La rabbia dei lavoratori autonomi, degli stagionali, dei lavoratori a tutele decrescenti, di una generazione in affitto si riappropria della città.
Grande soddisfazione per la giornata di ieri, partita con un presidio di lancio della campagna politica di Potere al Popolo Senigallia e di netto posizionamento rispetto alle politiche anti-democratiche dell’attuale amministrazione, che già 2016 imponeva il limite massimo di due banchetti mensili per forza politica in periodo di pre-campagna elettorale. Cosa, questa, che rendeva di fatto impossibile raccogliere le firme necessarie a presentarsi per tutti quei soggetti che non hanno vie di accesso preferenziali o santi in paradiso.
In Piazza Roma, sotto la sede del Comune di Senigallia, abbiamo perciò palesato come tali scelte siano la rappresentazione plastica di un modello a tutele differenziate, dove i diritti formalmente sono garantiti ma sostanzialmente preclusi, per lo meno alla maggioranza.
Parliamo del modello di cui il #PartitoDemocratico si fa inequivocabilmente tetro portavoce, ma che è sostenuto e riprodotto da tutte quelle forze che invece di rompere gli schemi, scelgono di non vedere e di muoversi in compatibilità con gli interessi datoriali.
Dai sindacati confederali, sordi di fronte alle istanze dei tanti lavoratori precari, in nero, grigio, che animano la nostra stagione negli chalet, nei bar, nei teatri all’inconsistenza dell’ispettorato del lavoro cieco di fronte ai turni massacranti proposti in riviera o alle condizioni da pollaio in fabbrica.
Parliamo di un modello che garantisce l’accesso all’abitare, al lavoro, alla sanità, alla scuola una tantum, anche dopo mesi di lockdown in cui la maggior parte della popolazione ha rischiato il lavoro, la vita, la salute. Misure tampone, emergenziali per una crisi che non ha niente di emergenziale ma tanto, troppo di strutturale.
Parliamo di un modello che parla di autonomia locale, a suon di ordinanze antimovida, invece che al ritmo di assunzioni di responsabilità chiare. Come nel caso della sanità pubblica, perché se è vero che la competenza è regionale, è compito, dovere dell’amministrazione comunale fare il possibile per assicurare il benessere dei propri cittadini, prendendo, quindi, posizione di fronte – un esempio fra tanti – allo smantellamento reparto per reparto del nostro ospedale invece che chiudere le porte del consiglio comunale e andare a visitare cliniche private che di questa crisi sanitaria hanno visto ben poco. Queste sono state le parole degli interventi durante il presidio, mentre sopra, gli amministratori riuniti in Giunta, deliberavano, finalmente, dopo settimane di telefonate tra mille uffici e pressioni una deroga alla normativa, raddoppiando il numero dei banchetti a nostra disposizione!
Sicuramente si tratta di una vertenza specifica e limitata temporalmente ma rimane un segno di come gli assetti apparentemente democratici in cui viviamo trovano linfa nelle disuguaglianze che abitiamo, nel sottobosco di disagio cui siamo confinati. E la vittoria di ieri dimostra, come d’altronde ben ci insegnano i comitati della nostra città, che la lotta paga e che la rabbia che proviamo può e deve avere posto negli spazi pubblici dei nostri territori.
Di questa rabbia abbiamo parlato la sera riuniti in assemblea pubblica nel parco di #BorgoMolino, srotolandola come il filo rosso della nostra proposta politica, per dare voce a un’alternativa di sistema che, senza mediazioni, sia la rappresentanza degli interessi delle classi popolari del nostro Paese.
Una rappresentanza autonoma e indipendente, che è quello che caratterizza il DNA di Potere al Popolo, per smettere di essere compatibili con l’esistente, spostando le virgole dei tagli e dei finanziamenti a pioggia, a livello locale come regionale, come nazionale.
Nel corso, quindi, di questa assemblea a forte caratterizzazione generazionale (l’età media probabilmente non superava i 27 anni), si sono messi in fila uno dopo l’altro i temi che sentiamo la necessità di far emergere in questo passaggio elettorale: dallo sfruttamento dei lavoratori stagionali, spina dorsale dell’economia senigalliese, al modello di città da ricostruire, una città che sia sostenibile per i cittadini 365 giorni all’anno, e non solo una vetrina luccicante sotto il sole del turismo estivo e del caro affitti spropositato che costringe chi lavora in città a spostarsi nell’entroterra per trovare casa; dal rilancio del settore agroalimentare, punto di forza del nostro territorio, nel riequilibrio dei rapporti di forza nella filiera a favore dei piccoli produttori locali, alla tutela della salute dei cittadini.
Una salute che va difesa con la reinternalizzazione dei servizi e la riapertura dei presidi ospedalieri territoriali, con garanzie contrattuali e stabilizzazione dei precari, con il riconoscimento non solo mediatico degli eroi del covid, dal personale ospedaliero a quello socio-sanitario, dai lavoratori essenziali a quelli costretti a lavorare pure in piena pandemia.
Di questi temi ne hanno parlato i futuri candidati della lista di Potere al Popolo. 16 nomi, 16 forme diverse dell’incertezza contemporanea dell’incertezza contemporanea e dello sfruttamento attuale: finte partite IVA, lavoratori del turismo e della ristorazione, operatori sociali, operai a tutele decrescenti, pensionati, lavoratori atipici, a progetto, studenti precari e fuorisede. Una lista fatta di lotte sentite, vissute, praticate ogni giorno, nel proprio quotidiano oltre che come attivisti.
E di questi temi ne ha parlato anche il nostro candidato sindaco,
Alessandro Merli, operatore socio-sanitario a Senigallia, costretto dal caro affitti a fare da pendolare e da sempre attivo nella difesa dei diritti dei lavoratori precari. Un ragazzo di 30 anni che, come tanti di noi, cerca la propria stabilità nel ribaltamento di quel tavolo a cui la nostra generazione non è mai stata chiamata a partecipare. Un ragazzo come tante e tanti di noi che parla di CITTA’ DA VIVERE e non da consumare, che parla di REDISTRIBUZIONE invece che di accumulazione, che parla di DIRITTO ALL’ESISTENZA invece che alla sussistenza.
Proprio a partire da queste istanze, da qui a settembre, andremo a costruire la nostra campagna politica iniziando fin da subito con i banchetti di raccolta firme, momento di incontro, scambio e confronto con quei cittadini che sentono la necessità di riprendersi la propria città e i propri diritti ad abitarla!
Il primo appuntamento è per questo sabato (18 luglio) con un banchetto in Piazza Roma dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19!
Aiutateci a raccogliere le firme per presentarci, ma soprattutto aiutateci ad allargare la discussione sui nodi problematici di questo territorio, che una classe politica indecente (da destra a sinistra) ha contribuito a creare e che non ha nessuna intenzione di risolvere!
Costruiamo insieme l’alternativa, strada per strada, quartiere per quartiere, che la città torni ad essere dei propri cittadini!
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