Simbolo della crisi di un sistema di sfruttamento irrazionale della natura
Le mobilitazioni e le inchieste di questi anni contro il criminale interramento del keu e le discariche in Valdera hanno smascherato un sistema di devastazione ambientale che si basa sull’uso mercantile dell’ambiente dove viviamo, grazie anche alla corruzione di forze politiche e amministratori locali al servizio di imprenditori senza scrupoli, arricchitisi sulla pelle dei lavoratori e delle popolazioni che vivono vicino alle aziende incriminate.
La crisi climatica che sta devastando intere regioni d’Italia e del mondo, proviene esattamente da un modello economico che non può (e non vuole) risolvere alla radice una contraddizione figlia diretta del modo di produzione capitalistico, come dimostra il cosiddetto “Green Deal” lanciato dall’Unione Europea, che si sta rivelando solo una grande operazione propagandistica ed ideologica di un polo imperialista che deve fare i conti con le guerre che fomenta, a partire da quella ucraina.
La distruzione del Nord Stream 2 nel mar baltico, con il quale la Germania importava gas russo a costi estremamente convenienti, ha fatto tornare “ecologiche”, nella narrazione dei burocrati di Bruxelles, la produzione di energia delle centrali nucleari e a carbone, smascherando una volta per tutte l’operazione di “green washing” delle politiche ambientali della UE.
Anche l’implementazione dei motori elettrici evidenzia l’insopprimibile contraddizione tra lo sviluppo tecnologico, il mondo del lavoro e l’attuale modello mercantilista, per cui ad un cambio di sistema produttivo corrisponde una aumento della disoccupazione di massa, determinando così un forte restringimento del mercato per mancanza di acquirenti. Un circolo vizioso che sta facendo sprofondare le economie occidentali.
Il capitalismo sta toccando i propri limiti, su scala planetaria. La logica che sostiene la sua ragione di esistenza e’ il costate aumento dei profitti, impossibile da realizzare in un mondo “finito”.
Lo scontro politico ed economico con altre potenze emergenti (i BRICS) si trasforma così in guerra aperta, unica soluzione per ricreare le condizioni del proprio rilancio: distruggere per ricostruire. Non a caso vicino alle discariche e al keu si intende costruire anche una nuova base militare.
Le devastazioni ambientali e militari realizzate e progettate per la Valdera sono figlie di questa logica di rapina.
La Rete dei Comunisti e’ al fianco delle lotte dei comitati ambientalisti, indicando percorsi di lotta che mettano al centro gli interessi delle maggioranze, che dovranno sperimentare nuovi modi di produrre e di relazionarsi tra gli esseri umani e con la natura, fuori e contro l’attuale modello produttivo e di relazioni sociali.
Non esiste una forma “democratica” ed ambientalista di gestione del capitalismo.
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