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Le dichiarazioni pubbliche del presidente sudafricano Ramaposa in merito alla partecipazione diretta di Putin al prossimo vertice di fine agosto in Sudafrica dei BRICS mettono una luce incerta su questa organizzazione.

Il Sudafrica è firmatario e aderisce al Tribunale Penale Internazionale (TPI) con sede all’Aja, tribunale che ha emesso un mandato di cattura contro Putin accusato di rapimento di bambini del Donbass portati in Russia.

Tale mandato contro Putin è chiaramente costruito su accuse false perché i bambini sono orfani a causa dei bombardamenti sui civili effettuati dai nazisti ucraini che li rese appunto orfani.

Vale la pena ricordare come gli ordo-liberisti radicali italiani sono stati tra i più attivi nella richiesta di un mandato di cattura a Putin per questa accusa.

Le autorità sudafricane si sono trovate in una posizione scomoda, perché firmatari del TPI, mettendoli nella condizione di arrestare Putin e pertanto hanno chiesto che ad agosto venga il ministro degli esteri Lavrov, ed è notizia di oggi, 19 luglio, che Putin parteciperà in video conferenza, suscitando alla ministra guerrafondaia tedesca Annalena Baerbock commenti trionfanti.

Allo stesso tempo Ramaposa ha riconosciuto che arrestare Putin equivale a farsi dichiarare guerra all’istante, pericolo che i governi NATO assolutamente fanno finta di non sapere.

La presa di posizione sudafricana per questa situazione è particolarmente sconclusionata perché il Sudafrica ha questionato al TPI di non perseguire mai i misfatti commessi dai governi occidentali come per quello combinato da USA e NATO in Iraq dal 2003, oppure per l’assassinio del generale Solimena ucciso con un drone a Bagdad e rivendicato pubblicamente da Trump: il TPI si rifiutò di procedere perché secondo esso era una “questione politica tra due soggetti internazionali”.

E’ il caso di ricordare come il giudice del TPI che propose di indagare sugli yankee fu immediatamente sanzionato dal governo USA e tutto decadde con la dimissione del giudice stesso.

Stessa cosa è per la mancata indagine e messa in stato di accusa per apartheid del governo razzista israeliano, denunciata sempre dal Sudafrica, che tra l’altro all’ultimo incontro dell’Unione Africana fece allontanare gli inviati israeliani presentatesi senza accredito.

Insomma il governo sudafricano poteva uscire fuori da questa situazione scabrosa con varie iniziative alternative.

Poteva chiedere di confermare l’arresto di Putin ma solo se è messo sotto processo il governo USA per cosa ha fatto in Iraq e verso Solimena; e pretendere lo stesso per l’apartheid del governo razzista israeliano, scombinando tutti i giochi.

Poteva in alternativa uscire dal TPI visto la smaccata parzialità, chiaramente perché istituto in mano ed ad uso occidentale (non a caso il TPI risiede all’Aja).

Quello che sembra non aver capito il governo sudafricano è che la questione non era tra loro e il governo russo, ma coinvolge anche Brasile, India e Cina che dal prossimo vertice BRICS si aspettano molto, come pure aspettano di essere inclusi in esso circa venti altri paesi del “terzo mondo”, che si vogliono svincolare dai ricatti (e dalle sanzioni) dell’occidente globale come pure dal balzello causato dall’uso del dollaro per le transazioni internazionali, che sarebbe possibile implementando la Nuova Banca di Sviluppo, creata dai BRICS e con sede a Shangai in Cina.

E’ evidente che tutta la questione, presentata dai mass-media occidentali solo come un fatto “legale” che coinvolge Putin, è invece una operazione ben orchestrata dagli USA che mira a sabotare i BRICS, che con la loro politica economica mettono in discussione l’egemonia yankee, ottenuto come in questo caso con i mezzi “buoni”,  e se non avviene allora gli USA passano ai mezzi “cattivi”, la guerra.

Che dire allo stato attuale di tutta questa questione?

Apparentemente il governo USA (i sodali contano nulla, sono solo battimani) ha fatto fare una figuraccia mondiale a Putin, affermando inoltre come attraverso il (farlocco) TPI si è dimostrato l’aggressione e l’isolamento della Russia, ma non è riuscito a fare saltare il prossimo incontro dei BRICS.

Al contrario il governo russo, ingoiando un “rospo” diplomatico, ha salvato il vertice e le sue eventuali conclusioni, mentre è da aspettarsi che Putin potrà dire le sue ragioni in video conferenza a un uditorio che è di due terzi della popolazione mondiale e cosa più importante, dei loro governi.

Questo aspetto non è irrilevante perché è un ulteriore atto che sedimenta la crescente insofferenza dei “non-occidentali” verso l’egemonia arrogante occidentale (USA più i suoi satelliti), che alla lunga metterà in discussione come è organizzato l’ONU e dove risiedono i suoi vari istituti e agenzie (Banca mondiale, FMI, eccetera) che hanno sede quasi tutti negli USA e in Europa.

Quello che ora sembra un colpo riuscito dell’occidente può rivelarsi una polpetta avvelenata.

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