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Madrid: assedio al Parlamento. La diretta

01.00: La Polizia è intervenuta in Plaza de Neptuno per sloggiare a bastonate gli ultimi manifestanti che si rifiutavano di abbandonare la piazza contigua al parlamento. Il computo totale della giornata registra 28 arresti e 69 feriti.

23.45. Circa 300 persone rimangono in piazza del Neptuno, circondati da centinaia di agenti e camionette, altrettanti sono a Puerta del Sol. Gli organizzatori della manifestazione di oggi la danno per conclusa. Il coordinamento 25S ha convocato per domattina alle 11 una conferenza stampa per fare un bilancio della giornata e annunciare le prossime mobilitazioni.

23.30:
alcune fonti non confermate ufficialmente parlano di una quarantina di arrestati e di almeno 50 feriti, anche se molti dei manifestanti picchiati dagli agenti di polizia non hanno fatto ricorso alle cure mediche per paura di essere denunciati e quindi il conteggio ufficiale è più basso.

23.05: i coordinamenti che hanno promosso la manifestazione di oggi propongono per domani alle 19 una nuova manifestazione in Plaza de Neptuno con gli stessi obiettivi di oggi: dimissioni del governo, scioglimento del parlamento e indizione di nuove elezioni per una assemblea costituente con sistema proporzionale. Oltre che in segno di solidarietà con lo sciopero generale di 24 ore che alla mezzanotte di oggi scatterà nelle quattro province basche.

22.55: a Madrid è iniziata a scendere un po’ di pioggia. I manifestanti gridano “Non sta piovendo, è Madrid che sta piangendo”. Intanto alcuni giornalisti raccontano di cariche della Polizia contro i manifestanti fuori dalla stazione di Atocha e anche all’interno, sui marciapiedi tra i treni. I deputati hanno cominciato ad uscire dal Palazzo del Congresso scortati da un imponente dispositivo di sicurezza.

22.50: ancora in aumento il conteggio dei feriti, sarebbero ora in totale 32, di cui 16 ricoverati negli ospedali. 

22.45: Il portavoce del SUP, il sindacato maggioritario di Polizia spagnolo, ha difeso il diritto degli agenti di portare i passamontagna durante le cariche contro i manifestanti. “Legnate e basta” ha scritto sul suo account di Twitter José Manuel Sánchez Fornet.

22.40:
all’assemblea generale dell’ONU a New York, alla quale sta partecipando anche il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, durante il suo intervento la presidente argentina Kristina Fernandez de Kirchner ha sottolineato il fatto che ‘Madrid reprime gli indignados’.

22.30: migliaia di persone stanno ancora manifestando in diverse zone del centro di Madrid, anche se molte si sono allontanate dopo ore di repressione e tentativi di avvicinarsi al Parlamento e superare le barriere che lo circondavano. Intanto il conteggio dei feriti ne registra 28, di cui uno grave.

22.15: ‘E’ arrivato il momento di dire basta, non siamo il vostro capro espiatorio”, protesta Ines Molero, 56 anni, funzionaria statale, da 30 anni impiegata nell’Agenzia tributaria. ”Ci hanno riempiti di menzogne, prima i socialisti, poi il PP, hanno tolto un futuro ai nostri figli per salvare le banche”, le fa eco Ana Terez, 39 anni, venuta da Toledo, lavoratrice sociale licenziata 2 anni fa dall’impresa, quando aspettava un figlio. Giovani, disoccupati, attivisti del Movimento 15-M, ecologisti, la piattaforma contro gli sgomberi, indignati di tutte le età, tanti i pensionati, cominciati a confluire nel pomeriggio a Plaza Neptuno. ”Quello di oggi é un passo ulteriore di un cambio per una democrazia reale cominciato il 15-M con l’occupazione di Puerta del Sol”, spiega Juan Canete, 63 anni, venuto da Almeria. ”Ho lottato contro la dittatura e sono qui oggi per dare animo ai giovani, per dire di non accettare provocazioni”. (…) ”L’unico stato di assedio é quello di polizia per reprimere il diritto di associazione sancito dalla Costituzione”, assicura Victoria Sanchez, 63 anni. ”Questo governo é illegale e immorale. Sono nonna di due nipoti, sono venuta da Valencia in una pausa della chemioterapia, per protestare contro i tagli della sanita’ e dell’educazione. Non possiamo tornare al passato”. FONTE ANSA

22.05:
Secondo fonti ufficiali ci sarebbero finora 22 manifestanti arrestati e 13 feriti. I manifestanti cercano di tornare in Plaza de Neptuno o di raggiungere Sol, gridano ‘se fossi poliziotto mi vergognerei’.

21.50: cariche della Polizia contro i manifestanti anche a Puerta del Sol. Il centro di Madrid è in pieno caos, alcuni manifestanti cercano di difendersi dalle cariche lanciando contro gli agenti le transenne strappate ai cordoni, sassi, razzi.

21.35: i manifestanti vengono spinti a forza – e a bastonate – fuori da Plaza de Neptuno. La gente si sta concentrando nelle vie e nelle piazze continue per cercare in qualche modo di non abbandonare la manifestazione. La Polizia ha ricevuto ordine di sgomberare completamente le vie adiacenti il Parlamento per poter così permettere l’uscita dal palazzo dei deputati riuniti fino ad ora in sessione plenaria. Gli organizzatori della manifestazione ‘En Pie’ e ’15 M’ stanno dando indicazioni di concentrarsi di nuovo a Puerta del Sol.

21.30: incredibilmente il Ministero degli Interni e le autorità di Madrid parlavano intorno alle 19 di circa 6000 manifestanti in piazza. Basta vedere foto e video postati su siti web e social network – o la diretta degli avvenimenti della televisione di stato spagnola – per rendersi conto che si tratta di alcune decine di migliaia di manifestanti arrabbiati e determinati. 

21.20: ci sono decine di feriti tra i manifestanti, la gente cerca di sfuggire alle cariche rifugiandosi nei palazzi contigui al Parlamento nella zona di Neptuno. Gli arrestati sarebbero già una ventina. Oltre alle pallottole di gomma contro la folla la polizia spara colpi di fucile ‘a salve’ (questa la definizione del Ministero degli Interni). Camionette e agenti contro la gente, uso massiccio dei manganelli.

21.10: altre cinque persone, tra di loro due anziani, sono stati arrestati poco fa durante le dure cariche contro i manifestanti in Plaza de Neptuno. Anche i giornalisti subisono i colpi degli agenti sempre più nervosi e incontrollabili e in molti hanno dovuto abbandonare la zona antistante il Parlamento. I manifestanti gridano slogan contro la polizia, in particolare ‘traditori’ e ‘i criminali stanno dall’altra parte’. 

madridcamionettefolla

21:00: visto che i manifestanti non solo non liberano le strade intorno al Parlamento ma diventano sempre più numerosi con l’arrivo di altre persone, alcune centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa e con il passamontagna in testa stanno realizzando continue e violente cariche contro i manifestanti inermi. Molti gli anziani, le famiglie con bambini. Poco fa gli agenti hanno cominciato a sparare decine di pallottole di gomma ad altezza d’uomo. Nonostante tutto i manifestanti arretrano e cercano di proteggersi come possono ma non abbandonano l’assedio al Parlamento.

20.25: Fonti del ministero degli Interni affermano che finora ci sono almeno 15 manifestanti arrestati e una decina di feriti, alcuni dei quali sono stati condotti negli ospedali.

20.10: nuove violentissime cariche sul lato del Parlamento che dà verso Plaza de Neptuno contro i manifestanti che però stanno resistendo – è la prima volta che accade negli ultimi anni – e stanno cercando di bloccare gli agenti. Secondo i giornalisti presenti ci sarebbero stati altri quattro detenuti. Intanto Anonymous ha poco fa attaccato il sito della Policia Nacional spagnola mettendolo fuori uso.

20.05: alcuni giornalisti presenti sul posto riferiscono che i comandanti dei vari plotoni di Guardia Civil e Policia Nacional stanno dando ordine ai propri uomini di prepararsi a sgomberare le strade intorno al Congresso, dove sono ammassate parecchie migliaia di persone molte delle quali stanno spingendo sulle barriere di filo spinato e transenne mentre altri manifestanti si sono seduti a terra decisi a non farsi cacciare. Gli agenti stanno indossando i passamontagna…

19.50: A Granada, in Andalusia, circa 400 persone hanno realizzato un blocco stradale interrompendo il traffico sulla Gran Vía. A Barcellona circa 600 manifestanti si sono riuniti davanti al parlamento regionale gridando slogan contro i tagli e la mancanza di democrazia. 

neptuno19.35: Tensione molto alta attorno al Parlamento, alcuni poliziotti hanno imbracciato i fucili. Ma decine di migliaia di persone continuano a spingere e a gridare slogan. Alcuni hanno lanciato dei fresbee su ognuno dei quali c’era scritto uno slogan. 

19.20: Secondo l’agenzia di stampa spagnola EFE almeno due persone sarebbero riuscite a superare la prima linea di barriere di sicurezza piazzate attorno al Congresso. Decine di migliaia di persone gridano ‘Siete circondati, arrendetevi’ rivolti verso il Palazzo del Parlamento. Continuano intanto gli scontri tra il Prado e San Jeronimo e ci sarebbero già cinque manifestanti arrestati. Un video delle cariche

19.05: I manifestanti sono venuti a contatti con i cordoni di Polizia nella zona di Plaza de Neptuno, tra il Paseo del Prado e la Carrera de San Jerónimo. La Polizia ha cominciato a caricare duramente i manifestanti, si contano già alcuni contusi anche tra i giornalisti. 

18.45: A Siviglia, nel sud della Spagna, alcune migliaia di manifestante convocati dal Sindacato Andaluso dei Lavoratori e da alcune forze della sinistra radicale hanno tentato, senza successo, di occupare il Parlamento regionale per consegnare ai deputati una petizione che chiedeva l’istituzione di un salario sociale. Intorno alle 17.45 il portavoce del SAT, Diego Cañamero, ha annunciato che se il presidente del Consiglio Regionale, Manuel Gracia (PSOE), non fosse uscito dal consiglio dal palazzo i manifestanti sarebbero entrati al grido di ‘occupazione, occupazione’. Ma il tentativo di irruzione è stato impedito dall’ingente schieramento di Polizia in assetto antisommossa.

18.35: la testa del corteo partito da Plaza de España ha fatto il suo ingresso a Puerta del Sol, già strapiena di gente. 

18.30: le strade e le piazze del centro di Madrid sono completamente invase dai manifestanti. In piazza del  Neptuno si ascoltano slogan come “Governo dimissioni” e “PP PSOE, la stessa merda”. I manifestanti sono guardati a vista da centinaia di agenti in tenuta antisommossa, supportati da unità cinofile e a cavallo e da decine di camionette blindate. In prossimità del Congresso gli agenti hanno improvvisamente chiuso un tratto di strada intrappolando tra i due cordoni circa 200 persone che ora chiedono di poter uscire.

18:00: i corrispondenti raccontano che i manifestanti sono molte decine di migliaia e sembrano molto arrabbiati e determinati ad arrivare il più possibile vicini al Congresso. Gridano ‘dimissioni, dimissioni’ e altri slogan contro il governo e le banche. Nervosismo tra le forze dell’ordine.

quesevayantodos17.40: Sono partiti due enormi cortei da Plaza de España e da Atocha mentre ci sono già migliaia di persone che circondano il Congresso tenute a distanza da poliziotti e transenne. Gli slogan più gettonati: “El pueblo unido jamás será vencido”, “Que no, que no, que no tenemos miedo” (non abbiamo paura), “Menos Policía, más educación” (Meno polizia, più istruzione). Lo striscione che apre il corteo partito da Plaza de Espana recita: “Que se vayan todos” (Se ne vadano tutti).

17:00: Prosegue l’assemblea in Piazza del Nettuno. Megafono alla mano un attivista ha gridato: “abbiamo molta più paura del mondo che ci aspetta che della strategia della Polizia”.

16.40: In tutte le piazze del centro di Madrid sono in svolgimento assemblee popolari con la partecipazione di migliaia di persone. Molto grande quella in atto in Plaza de España de Madrid, un’altra è in corso nel paseo del Prado.

16.35: Riferisce il quotidiano Publico che la Polizia sta identificando vari manifestanti nella stazione di Atocha. Un gruppo di attivisti del movimento ’15 M’ di Malaga sono stati fermati e identificati addirittura due volte, la prima volta sono stati fatti scendere da un autobus e la seconda volta bloccati in piazza. 

16.30: Durante un suo intervento all’interno del Parlamento, la portavoce del Partito Socialista (“l’opposizione”) Soraya Rodríguez ha detto: “Non ci piace vedere il Congresso come sta oggi. Capiamo il malessere di molti cittadini (…). Sono molte le ragioni che li animano. Ma il Congresso è il luogo dove lavorano i rappresentanti del popolo legittimamente eletti”.

16.20
: Otto attivisti che partecipavano a un’assemblea di preparazione della mobilitazione, sono stati fermati venerdì scorsi e denunciati per un reato ”contro alti organismi della nazione”, punibile fino a un anno di carcere. La delegata del governo (il prefetto) di Madrid, l’esponente del Partito Popolare Cristina Cifuentes, ha avvertito che non sarà consentito in nessun modo ai manifestanti di circondare il Parlamento, perchè ”sarebbe un reato”, anche se ha ‘generosamente’ autorizzato vari concentramenti e marce, oltre a un’assemblea generale, distante della Camera Bassa. 

16.15 – Il delegato del governo a Madrid, Cristina Cifuentes, ha affermato ieri che tra i manifestanti ci sono gruppi neonazisti. Una sua collega di partito, la segretaria del PP María Dolores de Cospedal, è tornata a paragonare la protesta odierna con il tentativo di colpo di stato militare del 23 Febbraio del 1981, quando i militari fecero irruzione in Parlamento per imporre una svolta a destra delle nuove istituzioni spagnole uscite dalla dittatura franchista (e ci riuscirono…). 

16.10: Mentre i manifestanti affluiscono a Madrid contro i nuovi tagli previsti da Rajoy – 40 miliardi di euro – l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha aumentato di otto decimi di punto le previsioni di recessione per la Spagna per il prossimo anno. Ciò significa che è previsto che nel 2013 il Pil cadrà dell’1,4% invece che dello 0,6% finora pronosticato. 

Per molti oggi, in Spagna, è il 25S ( che sta semplicemente per 25 settembre), una giornata campale.
Avevano denominato la manifestazione di oggi a Madrid ‘Occupa il Congresso’. Poi media e destra spagnola avevano accusato gli organizzatori di minacciare le istituzioni democratiche e di avere nientemeno che intenti golpisti. E quindi, dopo giorni di dibattito anche aspro all’interno del vasto coordinamento che ha lanciato l’iniziativa di oggi pomeriggio nella capitale spagnola, lo slogan è diventato “Circonda il Parlamento”.

Mentre migliaia di cittadini sono già scesi in strada in diversi punti della città ed altrettanti stanno arrivando a Madrid dagli altri territori dello Stato Spagnolo, il governo di Rajoy ha promesso che forse aumenterà un po’ le pensioni ma intanto ha mobilitato almeno 1350 poliziotti per circondare e difendere il Congresso, la Camera Bassa del Parlamento, ‘protetta’ da chilometri di transenne e di reti metalliche che impediscano ai manifestanti di avvicinarsi.

Ma i manifestanti sono determinati.
Alcuni gruppi politici e sociali hanno accettato malvolentieri il cambiamento di parola d’ordine e caldeggiano ancora un’occupazione, per quanto temporanea e simbolica, di un’istituzione considerata non l’organo che rappresenta la volontà popolare ma che esegue gli ordini delle banche e dei poteri forti spagnoli e dell’Unione Europea, scaricando i costi della crisi sulla povera gente, sulle masse popolari. Altri hanno intenti meno bellicosi e puntano ad una grande mobilitazione di massa pacifica e simbolica.

I manifestanti, chiamati in piazza dal movimento ’15M’ (i cosiddetti ‘indignados’), dalla piattaforma ‘En Pie!’ (in piedi) e da altri coordinamenti creati ad hoc, puntano il dito contro “un sistema condizionato e costretto dai mercati, chiaramente insostenibile” e chiedono al Governo di dimettersi, al Parlamento di sciogliersi e l’avvio di un processo Costituente con una legge elettorale proporzionale. Parole d’ordine radicali al di là di quali saranno i comportamenti concreti dei manifestanti, che hanno messo in serio allarme l’establishment e la stampa, che continuano ad accusare gli organizzatori di ‘golpismo’.
Tre cortei prenderanno il via da diversi punti della città nel pomeriggio e si dirigeranno verso il Parlamento mentre è in corso una seduta plenaria sull’approvazione del bilancio statale preventivo per l’anno 2013.  Essendo la Spagna paese altamente democratico, la legge vieta esplicitamente di manifestare vicino alla sede del Congresso quando vi sono riuniti i deputati. E così l’atteggiamento della Polizia mobilitata in forze è stato da subito assai duro: strade chiuse al traffico, blocchi improvvisi di autobus pieni di manifestanti con perquisizioni e sequestri di materiali (soprattutto telecamere e fotocamere), qualche fermo preventivo.
Ma la gente – giovani, lavoratori, immigrati, sindacalisti e attivisti di alcuni partiti della sinistra radicale – continua ad affluire nelle stazioni di Atocha e di Plaza de Espana, con l’intenzione di formare almeno una lunga e fitta catena umana intorno al Congresso a partire dalle 18. A quell’ora i tre cortei cominceranno a muoversi da Puerta del Sol e dalle Piazze Neptuno e Cibeles.
Le forze di sicurezza hanno stabilito vari filtri – a volte veri e propri check point – per evitare l’infiltrazione dei manifestanti in una enorme zona rossa attorno al palazzo del parlamento. 

 

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2 Commenti


  • manola

    hanno coraggio da vendere, non come noi che restiamo delle pecore!


  • Gilles 74

    Per esperienza acquisita, come emigrato, so che gli Spagnoli sono persone fiere ed unite, ho sempre visto lora di un’altercazione con persone d’altra nazionalità, gli Spagnoli fanno gruppo, si aiutano a vicenda.
    Contrariamente a noi italiani, in quelle occasioni, chi più poteva squagliarsela, mi veniva in quel caso un senso di vergogna, vedendo che i connazionali si giravano dall’altra parte, ed ho sempre pensato che é, una forma di vigliaccheria.

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