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Brescia. Il nostro 25 aprile

La celebrazione del 25 aprile ha sempre avuto tre componenti. Quella istituzionale che cerca di trasformare  questa data in una ricorrenza combattentistica liberale.

Altare della Patria e discorsi contro tutte le dittature, che alla fine rendono l’antifascismo biodegradabile in ogni politica. Compresa  quella di riarmo e guerra della NATO e della UE.

C’è poi l’antifascismo popolare quello che festeggia sinceramente la Liberazione dal fascismo, più o meno sobriamente, e che scende in piazza per ricordare prima di tutto la lotta partigiana e la Resistenza. 

Infine c’è l’antifascismo militante, che collega le lotte ed i nemici di ieri a quelle e a quelli di oggi. 

A volte le tre forme di celebrazione del 25 aprile si sono trovate assieme, altre antifascismo popolare e antifascismo militante hanno contestato il palazzo delle celebrazioni ufficiali. 

A volte infine l’antifascismo militante si è dovuto mobilitare da solo. 

A Brescia queste differenze si stanno accentuando.

Il Comune  di Brescia a guida di un PD moderatissimo e totalizzante ha sempre più cercato di trasformare l‘’antifascismo naturale e profondo della città in un centrismo di palazzo ostile a tutti gli estremismi. 

Così  la piazza simbolo della lotta al fascismo, che nel 1974 vi fece strage di antifascisti, Piazza Loggia, oggi per volontà esclusiva dell’amministrazione comunale è vietata alle manifestazioni popolari. 

I neofascisti a Brescia da tempo fanno provocazioni razziste, e l’antifascismo popolare e  militante hanno reagito assieme con grandi mobilitazioni. Nel dicembre scorso però la polizia ha caricato gli antifascisti in Piazza Vittoria. La sindaca e gli esponenti del PD locale si sono schierati allora con i manganelli e hanno chiamato i manifestanti “seminatori d’odio”. 

Infine il Consiglio Comunale di Brescia, con un voto bipartisan PD- destre, ha votato una mozione che considera antisemitismo ogni forma di sostegno alla Palestina. 

Questo in una città dove le mobilitazioni contro il genocidio a Gaza sono continue,  grazie all’antifascismo militante e alle comunità palestinesi e musulmane, presenti attive e ben organizzate. 

Il moderatismo neocentrista che governa Brescia si sposta sempre più a destra. Ma può continuare a farlo senza pagare prezzo perché il PD, oltre che essere il primo partito degli affari,  delle imprese e della A2A, controlla anche le principali organizzazioni della società civile. CGILCISLUIL, ANPI, ACLI, ARCI, LegaAmbiente e tante più piccole associazioni a Brescia sono totalmente collaterali al PD e subalterne alla giunta comunale. 

Restano fuori da questo sistema di potere e controllo sociale le forze politiche della sinistra extraparlamentare, i sindacati di base, alcune organizzazioni ambientaliste e il CSA Magazzino 47, che rappresenta con il suo mondo militante e la radio la forza alternativa più importante della città. 

Queste forze, che assieme potrebbero pesare, hanno condotto finora tante lotte comuni. Ma non hanno mai trovato le condizioni per unirsi davvero e costruire un’alternativa al centrismo neoliberale che domina il Comune ed il potere a Brescia. Bisogna affrontare questo tema. 

Questo 25 aprile tutto l’antifascismo militante bresciano e le comunità palestinesi manifestano assieme con un corteo che parte dal Carmine e giunge in Piazza Loggia. 

Sono diversi anni che si manifesta così. Ma quest’anno dobbiamo avere una consapevolezza in più. 

Il nostro 25 aprile è contro il riarmo e la guerra , contro il sostegno ad Israele e per la libertà della Palestina, contro lo stato di polizia e di guerra e per lo stato sociale, contro il razzismo e il patriarcato, per la libertà di tutte e tutti.  Non si può essere davvero antifascisti se non si è contro le ingiustizie e le oppressioni di oggi.

Il nostro 25 aprile non può essere quello falso o ipocrita delle istituzioni di governo, a Roma come a Brescia.

Facciamo in modo che il corteo alternativo del 25 aprile sia il punto di partenza per costruire l’alternativa a Brescia. 

Buon 25 aprile!

* da La Brescia del Popolo

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