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Sardegna, diritto allo studio e realtà concreta

Il diritto allo studio si soddisfa con misure concrete che guardano in faccia la realtà.

I crolli all’università di Cagliari e le giuste proteste degli studenti del medio Campidano per avere servizi di trasporto degni di questo nome, rappresentano solo gli ultimi esempi in ordine di tempo in merito a un diritto allo studio che in Sardegna è poco più che carta straccia.

I problemi relativi alle strutture, alla viabilità, ai mezzi di trasporto, sono fattori che vanno ad incidere pesantemente tra i dati più alti dello Stato in termini di abbandono scolastico e rendimento.

E tra le varie difficoltà affrontate dagli studenti sardi ci sono in prima fila quelle economiche. Il costo dei libri è sempre più alto e le stesse Case editrici si danno manforte nel rimodulare continuamente i libri di testo, obbligando i genitori ad acquistarli nuovi.

Riconosciamo gli sforzi fatti dalle istituzioni di vario livello per sostenere il diritto allo studio, come gli incentivi per borse di studio e bonus per l’acquisto, ma crediamo che l’aumento degli stanziamenti sia assolutamente insufficiente. Con l’aumento vertiginoso dei prezzi di tutti i beni di prima necessità, le famiglie non riescono più a sostenere le spese per quel diritto allo studio che (sulla carta) dovrebbe essere gratuito e per tutti.

L’impoverimento progressivo della società dovuto a manovre speculative internazionali ci impone di rivalutare le stesse stime ISEE delle fasce bisognose di aiuto. Oramai sono da considerarsi povere anche numerose famiglie di lavoratori, mentre le persone sotto la soglia di povertà si contano in Sardegna nell’ordine delle centinaia di migliaia.

Anche quelle famiglie che un tempo si classificavano come relativamente benestanti, oggi sono travolte da un’inflazione che galoppa al 12%, con i prezzi di carburanti e riscaldamento diventati proibitivi, con bollette stratosferiche e ritmi di aumento quotidiani a cui corrispondono stipendi congelati da anni.

Noi di Liberu pensiamo che non sia più sufficiente, stante questo livello di impoverimento, comprendere tra le fasce destinatarie di aiuti solo quelle con un ISEE fino a € 14.650 per le borse di studio e con ISEE fino a € 20.000 per il bonus acquisto libri, peraltro corrispondente a soli 200 euro per ogni avente diritto e indistintamente.

Crediamo che una famiglia con un ISEE di 15/16/17 e fino ai 20.000 euro sia da inserire tra quelle beneficiarie di borsa di studio, perchè l’aumento delle difficoltà economiche rischierebbe di fare abbandonare gli studi a centinaia di giovani studenti rientranti in queste categorie, se non aiutati.

Crediamo anche che l’aumento vertiginoso di tutte le spese debba portare la Regione ad allargare la forbice delle famiglie interessate dal bonus libri, arrivando fino a quelle con un ISEE di € 30.000, con una redistribuzione del bonus non più come è attualmente di € 200 per tutti, bensì con un metodo inversamente proporzionale all’entità dell’ISEE: bonus più alti a chi è più bisognoso, e via via meno consistenti per chi è meno bisognoso.

La Regione dovrebbe operare celermente uno scostamento di bilancio e provvedere ad aggiungere queste misure emergenziali, con nuovi interventi aggiuntivi rispetto a quelli la cui domanda di accesso scadrà il prossimo 4 novembre 2022.

Non possiamo ulteriormente tollerare che il diritto allo studio sia solo teorico e sempre più appannaggio delle classi più ricche, e non possiamo più utilizzare gli stessi parametri precedenti alla grande avanzata della crisi economica generale.

Ad un dilagare della crisi deve corrispondere un intervento di sostegno, urgente e concreto, per tutte le famiglie che vanno verso un progressivo impoverimento.

Queste sono le misure, concrete, che Liberu propone alla politica regionale per difendere davvero il diritto allo studio e per fare qualcosa di tangibile nella lotta contro l’abbandono scolastico in Sardegna.

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