Anche a Torino, l’altroieri sera, come in molte altre città italiane, ci sono state manifestazioni contro i recenti DPCM del governo Conte e i provvedimenti presi a livello regionale per far fronte alla recrudescenza della pandemia, imponendo nuove restrizioni e chiusure che vanno a toccare la materialità delle condizioni di vita di milioni di persone.
Al di là della composizione delle piazze, spuria e anche piuttosto diversa nelle varie situazioni – e al di là naturalmente della comoda criminalizzazione del Viminale (al solito grido degli “opposti estremismi”) e dei media mainstream, rapidi a vedere dappertutto camorra e criminalità organizzata per nascondere i nodi profondi della crisi – il punto politico di fondo è l’emergere necessariamente contraddittorio di una frattura sociale alimentata dal modo in cui le classi dirigenti (non) si sono attrezzate in questi mesi per far fronte ad una prevedibile “seconda ondata” della pandemia.
Fin dal primo momento ci siamo battuti, come Potere al Popolo, perché la pandemia da Covid-19 fosse colta come un’occasione per mettere in discussione un modello economico e sociale fondato sugli interessi dei privati, a scapito di quelli collettivi: punto reso evidente dal cronico sottodimensionamento di un servizio sanitario nazionale pubblico negli anni smantellato, aziendalizzato e privatizzato; o dalla parallela erosione del welfare a tutti i livelli, con il conseguente peggioramento delle condizioni di vita di milioni di persone.
Questa nuova recrudescenza della pandemia ci restituisce nuovamente l’immagine di una classe politica allo sbaraglio, capace solamente di prendere provvedimenti alla giornata destinati a essere rapidamente superati, senza alcuna visione strategica e senza alcuna capacità di gestire collettivamente, senza scaricarne i costi su nessuno, un evento che colpisce la società nel suo insieme (qui abbiamo argomentato meglio questi concetti: https://bit.ly/2TrXLrx)
Come Potere al Popolo crediamo sia dunque indispensabile prendere provvedimenti che consentano di affrontare il Covid-19 nel modo più incisivo possibile e con i minori costi sociali:
– dove ormai la diffusione del virus è fuori controllo (come Torino e il Piemonte di queste settimane) è necessario che si arrivi al lockdown garantendo preliminarmente il reddito e il sostentamento economico a tutte le persone che vedono il loro lavoro danneggiato o in pericolo a causa del fermo delle attività;
– tamponi di massa effettuati su tutta la popolazione a intervalli regolari, nell’ambito di un immediato potenziamento della sanità pubblica a ogni livello;
– al fine di finanziare queste indispensabili misure, è necessaria una immediata tassazione di emergenza, attraverso una imposta patrimoniale verso i super-ricchi.
Su queste basi crediamo sia urgente chiamare alla mobilitazione le cittadine e i cittadini su cui vengono scaricati i costi di un sistema irrazionale, e tutte le realtà di lotta e che si battono per l’alternativa sociale!
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