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Torino. Il “Musulmano errante” fa discutere all’università

La campagna Noi Restiamo di Torino ha organizzato, nei giorni scorsi, la presentazione del libro “Il musulmano errante” di Alberto Negri al campus universitario Luigi Einaudi. Insieme all’autore, inviato speciale del Sole24Ore ormai da molti anni in Medio Oriente, Africa e Balcani, era presente Marco Santopadre, analista della politica internazionale per Contropiano.org e ciò ha dato la possibilità ai presenti di assistere ad un approfondimento ed analisi di grande lucidità e spessore che, partendo dagli Alauiti, ovvero il tema centrale di cui parla il libro, si è ricollegato al conflitto siriano in corso, alla contrapposizione di potenze regionali nell’area mediorientale e alla politica estera occidentale.
Il libro presentato tratta dell’ultima minoranza ancora al potere in tutto il Medio Oriente che attraverso il clan Al-Assad occupa i gangli fondamentali dello stato Siriano.
Nonostante sia da più di quarant’anni al potere, della religione Alauita si sa ben poco e questo perché è un ramo molto particolare dell’islam in cui la vera dottrina della fede viene rivelata solo a pochi iniziati e molte credenze si discostano molto dall’Islam sunnita o sciita.
Dal libro emerge chiaramente il rapporto che esiste tra religione e legittimazione del potere tanto da far capire perché la Siria, durante la guerra tra Iraq e Iran degli anni ’80, fu l’unico paese a sostenere l’Iran e perché abbia favorito la formazione poco oltre i propri confini di milizie sciite armate come gli Hezbollah, i quali oggi danno un contributo fondamentale alla lotta per mantenere il potere del presidente Bashar Assad.
Gli sviluppi del conflitto siriano sono quelli di una guerra mondiale, che contrappone potenze mondiali e regionali, anche se per il momento ancora confinata allo stato siriano. Gli USA che pur di abbattere un governo che nello scacchiere geopolitico è situato tra gli avversari favoriscono prima l’ISIS, poi le milizie jihadiste con l’assenso ad un intervento diretto della Turchia nel conflitto, poi ritirato in corso d’opera lasciando di fatto solo Erdogan invischiato in un’operazione terrestre diretta, ed ora con timidi aiuti ai curdi delle YPG nella loro battaglia contro il Califfato.
La Russia che interviene invece direttamente all’interno del conflitto per proteggere l’unica base navale militare che abbia nel mediterraneo e per sostenere l’alleato strategico della regione, mandando contemporaneamente un messaggio di forza agli altri alleati che possiede. D’altro canto anche l’Iran interviene indirettamente con la volontà di non perdere un alleato prezioso della regione come la Siria e ritrovarsi quindi isolato di fronte alle petro-monarchie del Golfo, principali finanziatrici dell’opposizione jihadista ad Assad.
La situazione della guerra resta complessa e soggetta a continue evoluzioni, le stesse alleanze dei protagonisti coinvolti in molti casi paiono a “geometria variabile”, basate cioè sul perseguimento di singoli obbiettivi a breve termine con facili rivolgimenti improvvisi. Proprio per la complessità del conflitto bisogna essere capaci di analizzarlo con lucidità e competenza, come è stato possibile grazie a Negri e Santopadre, per evitare di cadere in banali semplificazioni che potrebbero poi portare a sostenere uno dei vari blocchi imperialisti (o aspiranti tali) coinvolti senza la reale consapevolezza degli interessi che esso sta difendendo o costruendo nell’area.

Per chi fosse interessato al video dell'incontro si rimanda al canale youtube:
https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=YWObfm5vrhs

 
 

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