L’anno nuovo è stato salutato dalla preside del Liceo Principe Umberto di Catania con una sorta di blitz giudiziario.
Infatti, sono stati urgentemente convocati a scuola studentesse e studenti, sei, e i loro genitori, per ritirare una convocazione ad un Consiglio d’Istituto straordinario, dove dovranno rispondere alle accuse di occupazione e di danneggiamento causato all’istituto.
Ma, in questi casi, non è previsto un Consiglio di Classe straordinario?
Perchè la convocazione del Consiglio d’Istituto staordinario?
Bisogna intimidire le studentesse e gli studenti nell’ottica dei dettami repressivi della “Buona Scuola” renziana?
Una scuola pubblica statale trasformata in tribunale speciale :
” Le ragazze e i ragazzi – si legge in una nota diffusa dai LPS- Liberi Pensieri Studenteschi – dovranno difendersi dalle accuse di fronte al consiglio d’istituto come se fossero all’interno di un vero e proprio tribunale, cosa che crediamo paradossale considerando che la scuola dovrebbe essere un luogo per crescere e non per essere trattati come dei criminali”.
Sembra, che, ad alcuni degli studenti inquisiti sia stato suggerito dalla presidenza di contattare un avvocato: “Sono stati – dicono i LPS – minacciati di almeno due settimane di sospensione e solo in caso di ammissione di colpevolezza, la possibilità di scontare la sanzione in lavori utili, tuttavia in caso di ammissione c’è il rischio di avere problemi con la giustizia e il tribunale (quello vero). È inaccettabile che alcuni studenti siano chiamati a rispondere di un occupazione realizzata da centinaia di studenti che hanno partecipato a queste giornate alternative. Perché la preside ha pescato i loro nomi da un’urna di cristallo individuando sei ragazz* come capro espiatorio di un’occupazione partecipata dalla maggior parte degli studenti della scuola? E in fondo, condannati per cosa? Per battersi in prima linea per ottenere risposte da organi come il provveditorato, il comune o l’ex provincia, che continuano a non fornire risposte nonostante i mesi di richieste, colloqui e le successive occupazioni? Il proposito di questa occupazione, come quello delle mobilitazioni di ottobre-novembre- dicembre, è solo in secondo luogo quello di ricevere delle effettive risposte dagli enti che dovrebbero assicurarsi che le nostre scuole non cadano a pezzi, risposte che sappiamo tardano o non arrivano proprio.
L’obiettivo principale è quello di rendere la scuola almeno per alcuni giorni un luogo di crescita che non promuova competizioni e schemi, diverso da quello che ci propinano ogni giorno. Ma, come abbiamo cercato di farlo? Proponendo progetti, laboratori e momenti di pulizia utili non solo alla crescita di un parere critico, ma che mirano alla cooperazione e alla solidarietà fra gli studenti. Per questo motivo condanniamo i provvedimenti della dirigenza, invitiamo alla massima diffusione della notizia e alla solidarietà”.
Con le studentesse e gli studenti del Principe Umberto la professoressa Claudia Urzì, del coordinamento nazionale USB Scuola:
” La polizia al liceo Galilei, il Tribunale speciale al Principe Umberto. Basta criminalizzazione delle lotte studentesche”
L’USB Scuola Catania, esprimendo la propria solidarietà alle giuste richieste avanzate dalle studentesse e dagli studenti, condanna la criminalizzazione delle lotte studentesche, la disinformazione in atto su queste lotte e il silenzio degli organi istituzionali a cui il movimento studentesco ha posto le proprie documentate richieste ”.
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