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Venezia. Presidio cittadino all’inaugurazione della più dannosa opera della storia

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#Nomose!

Accerchiati dalla polizia, carabinieri e guardia di finanza. Neanche il diritto di manifestare pacificamente!

Ci stanno rubando il futuro permettendo a questa opera inutile, dannosa, sbagliata e costosa di proseguire, impedendo a vere soluzioni di avanzare per salvare la laguna dalle acque alte, dall’innalzamento del mare.

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Il Mose è il problema, non la soluzione!

Questa mattina 10 luglio, tutte le autorità (in)competenti – il Presidente del Consiglio, la ministra Paola De Micheli, parlamentari, rappresentanti della Regione Veneto, del Comune di Venezia e del Consorzio Venezia Nuova, consulenti, e progettisti – parteciperanno in pompa magna alla prova di innalzamento di tutte le 78 barriere metalliche che compongono il MoSE, la più grande opera inutile, sbagliata e dannosa della storia italiana.

Spacciato come sistema di alta tecnologia per salvare Venezia dalle acque medie-alte, è uno degli emblemi delle Grandi Opere Inutili e Dannose. Fin dal suo concepimento, nei lontani anni Ottanta del secolo scorso, le associazioni ambientaliste, sostenute da scienziati ed esperti, hanno evidenziato le carenze tecniche del meccanismo e la sua inadeguatezza a risolvere il problema, tra cui l’innalzamento dei mari dovuto ai cambiamenti climatici. I test, i collaudi, gli studi che si sono susseguiti hanno confermato queste previsioni.

Ai danni conclamati alla Laguna si devono aggiungere quelli stimati, inclusa l’instabilità delle paratie, che in particolari condizioni di mare e di vento, potrebbero far crollare l’intero sistema, mettendo a rischio la popolazione. Non mancano naturalmente gli illeciti e le corruzioni: è confermato dalle indagini che queste grandi opere servono solo ai politici, ai costruttori e facilitatori coinvolti.

L’ultimo bilancio è di quasi 6 miliardi di euro, a cui si deve aggiungere il costo di esercizio e di manutenzione, che si stima intorno ai 100-130 milioni all’anno. Risorse sottratte al vero progetto utile per la Laguna e Venezia: ripristino morfologico, inversione del degrado, al restringimento delle bocche di porto, opere di innalzamento delle parti più basse, incremento della capacità di invaso lagunare, tutte soluzioni alternative più volte presentate e ignorate da chi ci governa.

È per questo che questa mattina anche noi saremo in laguna rispondendo all’appello cittadino lanciato a “chiunque in questa città si sia sentito preso in giro, oltraggiato, schernito dalla notizia di chi crede di poter festeggiare impunemente sull’emblema dello sfacelo voluto e causato a questa città”.

Ancora una volta contestiamo questa opera, emblema del menefreghismo e opportunismo di un governo dopo l’altro nei confronti dei territori e delle comunità che li abitano. Il MoSE continua imperterrito nella sua strada solo perché serve a chi lo costruisce: al consorzio concessionario, alle imprese e ditte appaltatrici dei lavori, ai consulenti, agli studi di progettazione che ottengono lavori ben remunerati.

Ai politici e alle istituzioni, che piuttosto di ammettere un errore, non solo lasciano migliaia e migliaia di persone sprovviste di una soluzione efficace al problema dell’acqua dell’alta ed esposte ai rischi che una struttura fallace comporta. Queste non sono solo autorità incompetenti, ma anche criminali.

Tutte e tutti in contro il progetto MoSE e per la difesa di Venezia e della sua Laguna!

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