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Il 25 Aprile di Bergamo. E’ festa di primavera!

Bergamo è città “progressista” al centro di una vasta periferia operaia. Qui ha governato per anni Gori, l’infiltrato da Berlusconi nel PD, prima di volare a Bruxelles per votare crediti di guerra e interpretare il credibilissimo ruolo di miles gloriosus europeista.

A Bergamo il 25 aprile è molto sentito da una certa fetta di popolazione. Sarà l’aria di montagna, saranno le tradizioni di certe famiglie, sarà un ambiente a maggioranza moderata che contribuisce ad esaltare le differenze e le identità buone e ruspanti. Fatto sta che le manifestazioni in questa ricorrenza sono sempre partecipate da migliaia di persone.

Una festa di primavera che coinvolge famiglie e comunità.

Quest’anno si è arrivati alla “sobria” scadenza dopo un accumulo di mobilitazioni, spesso settimanali, per la Palestina. Si costruisce un coordinamento e un modo di stare in piazza non propriamente militante ma unitario.

Ha per centro Gaza e il suo martirio, ma potrebbe giustamente travalicarlo per aprirsi alla lotta al riarmo.

Accade che lo spezzone di corteo così connotato viene aggredito dalle forze di polizia con scudi e manganelli poco dopo l’inizio del percorso. Un contatto di un paio di minuti e un compagno viene ammanettato e portato via.

A questo punto una piccola parte del corteo si dirige verso il sequestrato e viene aggredita dalle forze dell’ordine. Nel trambusto accade pure che un agente estrae la pistola e la perde a terra.

Lo spezzone si reca sotto la prefettura anticipando di fatto l’arrivo del corteo ufficiale ed entrando così nella piazza del comizio, pronto alla contestazione.

La piazza è recintata da centinaia di transenne metalliche e ci si trova chiusi tra un loggiato e le barriere, in mezzo il vuoto. Inizia la contestazione del palco ufficiale. Continuano le pressioni sui cordoni di poliziotti schierati con una discreta dose di manganellate ricevute.

Nel frattempo il resto della piazza oltre le barriere e il territorio di nessuno si riempie. Da una parte e dall’altra le staccionate oscillano, le manganellate piovono sulle mani che le scuotono e le barriere cedono di colpo su entrambi i lati.

La polizia tenta un’ultima poco convinta carica e subito inizia a indietreggiare fino ad allontanarsi con una certa fretta. Qualcuno in mezzo al ciottolato riconquistato abbraccia chi ha sfondato dall’altro lato . Le inferriate vengono accumulate al centro per impedire rovinosi inciampi.

Credo di aver sentito risuonare lo scampanio del finale dell’ouverture di 1812 e pure le salve di cannone. Ma forse è solo l’impressione per una giornata che doveva essere sobria e da papista convinto faccio ammenda. Forse ho sentito solo le campane come quasi mai hanno risuonato a Bergamo.

Infine un nutrito corteo verso la questura per rivendicare la liberazione del compagno fermato, avvenuta poco dopo.

È festa d’aprile.

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2 Commenti


  • raffaello fiumana

    che malinconica oscura Bergamo


  • Gianfranco Fornoni

    non è malinconica Raffaello, è risorgente.

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