Menu

Green Pass. Partiamo dai fatti, poi ragioniamo

La “mobilitazione politica contro il green pass”, che doveva bloccare 54 stazioni ferroviarie in altrettante città italiane, non c’è stata. C’è stata solo la solita bulimia massmediatica intorno al nulla.

La mobilitazione sindacale contro l’uso aziendale del green pass invece prosegue, è continua, coinvolge lavoratori delle fabbriche e del pubblico impiego. Dopo la vittoria all’Electrolux di Susegana – che pretendeva dai lavoratori il green pass per accedere alla mensa aziendale, mentre non veniva richiesto nelle normali otto ore di lavoro fianco a fianco –  l’Usb scende in piazza davanti al Mef per ottenere il pagamento della “quarantena obbligatoria, un classico caso di “assenza dal lavoro per malattia”, per cui il governo ha “dimenticato” di fissare una copertura finanziaria.

Chi non vede contrasti tra le due mobilitazioni lo fa in genere per confusione, non conoscenza della differenza tra lotta politica e lotta sindacale, o per malafede velenosa e interessatissima. Nell’ultima categoria ci sono naturalmente lo stesso governo, Confindustria, i media mainstream e i fascisti.

Il flop della mobilitazione “politica” è clamoroso perché pompatissimo per giorni da tutto il sistema di potere (governo, partiti, media). Nonostante un battage pubblicitario invidiabile per chiunque, solo pochissime persone si sono presentate davanti a qualche stazione, per poi tornare a casa con la coda tra le gambe.

Prima considerazione generica. La “mobilitazione su Internet o Telegram” è relativamente facile, basta qualche influencer, un po’ di robot, gruppi di fan pronti a condividere qualsiasi stronzata, convinzioni labili per intensità e durata, una notevole complicità di “giornaloni” e tv… e il gioco è fatto.

La mobilitazione fisica richiede organizzazione, soldi (o disponibilità a spenderli di tasca propria), convinzioni solide e attitudine alla lotta di una certa durata, una linea politica e proposte credibili, propensione al rischio (di manganellate e/o denunce). E’ un altro gioco. Fare i leoni sulla tastiera può dare lustro, farlo nelle strade può portare a un referto sgradevole.

La seconda considerazione è statistica. Il 70% degli over 12 ha completato il ciclo vaccinale e si mette in attesa della terza dose (è abbastanza chiaro che questa pandemia durerà anni, visto che gran parte del pianeta non ha ancora avuto accesso ai vaccini). Un altro 5-10% ha ricevuto la prima dose o si è prenotato per riceverla.

Lo spazio sociale che somma “no vax” convinti, cittadini diffidenti, impauriti, disinformati, ecc, si va riducendo di giorno in giorno. Se i governi si fossero assunti la responsabilità di rendere obbligatoria la vaccinazione – cosa che già esiste per altri dieci casi di vaccino, ricordiamo – quel presunto spazio non esisterebbe proprio. Tutti potremmo occuparci della quotidiana lotta di classe dal posto che occupiamo nella frammentazione sociale. Tutto sarebbe più chiaro e nessuno potrebbe giocare la carta della divisione su falsi problemi.

La terza considerazione deriva direttamente dal fatto iniziale e dalle prime due: non c’è uno spazio politico “contro il green pass” da coprire infilandosi in piazze ambigue. 

Chi ha provato a fare questo gioco – la Lega, in primo luogo, che ha votato contro il decreto del governo Draghi, convinta di “monetizzare” un dissenso sociale ampio – prende bastonate politiche sui denti o si espone al ridicolo (il boss di Forza Nuova che comizia in piazza contro la “dittatura sanitaria” e poi esibisce il green pass pur di entrare allo stadio).

C’è invece una  estrema necessità sociale e sindacale di contrastare l’uso del green pass come strumento di comando sul lavoro.

La confusione tra i due piani è responsabilità diretta di tutti i governi neoliberisti occidentali, che scegliendo di “convivere con il virushanno sfornato una serie incredibile di “decreti” contraddittori, pieni di attività ammesse e altre vietate ma egualmente pericolose per la diffusione della pandemia (per esempio: ammassati in bus e metro sì, ma “distanziati” al bar).

Sono così riusciti nell’incredibile risultato di seminare contrapposizioni “ideologiche” durissime su questioni inesistenti, seminare sfiducia nella scienza e nei vaccini, lasciar dilagare il virus in tutto il mondo, provocare milioni di morti, far crollare l’economia che volevano invece salvaguardare.

Un caos totale che somiglia da vicino a quello seminato in Afghanistan, Iraq, Libia, ecc. L’Occidente capitalista non è più capace di gestire problemi complessi e quindi si limita a buttarla in caciara.

Questa responsabilità è evidente, o meglio rischia di diventarlo ad ogni nuova scossa o “ondata di contagi”. Dunque, come sempre, è sorta fin dall’inizio la necessità di trovare un “nemico” su cui scaricare le proprie responsabilità. Ma doveva e deve essere un nemico “morbido”, non pericoloso, tenuto al guinzaglio, da far parlare e far tacere quando serve. Una marionetta con armi di latta… ma utile per introdurre misure di controllo sociale da spendere su terreni di conflitto assai più significativi.

Un fantomatico “movimento no vax” in mano a fascisti e pappalardi vari è quanto di meglio si possa pensare, ai piani alti di Palazzo Chigi e viale dell’Astronomia. Per renderlo “popolare” e farne un protagonista da prima pagina ci sono d’altronde torme di giornalisti-impiegati pronti al copia-e-incolla delle veline.

Se poi qualche “antagonista” abbocca, il potere ottiene l’en plein. Gli “opposti estremismi” riciclati per l’ennesima arma di distrazione di massa.

Intanto il governo “lavora” sulle cose serie. Vara una riforma della legge sulla concorrenza che rende obbligatorie le privatizzazioni dei servizi pubblici ancora in mano pubblica.

Prepara il ritorno in grande stile al nucleare, con tanto di sfottò agli “ambientalisti radical chic” da parte del ministro che dovrebbe occuparsi di “transizione ecologica”.

Studia una riforma della giustizia civile (fallimenti, risarcimenti, società, ecc) che consegni tutto alla “mediazione e negoziazione assistita”, ossia alla privatizzazione delle sentenze e all’ovvia prevalenza del soggetto più forte (banche, assicurazioni, ecc).

Trama l’ennesima riforma pensionistica puntando a peggiorare persino l’orrida “Fornero”. Tra le righe balena persino una riedizione del “prelievo forzoso” sui conti correnti, come fece Giuliano Amato nel 1992, “per entrare nella zona euro” con i trattati di Maastricht.

Consolida disposizioni liberticide in materia di ordine pubblico, con possibilità di vietare qualsiasi protesta motu proprio  e senza motivazioni.

L’elenco è ancora lungo e ci sarà da lottare su ognuno di questi temi, oltre che sull’occupazione, la precarietà, i salari da fame, i diritti sul lavoro, l’edilizia popolare…

Chi pensa e dice che sia il “green pass” lo strumento inventato per impedire che la lotta su questi temi diventi ampia e di massa, invece di sognare impossibili “piazze contro il green pass”, può fare una cosa semplicissima: si vaccini.

Così potrà dar liberamente prova di come e quanto contribuisce alla lotta reale, per la prima e vera libertà di chiunque sia sfruttato: quella dal bisogno.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

24 Commenti


  • ness1

    Tutto giusto, tranne il finale: lì proprio è la porta d’ingresso della cessione della libertà fin nel bios al globalitarismo ‘sanitario’!


    • Redazione Contropiano

      Ma de che stai a parlà…


  • Paola

    Non ho alcuna fiducia in questi governanti violenti aggressivi arroganti pronti a dire e disdire quanto precedentemente detto. Che utilizzano i media senza mai affrontare un dibattito vero, media che invitano solo chi è orientato a favore del governo. Perché allora dovrei fidarmi di quanto dicono sui vaccini. Purttoppo groppuscoli fascisti cavalcano qualsiasi dissenzo gli sia utile lo so


    • Redazione Contropiano

      E chi ti ha detto di avere fiducia nei governanti? E’ veramente sconfortante leggere commenti che non c’entrano niente con il testo…


  • Leonardo

    Ben scritto!


  • Kallicano

    Mi spiace, ma la prima libertà è la tutela dell’integrità del corpo.


    • Redazione Contropiano

      Si vede che sei libero dal “bisogno”, altrimenti andresti anche tu a lavorare con 40 di febbre, come tanti lavoratori da parecchi anni…


  • ommot

    Cari compagni, credo che la sfida sia più complessa.

    Non metto in discussione l’utilità del vaccino per tutelare la fasce più deboli della popolazione, ma rifletto sulla scelta di imporre una vaccinazione di massa per evitare la messa in discussione del sistema di accumulazione capitalistico.

    E’ dalla scelta per una vaccinazione di massa che naturalmente discende il Green Pass e tutte le forme di controllo che si porta dietro e che hanno ben poco a che fare con la salute delle persone.

    Associazioni di medici dicono che il COVID preso per tempo si cura a casa: è vero, non è vero? verifichiamolo, e se è vero aiutiamoli altrimenti diciamolo. Occupiamoci di queste cose, che sono la vita e su cui siamo fortemente ricattati.

    Noi sappiamo che i tempi e modi che questa società ci impone sono malsani e lo diventano ancorpiù nel caso di una pandemia

    Affrontare emergenze di questo genere, come anche le emergenze ambientali, non può essere risolto con la facile scorciatoia della medicina miracolosa “il vaccino” (che poi miracolosa non è) che ci permette di tornare tutti al nostro posto, a lavorare e a lottare come prima.

    Bisogna fermarsi, con le produzioni nocive e inutili, con la sanità privata della speculazione e con quella pubblica del malaffare, bisogna curare le persone non solo dal covid (che sarebbe già qualcosa) ma dalla sofferenza che questo mondo infame ha procurato.

    Bisogna proporre un sistema di vita e sanitario diverso, insegnarlo e rivendicarlo.

    Braccia forti e buona intelligenza è a questo problema a cui devono dare una risposta, il resto diventa poi più facile.

    La chiosa del vostro contributo “si vaccini” è una soluzione tattica, ma oggi, penso, si impone un approccio strategico.

    un saluto solidale
    ommot


    • Redazione Contropiano

      Compagno caro, crediamo che a tutte le questioni che tu poni abbiamo già risposto con decine di articoli pubblicati in questi venti mesi di pandemia. E quindi ci perdonerai se non riscriviamo qui le decine di pagine che servono a chiarirti le idee.
      Ma se parti dalla “scelta di imporre una vaccinazione di massa per evitare la messa in discussione del sistema di accumulazione capitalistico” stai dicendo in pratica che la pandemia (e la vaccinazione di massa) sarebbero una “manovra” dei capitalisti.
      E questo preclude la possibilità di capire in che cazzo di mondo stiamo vivendo.


  • Daniele

    Non condivido completamente il ragionamento di fondo, che da quello che ho capito potrebbe essere sintetizzato con:

    “Non è necessaria una mobilitazione politica contro il Green pass, è necessaria invece una mobilitazione sindacale, come strumento di lotta di classe”.

    Concordo sulla seconda parte dell’assunto e non concordo sulla prima perchè secondo me le due tipologie di mobilitazioni NON sono contraddittorie, sono, invece, due momenti differenti di formazione egemonica come discorso politico.

    La seconda forma di mobilitazione (sindacale – di classe) pone delle domande politiche giustissime ma allo stesso tempo anche più facili da rappresentare. Da rappresentare come discorso politico intendo, non più facili per quanto riguarda la mobilitazione pratica, che ovviamente ha una sua grande difficoltà.
    Perchè facile da rappresentare? Perchè in questo caso l’uso del Green pass viene inscritto in una catena di significati più ristretti: il problema è lo sfruttamento sul lavoro, la lotta di classe, la tutela dei lavoratori e il Green pass viene considerato (a ragione) un significante che viene utilizzato CONTRO i lavoratori. Il Green Pass è un significante che rimanda ad un significato tutto sommato ristretto. In questo senso non siamo di fronte ad un evento populista, proprio perchè il populismo deve necessariamente coinvolgere più domande “popolari”.

    E qui arriviamo al problema della prima forma di mobilitazione.

    La prima forma di mobilitazione (politica – popolare) infatti pone il Green pass su un piano più ampio e quindi più complesso da gestire a livello dei significati che vuole rappresentare.
    Infatti, a prescindere dall’uso del Green pass come strumento di oppressione dei lavoratori, la domanda da porsi è COSA rappresenta questo strumento? Ovvero quale è la sua l’essenza politico-filosofica.
    Secondo me il Green pass rappresenta un fenomeno plastico di un ricatto. La sua essenza è il ricatto. Cioè una forma di violenza pratica con le vesti di un linguaggio retorico. Questa “fenomenologia del ricatto” diventa poi, nei vari momenti populisti, un discorso semplificato e degradato per cui si iniziano ad usare i classici termini di “attentato alla libertà” “attacco alla costituzione” ecc… e questi vari significati vengono assorbiti da soggetti storici dubbi.

    Per cercare di riassumere quello che voglio dire è che lo strumento del Green Pass (originariamente un fenomeno di ricatto sociale) subisce, nei molteplici discorsi politici populisti, una degradazione di significato e quindi ogni sua successiva contestazione “politica” risulta grottesca.


    • Redazione Contropiano

      La mobilitazione politica contro il green pass non avviene, questo è un fatto. Chiunque ci provi.
      E’ uno strumento di ricatto, diciamo fin dall’inizio, perché il governo non aveva il coraggio politico di legiferare l’obbligo vaccinale. Ora che ci si avvicina all’80% di vaccinati tra gli over 12 anni, non a caso, sta per fare una legge. I partiti che dovessero provare ad opporsi (Lega e Fdi) sanno di non avere su questo punto un grande bacino elettorale potenziale, quindi borbotteranno ma lo accetteranno.
      Ergo, la mobilitazione politica contro il green pass sarebbe persino fuori tempo massimo. Doppiamente inutile.
      Sui posti di lavoro, invece, diventa un momento di lotta importante perché le imprese provano a sfruttare le evidenti assurdità di quel provvedimento (serve per alcune cose, ma non per lavorare, ecc) per rafforzare il proprio comando sui lavoratori. E qui, infatti, la mobilitazione avviene.
      Detto altrimenti: le mobilitazioni che riescono, più o meno bene, sono quelle che rispondono a un bisogno sociale.
      Le altre no.


  • Daniele

    Concordo in pieno.
    Ritengo solo che non si sarebbe dovuto cedere ad un ricatto perchè il fatto stesso di un fenomeno ricattatorio dovrebbe prevedere una resistenza all’evento stesso. Il fatto quindi di una mancata mobilitazione politica – lucida possibilmente e senza eccessive cadute sul fronte linguistico/populista/retorico – , sia il sintomo di un problema che riguarda il legame tra le masse eterogenee e chi si vorrebbe porre come soggetto d’avanguardia.

    Il fatto stesso quindi di una non-reazione di massa ad un fenomeno ricattatorio è sintomo, credo, di una grande sofferenza collettiva.


    • Redazione Contropiano

      Non c’è solo la sofferenza, però. Di fatto, non ci sono alternative al vaccino. E questa cosa l’hanno capita pure i sassi (ammetiamo che ci siano delle teste anche più refrattarie…)


  • Dania

    Anche voi partecipate a questa narrazione malata che non c’è alternativa al vacino?Non c’è mobilitazione di massa contro il green pass?per forza non c’è nessuna forza che prende posizione sulla gestione della pandemia.in un mondo del lavoro con sempre meno diritti si è accettato il ricatto “o ti vaccini o perdi lo stipendio”…….la libertà di cura e’ nella nostra costituzione. In ogni momento storico bisogna decidere da che parte stare.vi ho sempre seguito perché vi pensavo una voce fuori dal coro ma ora non più.allineati pure voi.per ultimo trovo un po arroganti le vostre risposte ai commenti su questo articolo


    • Redazione Roma

      In realtà ci sono due forze politiche che hanno preso posizione su questo: La Lega e Fratelli d’Italia. In questo momento storico anche te devi decidere da che parte stare. Il tono “tranchant” di alcune nostre risposte ai commenti è diventato quasi un male necessario


  • Dania

    Intendevo forze di sinistra (solo cub ha preso posizione).io sono una compagna che sa da che parte stare .penso che questo virus poteva essere occasione di vero cambiamento e invece di pretendere una migliore sanità pubblica una migliore scuola pubblica ,cambiare la nostra alimentazione. ..(per fare prevenzione non solo per il covid)…voi mi state dicendo prima vaccinati poi ne parliamo .no questo lo dice draghi.i compagni dovrebbero dire altro


    • Redazione Contropiano

      In una pandemia, diversamente da quanto a avviene in una normale vertenza contrattuale, abbiamo a che fare con un “problema oggettivo” che deve essere affrontato qualsiasi sia il regime sociale e il modo di produzione in cui si vive.
      Allo stato delle conoscenze umane, da Cuba al peggior paese capitalista, non c’è alternativa al vaccino, se LA COLLETTIVITA’ vuole andare avanti. Poi si possono gestire i problemi in modo diverso ed anche opposto (Cuba e Cina non hanno fatto gli errori di Usa, Unione Europea, Brasile, Gran Bretagna, ecc), ma la domanda resta: COME SI COMBATTE UNA PANDEMIA e dunque TU COME RISOLVERESTI IL PROBLEMA?
      Sparare sciocchezze solo per dire una cosa diversa non serve a nulla, non è socialmente credibile ed espone a “contatti” involontari con gente ignobile al servizio dei padroni.


  • renato de giovanni

    E’ sicuramente odioso per i lavoratori, che siano i padroni a controllare i green pass di chi si reca in fabbrica, in uffici, o in un qualunque luogo di lavoro. per me i capitalisti hanno sempre torto, perche rubano tempo di lavoro non pagato ai loro dipendenti. però, non riesco a capire come, nella dinamica concreta, il controllo del green pass da parte dei padroni possa aumentare il potere o l’oppressione che questi esercitano sui propri dipendenti. probabilmente mi sfugge qualche passaggio concreto, ma a me sembra che il controllo del green pass da parte dei padroni non sia diverso dal controllo che i capitalisti esercitano controllando il classico cartellino a chi si reca il lavoro, certo sarebbe lo stato a dover svolgere questa funzione di controllo del green pass e invece lo deega ai padroni , magari per non prendersi la responsabilità politica di quello che in effetti somiglia ad un obbligo vaccinale e viene eufemisticamente definito come green pass, mi spiegate in concreto come tale green pass possa di per se aumentare il controllo e l’oppressione dei capitalisti sui lavoratori ? Ho voglia di capire, ma per ora a me sembra che piuttosto che focalizzarsi sui padroni che controllano il green pass , visto che anche col vaccino ci si puo beccare il covid, sarebbe meglio chiedere a questi misure ulteriori di distanziamento, tamponi a loro spese, e tutto quello che puo dare ulteriore tutela alla salute dei lavoratori, probabilmente sulla questione mi sfugge qualche passaggio concreto, vi rinnovo quindi la richiesta di indicazioni in merito


  • renato de giovanni

    per essere precisi, voi avete usato l’espressione “comando sul lavoro”, che io ho riportato usando la dicitura “controllo ed oppressione sul lavoro”, ovviamente la sostanza del mio quesito non cambia


  • Daniele

    Redazione:
    “Non c’è solo la sofferenza, però. Di fatto, non ci sono alternative al vaccino. E questa cosa l’hanno capita pure i sassi (ammetiamo che ci siano delle teste anche più refrattarie…)”

    Ma si stava discutendo del Green Pass non del vaccino…


  • renato de giovanni

    gentile redazione di contropiano, da qualche anno sono pensionato, e forse comincio a dimenticare come certe cose sul lavoro funzionano in concreto, per questo vi ho posto una domanda in tutti e due i miei commenti precedenti, li avete anche pubblicati, ma rispondetemi anche, mi sfugge come il green pass , in quanto controllato dai padroni, possa mai aumentare il comando di questi ultimi sui lavoratori


    • Redazione Contropiano

      Hai ragione, non avevamo risposto. Il problema è concettualmente semplice, anche se ogni padrone può sfruttare la situazione a modo suo. Non si tratta di un “controllo” nel senso della schedatura (per quella bastano i social oltre che l’adesione a certi sindacati anziché altri…)
      Si va dal pretendere un tampone (ogni 48 ore..) a spese del lavoratore; alla creazione di differenze tra lavoratori che facilita decisioni arbitrarie ai loro danni.
      Non a caso, anche oggi Bonomi – presidente di Confindustria – ha ribadito del le imprese sono a favore dell’estensione dell’obbligo del green pass, non dell’obbligo vaccinale (che, non paradossalmente, renderebbe di nuovo tutti i lavoratori uguali e dunque non individualmente discriminabili).


  • renato de giovanni

    Grazie, capisco che si lascerebbe l’iniziativa al padrone, la vaccinazione garantita dal green pass non esclude del tutto i contagi, dati e ricevuti, e nei panni dei controllori i padroni farebbero rofessionaliallarmismi mettendo sotto accusa chi non va loro a genio, poi le forzature delle stesse norme legali per andare contro i lavoratori sono nel loro Dna. Se fossi ancora un lavoratore attivo però, sarei per esigere che i padroni sostenessero ulteriori oneri per distanziamenti ancora piu accentuati di quelli a norma, comunque non del tutto soddisfacenti, anche sarebbe da porre la richiesta di tamponi a spese del padrone, l’atteggiamento no vax lascia l’iniziativa al padrone, con i rischi che avete indicato. I vaccini presentano qualche rischio, ma quelli che il covid ci riserva sono infinitamente superiori, long covid incluso. Mi chiedo dove erano i no vax cosi attenti oggi a non subire soprusi da parte dello stato e dei capitalisti, quando questi tagliavano miliardi e miliardi di euro di spesa sanitaria, licenziavano e precarizzavano, restringevano le norme per i riconoscimenti delle malattie professionali colpendo in questo ultimo caso anche il sottoscritto. Almeno nella mia esperienza, certo priva di valore generale, tanti attuali no vax che conosco non hanno mai partecipato ad alcuna iniziativa di lotta, ed oggi col loro atteggiamento di puro rifiuto lasciano l’iniziativa allo stato ed al padrone che possono atteggiarsi a garanti dell’interesse generale per fare forzature contro i lavoratori anche al di là della questione covid 19


  • Barabba

    Non c’é un problema di scarsa copertura vaccinale e non c’é stata alcuna accelerazione della campagna a seguito della recente introduzione del pass. É solo un ennesimo avanzamento del potere capitalista. É un’operazione simile alla coercizione al lavoro che ha avuto ed ha lo splendido risultato di creare divisioni, a vantaggio di pochi, in una umanità già operosa e creativa di suo.

    Quello che proponete, l’obbligo, oltre ad essere una soluzione inefficace ad un problema poco grave, sarebbe ben accolto dai padroni che avrebbero la completa deresponsabilizzazione sul rischio sanitario dei ‘loro’ lavoratori.

    L’altro che proponete, il vaccinarsi, é una non-proposta, in ritardo: giá avviene perché la gente non vuole morire. É fuffa la medaglietta di altruismo che volete appuntare: la riduzione dei contagi é modesta, lo si fa per sè stessi.

    In sintesi, avete scritto un editoriale in favore di una coercizione inutile, paventata con insistenza solo in Italia, inquadrandola come TINA thatcheriano e ponendola come presupposto per fare altre lotte. Il tutto sminuendo le comprensibili preoccupazioni di chi vede uno strumento agile e versatile che potrá venire utilizzato come randello padronale in mille altre occasioni. ”Siamo giá schedati, che ce frega” e quindi schediamoci piú pervicacemente. Osservo che praticamente tutti gli interventi governativi di stampo sanitario recenti erano ‘inevitabili’, quindi giusti. Unico ambito in cui il governo non ne sbaglia una e non ha secondi fini padronali.

    A proposito, avete dati circa la composizione di classe di chi si sente infastidito anche istintivamente dalla gestione pandemica? Ci potrebbero essere delle sorprese che dovremmo analizzare prima di avere un governo fascio-liberista, all’indomani delle prossime elezioni quando un altro editoriale si chiederá come le classi popolari abbiano perso contatti con la sinistra. Vedremo l’autunno caldo di un paese vaccinato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *