Indetto dalla Federazione del Sociale USB Catania si è tenuto ieri, dalle 10:30 alle 14:00, ad Acitrezza, davanti al Lido dei Ciclopi, il Presidio #iostoconoraziovasta, il lavoratore, che dopo 25 anni di lavoro precario, si vede costretto a difendere il suo posto di lavoro precario, all’interno di una azienda confiscata alla mafia, proprietà dello Stato.
“La giusta protesta del nostro compagno – si legge in una nota diffusa dalla Federazione del Sociale catanese- è stata definita dal presidente del CdA dell’azienda, attraverso un lungo comunicato stampa, con queste parole: “singola, isolata e infamante”.
Potremmo replicare e rispedire consonante per consonante e vocale per vocale al mittente. Ma, abbiamo deciso, in pieno accordo con il compagno Vasta, che questo comunicato stampa si commenta e si “replica” da se. Precisiamo solo, che dopo due anni, con due richieste ufficiali dell’USB per incontrare il CdA e conoscere il Piano Industriale Aziendale, richieste a cui il sopra citato CdA non ha mai risposto, solo attraverso la pressione della protesta “singola, isolata e infamante” del nostro compagno, il CdA, nella veste del suo presidente, è uscito allo scoperto, anche se con un comunicato stampa”.
L’iniziativa di ieri dell’USB ha registrato la presenza di rappresentanti di Potere al Popolo, dei Briganti di Librino, del Centro Sociale Liotro, del PMLI, del CPO Colapesce,di Azione Civile, di Red Militant, del Centro Solidarietà Graziella Giuffrida, del CDC-Difesa Costituzione, del PCL , del Comitato Casa X Tutti Catania e di Eurostop. Presenti anche frequentatori del Lido dei Ciclopi e tante individualità. Presenti anche dei lavoratori di altri comparti della stessa azienda di cui fa parte il Lido ( Gli Ulivi Srl), che sono stati licenziati e abbandonati a se stessi dalla Triplice sindacale.
“Il presidio di ieri -commenta la Federazione del Sociale catanese – al di là della delibera del 28 maggio, annunciata dal presidente del Cda attraverso un comunicato, che prevederebbe l’assunzione di Vasta dal 15 giugno al 15 settembre, è stato indetto da questo sindacato per ribadire che il diritto al lavoro non è un favore, ma un diritto; per ribadire che le aziende confiscate alla mafia non devono essere gestite come proprietà privata dove i padroni, autorizzati dallo Stato, decidono del destino delle lavoratrici e dei lavoratori e si permettono di cestinare le richieste di incontro che non provengono dalla CGIL CISL UIL, dal sindacato giallo”.
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Giusèppe Sparatòre
Sono pochissime le aziende che a seguito dell’essere stati sequestrati alla Mafia,hanno nominato degli amministratori giudiziari per garantire i diritti dei lavoratori.E’ strano che lo Stato per punire chi Delinque,in quanto appartenente ad una o piu’ Consorterie Mafiose,privi i lavoratori di queste aziende del diritto a conservare il posto di lavoro,e quindi di continuare a lavorare!!!