Desirèe non è stata poi così fortunata. Dopo una settimana dalla pubblicazione del tanto contestato post di Rosa Pascale, pubblicato su questa pagina e ripreso da Potere al Popolo e varie testate nazionali, prendiamo atto che anche in quest’occasione la donna vittima di un femminicidio è scomparsa.
Di lei restano brandelli di vita, qualche dettaglio scabroso e l’onta di un’esistenza non conforme. Di lei restano i particolari di una violenza che annichilisce, l’arroganza di banali slogan da parte della politica e l’esplosione dell’odio razziale. Di lei restano le annunciate politiche restrittive sul consumo d’alcol, i mantra da bar sullo spaccio e sul degrado urbano e l’ombra di una responsabilità che oscilla dalla famiglia ai migranti, tutti, passando per una società che si scansa e strumentalizza.
I colpevoli materiali di questa morte devono essere assicurati alla giustizia ma neanche questo servirà a fare in modo che la collettività, sollevata dalla caccia al mostro, possa finalmente assumersi la responsabilità di una società in cui violare una donna, e financo ucciderla, non è qualcosa di raro e sconvolgente perché accade ogni giorno. Se nel 2017 sono state uccise 113 donne, nella quasi totalità dei casi da mariti, fidanzati ed ex, quanti sono gli stupri commessi ogni giorno dentro e fuori le mura domestiche? Non lo sappiamo. Non lo sappiamo perché denunciare una violenza sessuale in questo paese significa esporci alla radiografia della nostra esistenza con il solo fine di renderci almeno in parte colpevoli.
Desirèe non è stata affatto fortunata. Neanche la sorte che le abbiamo attribuito le è toccata. Dimenticata in un insieme di dettagli, oltraggiata da pettegolezzi e accuse, è diventata la figura di sfondo in un dibattito che tutto afferma tranne che la questione è di genere. La violenza maschile sulle donne non si indaga, non si ammette concretamente e per questo non ha limite. Questa violenza quotidiana è feroce, non ha colore né alberga in determinati strati sociali; non è attribuibile a contesti degradati né a un disagio patologico. Questa violenza è, strutturalmente, parte della nostra società e ha il volto del patriarcato.
La vicenda di Desirèe poteva essere affrontata da molti punti di vista, noi abbiamo scelto di parlare di lei da femministe e per questo siamo state colpite dall’eco di quella stessa violenza maschile. L’autrice del post, Rosa Pascale, e la rappresentante di Potere al Popolo, Viola Carofalo , da giorni ricevono auguri di stupro e di morte violenta.
Non resteremo in silenzio, continueremo ad affermare con forza che la questione di genere deve diventare prioritaria. Per Desirèe, e per tutte noi.
Che Desirèe riposi in pace, tra mazzi di rose e di viole.
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