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Sette mesi di guerriglia urbana

Mario Fiorentini
SETTE MESI DI GUERRIGLIA URBANA
La Resistenza dei GAP a Roma

a cura di Massimo Sestili

«Il racconto di Mario Fiorentini sui sette mesi di guerriglia urbana combattuta dai GAP Centrali a Roma è il risultato di diverse ore di registrazione e di numerosi incontri che abbiamo avuto nell’arco di cinque anni. Ci siamo incontrati sia in casa che in strada. Abbiamo girovagato nelle piazze e nei vicoli del centro di Roma dove Mario mi ha indicato i palazzi, i portoni, gli angoli, i tetti, i cinema, le chiese, le fontane che sono state teatro delle principali azioni militari messe a segno dai gappisti. Delle azioni che ha voluto ricordare, mi ha chiarito la dinamica, la motivazione militare e politica, la tormentata organizzazione.»

Storia e memoria non sempre riescono a coabitare e spesso con il passare del tempo divergono. Non è il caso di Mario Fiorentini. La sua memoria sta tutta dentro il dispositivo dei Gap romani – operanti per sette mesi dall’ottobre ’43 all’aprile ’44 – e dei quali è stato l’organizzatore e uno dei comandanti. 

In questo senso, il tanto tempo trascorso arricchisce e rafforza, con notazioni inedite e documentate, quella struttura organizzativa, quell’organigramma, restituendo, da un punto di osservazione centrale, la successione di un formidabile susseguirsi di azioni nelle quali l’organizzazione sopperiva alla incredibile mancanza di mezzi che rendeva la guerra ancor più asimmetrica. 

La memoria sovviene a sottolineare il primato dei Gap romani evocando la copertura puntualmente planimetrica della città che permise il contropotere politico-militare come contestazione armata dell’ordine nazista, il grande numero di donne combattenti – Carla Capponi, Marisa Musu, Lucia Ottobrini, Maria Teresa Regard, tutte decorate di medaglia d’oro (Capponi) e d’argento –, la centralità del comando politico-militare e il suo coordinamento con il quadro strategico Alleato mediante le azioni di logoramento dopo lo sbarco di ?Anzio.

«Cedere al ricatto delle rappresaglie» (in realtà veri e propri war crimes come le Fosse Ardeatine) avrebbe significato dichiarare non praticabile la strada della lotta antifascista in tutto il paese. Il gappismo in realtà rappresentò la dimensione italiana del movimento internazionale contro il nazifascismo esteso in tutta l’Europa occupata e ricongiunse la sua esperienza di lotta nella continuità di forme, la guerriglia mutuata dai Maquis francesi, e di uomini, con Fiorentini e Bentivegna impegnati dopo la liberazione di Roma, uno nelle Missioni dell’Office Strategic Service (OSS) statunitense nel nord-Italia e l’altro nelle brigate garibaldine in Jugoslavia, anche fuori dall’ambito strettamente cittadino e nazionale.

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