressisti, e dove appunto l’esempio di Cuba e della sua pluridecennale resistenza è sempre stata ed è tutt’ora esempio da seguire.
Il Console Sosa ha contestualizzato l’impegno cubano nella costruzione di una nuova società attraverso 64 anni di processo rivoluzionario nel solco del pensiero di Fidel, attraverso l’enorme investimento in educazione, nella salute, e nei diritti sociali e civili e nella democrazia partecipativa.
Processo rivoluzionario che deve tutt’ora affrontare il violento imperialismo degli Stati Uniti, che si concretizza con l’inserimento nella lista dei paesi sponsor del terrorismo e nel criminale blocco economico. Una resistenza che sarebbe impossibile senza l’appoggio e il coinvolgimento del popolo cubano che giorno dopo giorno prosegue nella difesa e nell’edificazione del proprio futuro.
Luciano Vasapollo, recentemente rientrato da un viaggio e da importanti incontri internazionali fra economismi e intellettuali che collaborano con la Rivoluzione Cubana, ha ripercorso alcuni principi-guida del pensiero rivoluzionario, della “Rivoluzione come senso del momento storico” e della necessità di “cambiare tutto ciò che necessita di essere cambiato”, così come ha presentato gli scopi e i contenuti della nuova edizione rinnovata della rivista Nuestra America come strumento di analisi e azione antimperialista per il Tricontinente cioè per il sud globale.
Numerosissimi interventi hanno dialogato con i relatori sui più diversi aspetti: la solidarietà internazionalista, il ruolo dei giovani nei processi rivoluzionari, la necessità di costruzione dell’organizzazione rivoluzionaria, l’attuale contesto internazionale, la centralità dello studio come strumento dell’agire pratico.
Il ciclo di incontri proseguirà nei prossimi mesi, importante strumento di analisi e contestualizzazione dei processi di lotta e liberazione del sud del mondo, e di destrutturazione del pensiero eurocentrico che viene costantemente utilizzato in ogni ambito nella nostra società.
Segue l’articolo apparto su Prensa Latina:
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