Alla conferenza stampa di fine mandato (https://bit.ly/3953A62), Chiara Appendino traccia un bilancio a suo dire lusinghiero: i 5 Stelle al governo di Torino avrebbero risolto le questioni dell’ex-Moi e del campo rom di via Germanasca, ponendo le basi per un rilancio complessivo della città, “lavorando su industria, innovazione e tenendo sempre a mente il sociale”.
Tutto perfetto, dunque? Non proprio: Appendino con fare commovente afferma che “avrei voluto fare di più per Barriera“.
Siamo ormai nel ridicolo. L’amministrazione Appendino, eletta grazie ai voti delle periferie e delle classi popolari (come a Barriera), ha consapevolmente, e fin dal primo momento, accantonato quelle istanze, puntando solo ad accreditarsi presso i poteri forti della città, a cominciare dalle fondazioni bancarie (Compagnia di San Paolo e CRT), e ponendosi di fatto in continuità con le precedenti giunte a guida Partito Democratico.
Cementificazione, sanità (do you remember la contrarietà al Parco della Salute, presto diventata entusiastica approvazione?), svendita di aree pubbliche ai centri commerciali, gentrificazione, trasporto pubblico, casa, inceneritore, TAV, persino l’assurda gestione dei buoni pasto dell’emergenza Covid: le retromarce dei 5 Stelle sono state tante che non è nemmeno possibile ricordarle tutte.
Rispetto al 2016, continuano a peggiorare i dati su disoccupazione, precarietà del lavoro, emigrazione, emergenza abitativa.
Vista dal punto di vista delle imprese, delle fondazioni bancarie, dei costruttori e degli speculatori immobiliari, insomma da quello del Sistema Torino, il bilancio del mandato Appendino è certamente positivo. I 5 Stelle rappresentano ormai, come si vede bene anche a livello nazionale, una forza di sistema.
Si legga il programma per l’innovazione della loro nuova candidata, Valentina Scanga (https://bit.ly/3zbNF0q): retorica delle start-up e dell’imprenditoria “smart”, Tonite, housing sociale. Impossibile trovare la sia pur minima differenza con il programma di Lorusso e Damilano. Del resto sono tutti insieme al governo del Paese!
Ma osservata dal punto di vista dei lavoratori e delle classi popolari la questione è radicalmente diversa, e si vede bene il tradimento di quelle istanze che nel 2016 i 5 Stelle avevano dichiarato di voler portare avanti; si ripropone l’esigenza di una rottura del modello di città, non più al servizio dei privati, ma della collettività.
Per questo da anni lavoriamo in città nelle lotte, per questo alle comunali sosteniamo la candidatura di Angelo d’Orsi Sindaco di Torino!
#Torinoèdituttəse è pubblica!
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