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Pozzallo. Nave Ong sequestrata. “Free Open Arms”, chiede il presidio

Posti di blocco della polizia e zone rosse

Pozzallo, 24 marzo, per le ore 10, un presidio al porto, autorizzato dalla questura. Un presidio per esprimere la solidarietà all’equipaggio della nave catalana Ong “OPEN ARMS” sequestrata dalla procura della repubblica di Catania: equipaggio colpevole di aver salvato 218 esseri umani e di non averli consegnati ai miliziani dell’EU e di Minniti, alias la Guardia Costiera di Tripoli.

Ma, gran parte dei partecipanti alla manifestazione, prima di arrivare al porto di Pozzallo, ha dovuto affrontare controlli su controlli da parte della Polizia e della Digos e della Guardia di Finanza.

Posto di blocco n°1, all’ingresso di Pozzallo, con un grande dispiegamento di mezzi e di agenti delle volanti e della Digos. Perquisizione delle auto, controllo delle bandiere ( Luciano, militante della Federazione del Sociale USB di Catania, non permette al poliziotto che lo sta controllando di mettere le mani sulla bandiera : “Questa è la bandiera del Sindacato, dell’USB. Sindacato. e non si tocca”), i documenti fotografati dal digossino, fotoreporter mancato… Dopo circa 15 minuti si riparte, verso il porto.

E, c’è il posto di blocco n°2, la Guardia di Finanza, ad un centinaio di metri, girato l’angolo … lo stesso rituale del blocco precedente.

Ad un chilometro dall’ingresso del porto l’immancabile “zona rossa”, si procede a piedi e, a trecento metri prima prima di entrare, finalmente, nell’area portuale, c’è un altro posto di blocco della Polizia, e, per la terza volta (nelle foto di A.D., le compagne e compagni della Comunità Resistente Piazzetta – CPO Colapesce e della Federazione Del Sociale USB Catania) vengono identificate e “trattate” con il metald detector.

Viene fatto aprire un lungo striscione, che un digossino, non nascondendo la sua goduria, riprende con una telecamera. Stesso “interesse” per le bandiere che ancora erano arrotolate. Stesso trattamento hanno subito altr* compagn* provenenti da altre parti della Sicilia. Tutto questo ha ritardato parecchio la manifestazione, iniziata con un  girotondo nello spiazzale del porto di Pozzallo, al grido di “Free Open Arms”. Dalla Open Arms, ormeggiata in una “zona rossa” del porto, il comandante Mark Reig e la capo missione Anabel Montes hanno raggiunto il presidio : “Grazie a tutti per l’appoggio – dice la Montes – per noi è molto importante. Siamo certi di aver agito nel rispetto di tutte le leggi marittime e di essere in buona fede. Noi continueremo a salvare migranti. Aspettiamo notizie dal tribunale, abbiamo fiducia negli ordini giudiziari italiani”.

In contemporanea con Pozzallo, presidi a Roma, Barcellona e Madrid.

Martedì la decisione del gip di Catania sulla convalida del sequestro della nave e delle accuse all’equipaggio di “associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina”.

“Aspettiamo notizie”, dice Anabel Montes .

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1 Commento


  • vecchia talpa

    Quando il potere adotta questi strumenti, allora vuol dire che è allo sbando! Hanno paura pure delle bandiere. Ma a ben ragione ad averne!!!!

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