Ora comincia un percorso per rilanciare la lotta contro l’occupazione militare.
A Foras il 2 giugno ha compiuto cinque anni, ma da festeggiare c’è poco. Non la Festa della Repubblica, che dovrebbe vedere i popoli che la animano sullo stesso piano, ma che in realtà pone la Sardegna su basi di subalternità.
Non la ritrovata pace in Palestina, che pace non è quando le condizioni vengono dettate dall’uomo con il fucile in mano contro quello con la pietra.
Siamo però soddisfatte e soddisfatti della giornata di ieri perché, dopo un anno di restrizioni da pandemia, la volontà di contare nel nostro futuro ci ha portato a centinaia a Porto Pino, fino a entrare nel perimetro della base per vedere quello che hanno fatto i militari: un paradiso trasformato in inferno.
Un ringraziamento alle Madri contro la Repressione, a Sardegna Palestina, al Cagliari Social Forum e a tutte le organizzazioni presenti. Da oggi vorremmo che cominciasse un percorso di riflessione e riorganizzazione della lotta contro l’occupazione militare, per far sedimentare i semi piantati in questi anni, che ci faccia raggiungere un periodo di maturità e che ci porti a raggiungere gli obbiettivi prefissati: la fine delle esercitazioni militari, la chiusura dei poligoni, la bonifica dei siti contaminati e la restituzione dei territori alle comunità.
L’appuntamento per l’assemblea generale è fissato per il prossimo 27 giugno.
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