La pantomima delle comunità ebraiche (di Roma e non solo) che non partecipano alla Manifestazione unitaria del 25 aprile, giorno della liberazione dal nazifascismo, si ripete mestamente. Uguale il gesto sdegnato, uguale la delirante motivazione.
E la delirante motivazione è che «nella manifestazione sfilano le bandiere di coloro che settanta anni fa furono alleati dei carnefici nazisti». Quali? Quelle dei risorgenti partiti neonazisti est europei polacchi, ungheresi, ucraini?
No, quelle dei palestinesi, che secondo la pagliaccesca propaganda di Benjamin Netanyahu avrebbero convinto il «mansueto» Führer Adolf Hitler, contro la sua volontà e disponibilità verso gli ebrei, a sterminarne invece sei milioni.
Anche 500.000 Rom e Sinti, tre milioni di slavi, decine di migliaia di disabili (inferiori rispetto alla «razza pura»), di antifascisti, migliaia di omosessuali, testimoni di Geova e di socialmente emarginati, senza dimenticare milioni e milioni di civili sovietici. Ma costoro poco interessano ai dirigenti delle comunità ebraiche. Che accetterebbero volentieri i vessilli di ogni altro popolo oppresso che volesse sfilare nelle manifestazioni del 25 aprile per rivendicare i propri diritti.
Ma i palestinesi no! E perché no? Per pedissequo ossequio allo scellerato progetto segregazionista e razzista del premier israeliano Netanyahu.
Che in alleanza con i peggiori fanatici religiosi intende far sparire i palestinesi in quanto popolo e nazione, per dare legittimità alla grande Israele fondata sul logoro mitologema della «Terra promessa» e poi ridurli in minuscoli bantustan concessi dall’effendi israeliano.
Ho già scritto a questo proposito, proprio sul manifesto in occasione della stessa manifestazione dello scorso anno.
Ma in questo anniversario vorrei aprire una prospettiva altra. Gli organizzatori dell’evento del 25 aprile dovrebbero disinteressarsi delle decisioni della comunità ebraica di Roma o di altre comunità ebraiche. Dichiarino la piena e naturale apertura alla partecipazione del mondo ebraico ma non si facciano condizionare da esso su chi debba partecipare o meno al corteo. Il 25 aprile è soprattutto e più di tutto il giorno degli antifascisti di qualsivoglia orientamento.
Le comunità dell’ebraismo siano le benvenute in quanto tali, ma se non tali e se si comportano da ufficio stampa e propaganda del governo ultrareazionario e segregazionista oggi in carica nello stato di Israele, non hanno motivo di sfilare con l’antifascismo.
Un governo antifascista non opprimerebbe mai un altro popolo, non lo deprederebbe delle sue legittime risorse, non ruberebbe il futuro ai suoi figli, non colonizzerebbe le terre assegnategli dalla legalità internazionale come sistematicamente e perversamente fa il governo Netanyahu sorretto dal presidente americano Trump che si appresta all’affronto di spostare l’ambasciata Usa a Gerusalemme (occupata a Est).
E se qualcuno pensa che questi siano i pensieri del solito estremista, veterocomunista, «ebreo antisemita», si legga le dichiarazioni del presidente del Congresso Mondiale Ebraico, Ronald Lauder, ebreo americano aderente al partito repubblicano, pubblicate dal New York Times in questi giorni con questo titolo: Israel’s self inflicted wounds (le ferite autoinflitte di Israele), nel quale cui dopo una premessa fatta di dichiarazioni d’amore legittimo per Israele e captazio benevolentiae, condanna la politica di Netanyahu e dei suoi fanatici alleati colonizzatori compulsivi come suicidaria e invisa alla vasta maggioranza di ebrei della diaspora.
Alla faccia degli imbecilli che scambiano critiche politiche ed etiche per antisemitismo.
* da il manifesto
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Sergio Binazzi
in italia, in modo più che evidente per chi lo vuol vedere e in particolar modo dal covid in avanti, comandano tutti all’infuori degli italiani, solo incaricati di pagare tasse per cose che non li riguardano, anzi solo cose dannose come le guerre ed opere faraoniche inutili a discapito di un inesistente stato sociale. prima comandavano solo gli usa ora anche gli ucraini, la UE e la comunità ebraica che fanno il bello e cattivo tempo su tutto ciò che dovremmo fare come italiani. ma che razza di governi abbiamo? e dove hanno un briciolo di dignità i nostri politici? sono cose inaudite ed è incredibile che la gran parte dei cittadini non se ne renda conto di queste angherie che subiamo quotidianamente.
Manlio Padovan
Credo sia opportuno ricordare che, spero che la memoria non mi faccia brutti scherzi, il professor Pasquato (Antonio?) dimostrò in modo serio che quello della cosiddetta “Brigata ebraica” è solo un invenzione idealistica creata per assumere in sé elementi che volessero trasferirsi nella costruendo Israele.
Ricordo, per certo, che alla ricerca partecipò pure la compagna del professore.
La “Brigata ebraica” come combattente nella Resistenza è una balla.
Andrea Vannini
Per fortuna esistono anche delle persone come moni ovadia. Le comunità ebraiche pullulano di sionisti fascisti come Israele che le usa come tentacoli per esercitare potere, ricatti, spionaggio, reclutamento, ecc. Sono dei centri nei quali a esercitare il controllo e il potere non é lo stato italiota, peraltro servo (anche) di Israele, ma il fascismo sionista di Israele.
Gianni
Moni Ovadia e una minoranza di ebrei è degna di rispetto. Non dimentichiamo Carlo Marx e Trotski ! Mai fare di tutt’un’ erba un fascio, ci sono stati ebrei (di solito atei scientifici) che hanno dato molto al progresso dell’ umanità.
Purtroppo la maggioranza degli israeliani sionisti e delle comunità ebraiche, italiana compresa , con Segre, dello Strologo, di Segni, Gad Lerner (ex finto sinistro ma richiamato dai suoi capi nel Grande Israele) è tutta schierata con i nazisionisti che stanno perpetuando un VERO olocausto sotto i nostri occhi . . . e ce lo menano ancora con i fatti di 80 anni fa !