Questa mattina l’Amministrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha convocato le Organizzazioni Sindacali per “informarle” sull’applicazione del Dlgs 150/2009, la cosiddetta ‘riforma’ Brunetta, attraverso lo strumento improprio del Decreto di Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il DPCM predisposto contiene non solo il metodo per attuare la valutazione della produttività, ma introduce le cosiddette fasce di merito (100%-80%-60%-0%) a cui viene legata l’attribuzione del salario accessorio. Attribuzione che alla Presidenza del Consiglio penalizzerà in particolare le lavoratrici ed i lavoratori in part-time, i quali si ritroveranno per decreto nella fascia di produttività 0%, con pesanti ripercussioni salariali.
Questo provvedimento annulla di fatto anche il protocollo d’intesa del 4 febbraio 2011, fortemente voluto da CISL e UIL e non sottoscritto dalla USB Pubblico Impiego, protocollo che rinviava l’applicazione della Brunetta ad un accordo quadro da stipulare all’ARAN e individuava risorse aggiuntive per il finanziamento. Inoltre il DPCM sottrae dal tavolo sindacale le materie oggetto di contrattazione, come l’attribuzione del salario accessorio.
Alla luce di tali valutazioni, la delegazione USB ha abbandonato la riunione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dichiarando il provvedimento illegittimo e preannunciando l’immediata mobilitazione di tutto il personale.
Questo ennesimo atto conferma quale sia la considerazione delle relazioni sindacali da parte del Ministro Brunetta e legittima la giusta opposizione dei lavoratori pubblici che, con la forte adesione allo sciopero e alla manifestazione nazionale dello scorso 11 marzo, viene portata avanti nei posti di lavoro e nelle piazze.
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