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Non ho potuto partecipare all’assemblea di Unione Popolare (UP) tenuta a Roma domenica 10 luglio e ho solo la recensione da chi vi ha partecipato, per cui potrei sbagliare nelle conclusioni, ma stante ciò che ho capito alcune cose importanti è il caso di dirle.

L’assemblea non ha proposto linee di azione ma riflessioni sullo stato delle cose (Palestina, NATO, eccetera), quindi cose che tra i militanti sono da tempo discusse e consolidate, avendo io già partecipato ai dibatti avvenuti al The Hive Hotel di dicembre scorso e volendo anche a quello di marzo scorso nello stesso luogo tenuto dalla Rete dei Comunisti.

La mancanza di proposte di azioni politiche è per me un sintomo evidente che UP continua ad essere considerata un cartello elettorale, per cui nulla si propone nell’immediato, e anzi la prospettiva è di attesa delle elezioni europee del 2024.

Che UP sia in questo senso, un contenitore elettorale, lo fa supporre alcune proposte che sono state avanzate nell’intanto, come quella di proporre per l’anno prossimo una “lista pacifista”, e ciò suppone che UP non è considerata centrale e che si propongono idee alternative ad essa.

Io sono pacifista, perché è attraverso esso che ho cominciato a fare politica nel 1980, ma la mia opinione è che per la pace non serve mettere insieme componenti “carine” (che poi sono marginali nella società), ma ricostruire un percorso di lotte che aggreghi a cominciare dalla classe popolare a cui noi comunisti facciamo riferimento e che attualmente o è apatica, e non vota, o fa riferimento alla destra per le ragioni più varie.

Il tema della guerra e non della pace è perciò il tema che va affrontato da UP ma tra gli altri, specialmente per le ricadute che provocano le spese militari sullo stato sociale, quindi è sbagliato pensare a una lista pacifista, perché ci fa rimanere nel guado e nel vuoto politico in cui sono caduti i comunisti: i pacifisti si cerca di aggregarli ma su una proposta complessiva per la trasformazione sociale.

Temo perciò che anche UP, stante quanto detto, sia un progetto che rischia concretamente di sfasciarsi con le elezioni europee, perché non parte dai militanti e dalle lotte ma si esaurisce nell’eleggere qualcuno che poi farà riferimento al suo gruppo di appartenenza, come già visto in passato.

La situazione poi è in movimento, sia per le conseguenze e gli sviluppi della guerra di aggressione della NATO contro il mondo (e ora contro la Russia, ma la Cina è già traguardata), sia perché ad agosto l’incontro dei BRICS potrebbe portare novità sconvolgenti per l’occidente capitalista.

E qui ritorno a UP.

Cosa propone UP per la criminale NATO?

Chiedere lo scioglimento della NATO è illusorio e da sempliciotti ingenui, l’unica cosa credibile (e allo stesso tempo quasi impossibile) è dire che l’Italia ne esce fuori unilateralmente, punto.

Anche per l’Unione Europea abbiamo un problema: che cosa dire in merito?

L’UE è una costruzione politica in mano alla grande finanza capitalista e liberista a cominciare dalla BCE, un organismo a-democratico, lo sappiamo bene, ma cosa andiamo a fare nel parlamento europeo, i sabotatori?

E cosa proponiamo per l’Unione Europea?  Di uscirne quando come popolo italiano siamo con il laccio al collo della moneta Euro per cui uscirne significa distruggere l’economia italiana?  La posizione passata del M5S su questa moneta costrittiva ha dimostrato tutta la superficialità e la fanfarata della loro azione politica.

Probabilmente dall’Unione Europea se ne uscirà o per un degrado sociale massimo tale da distruggerne l’organizzazione (e la guerra è in questo foriera) o perché si creano le alleanze sovra nazionali di costruire un organismo totalmente diverso, che non è detto sia per tutti i soggetti attuali che lo compongono, ma assolutamente non è proponibile alcuni “miglioramenti” come fanno gli ordo-liberisti di +Europa, semplicemente perché l’UE è da buttare e basta perché è una “camicia di forza” come la NATO.

Insomma le elezioni europee per noi comunisti non sono un momento di rilancio politico ma al massimo solo di visibilità mediatica, perché l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno non sono degli eletti da spendere nell’agone mediatico ma ricostruire un tessuto sociale e di lotte.

Io dico sempre ai compagni con cui mi confronto che è importante rimanere iscritti a una organizzazione politica, come per me il PRC, perché altrimenti si diventa come “lupi che ululano alla luna”, ma è altrettanto necessario ricostruire un’azione sociale.

Dobbiamo impegnarci per rovesciare il tavolo, le elezioni per noi comunisti sono ora solo un miraggio che ci distrae mortalmente.

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5 Commenti


  • Tonino

    Più realistico uscire unilateralmente dall’Unione Europea che dalla NATO. Non dovrebbe esserci alcun dubbio sul fatto che in caso di uscita dalla NATO gli Stati Uniti non esisterebbero a ridurci come l’Ucraina. In questo senso anche l’idea che l’Italia possa semplicemente dichiarare l’uscita unilaterale dalla NATO è da sempliciotti.


  • Gioconda

    riflessioni pienamente condivisibili.
    inseguire pur di esistere con risultati dubbi è sciocco.


  • ANNA

    Dobbiamo farci conoscere nelle piazze, appoggiando le lotte che ci sono. Come cartello elettorale raccogliticcio non diamo fiducia. Questo vale anche x il PRC in cui ho creduto dalla fondazione e che sembra sparito dalla scena, almeno a Milano


  • Andrea Vannini

    CONCORDO CON IL COMPAGNO DE PRAI. NON É CHE LA DIFFICOLTÀ A REALIZZARE UN OBIETTIVO STRATEGICO LO RENDE MENO CENTRALE PER I COMUNISTI. FORSE CHE I COMUNISTI CUBANI, DI FRONTE ALL’ ILLEGALE OLTRE CHE IGNOBILE E INFAME PRESENZA DELLA BASE USA DI GUANTANAMO, NON SI PONGONO PIU’ L’ OBIETTIVO DELLA SUA CHIUSURA? VICEVERSA SI TRATTA DI CHIEDERE SEMPRE OVUNQUE COMUNQUE LA CHIUSURA DELLE BASI IMPERIALISTE PRESENTI IN ITALIA E L’ USCITA DALLA NATO. CHIAMARE ALLA LOTTA PER NON ESSERE PIU’ UNA COLONIA SENZA SOVRANITÀ NÉ DIGNITÀ. PER L’ UE IL DISCORSO É ANALOGO: COSTI QUELLO CHE COSTI MA LO SOLA SALVEZZA É USCIRE. CONCORDO ANCHE PIENAMENTE CON IL COMPAGNO SULLE ELEZIONI EUROPEE O ALTRO CHE SIANO. IL CRETINISMO ELETTORALE (VARIANTE DI QUELLO PARLAMENTARE) É UN PESSIMO CONSIGLIERE. É ORA DI TRARRE DELLE CONCLUSIONI DA UN QUINDICENNIO DI ESPERIENZE FALLIMENTARI. É DIFFICILE ESSERE AVANGUARDIA MA FINIRE PER ESSERE RETROGUARDIA É IL COLMO DEI COLMI. OGGI L’ ASTENSIONISMO NON É SINONIMO DI QUALUNQUISMO MA DI SACROSANTA ESTRANEITÀ. VOGLIAMO ESSERE NOI COMUNISTI A CONTRASTARLA? CERTO CHE NO. SI TRATTA DI ALIMENTARLA PERCHE’ CRESCA E SI TRASFORMI IN ANTAGONISMO E IN ODIO E IN AZIONE CONTRO LO,STATO DEL CAPITALE E DELL’ IMPERO.


  • Pasquale

    Bisogna sognare un vero luogo dell’anima, sociale e politica,dove trovino posto tutte le forze anticapitaliste. Bisogna ancorarsi poi al movimento rivoluzionario Internazionale e lottare così per una uscita da Nato e Ue che sono i veri cravattari degli stati sovrani. Hanno distrutto il mondo. Toccherà a noi Comunisti ricostruirlo. Il BRICS è, al momento, l’unico vero fronte che potrebbe impensierire il capitalismo occidentale.

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