Ieri, giovedi 2 marzo, si è svolta davanti al Politecnico di Bari la conferenza stampa indetta dal nodo barese di Cambiare Rotta per rispondere ai fatti avvenuti il 25 febbraio.
In quella giornata di sciopero nazionale del settore porto indetto dall’Unione Sindacale di Base, mentre a Genova – in risposta all’appello del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali – si svolgeva una grande manifestazione nazionale dal titolo “Giù le armi, su i salari” per denunciare il traffico delle armi nei porti, a Bari alcuni militanti – tutti studenti universitari – di Cambiare Rotta hanno svolto una breve azione di solidarietà con a supporto uno striscione, dei cartelli e una bandiera nei pressi del Politecnico di Bari.
Gli studenti raccontano che durante la registrazione di un breve video, in cui uno dei ragazzi prendeva parola per richiamare l’attenzione sui rapporti tra l’università e le forze armate, i sei attivisti sono stati bruscamente interrotti dall’intervento di funzionari della Digos che hanno sequestro tutto il materiale, eseguito una perquisizione dei loro effetti personali e infine denunciato tutti e sei per il reato di manifestazione non autorizzata.
Cambiare Rotta Bari, senza troppi giri di parole, afferma che: “La nostra protesta è stata interrotta per silenziare la denuncia tra le fitte relazioni delle istituzioni accademiche baresi, come il Politecnico e l’UNIBA, con l’industria bellica, il Ministero della Difesa e Israele.” e ancora: “Noi studenti siamo fermamente convinti di avere il diritto non solo di esprimere le nostre idee ma anche di poterle manifestare nel pieno dell’agibilità politica e democratica, soprattutto dentro le nostre università”.
Viene anche ricordato che il tema dei rapporti università/guerra e della limitazione all’agibilità dentro gli atenei sono all’ordine del giorno anche dell’assemblea nazionale universitaria che la stessa Cambiare Rotta ha organizzato per il prossimo fine settimana a Roma, gli studenti lo sottolineano per ricordare che questo problema non riguarda solo Bari.
Messaggi di solidarietà sono giunti da tutto il Paese, in primis proprio dai lavoratori portuali del CALP di Genova, ma anche dall’Unione Sindacale di Base, da forze politiche come Potere al Popolo, inclusa la portavoce nazionale Marta Collot, i Giovani Comunisti e da realtà studentesche e universitarie di tutto il Paese.
“Se volevano fermarci hanno ottenuto l’effetto opposto, siamo ancora più convinti di star facendo la cosa giusta!” con queste parole la conferenza stampa si conclude con il lancio di un percorso contro le relazioni tra l’università di Bari e la filiera della guerra, il prossimo 16 marzo con una giornata in Piazza Cesare Battisti – adiacente alla facoltà di lettere – che si articolerà dal mattino con momenti di controinformazione e socialità fino ad un’assemblea universitaria alle ore 15:00 di confronto e organizzazione delle prossime iniziative.
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